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personaggio immaginario Disney Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Amelia (Magica De Spell)[1] è un personaggio immaginario dei fumetti e cartoni animati Disney, ideato da Carl Barks nel 1961 nella storia Zio Paperone e la fattucchiera (The Midas Touch); è una strega avversaria di Paperone.
Amelia | |
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Amelia disegnata da Alessandro Perina sulla copertina di un albo a lei dedicato (2014) | |
Universo | Disney |
Nome orig. | Magica De Spell |
Lingua orig. | Inglese |
Autore | Carl Barks |
Editore | Dell Comics |
1ª app. | Dicembre 1961 |
1ª app. in | Uncle Scrooge n. 36 |
Voci orig. |
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Voci italiane |
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Caratteristiche immaginarie | |
Specie | Anatra |
Sesso | Femmina |
Professione | Strega |
Poteri | Magia |
Soprannominata la fattucchiera (o la strega) che ammalia, è una papera antropomorfa dai folti e lunghi capelli neri e lisci, le ciglia lunghe che le donano uno sguardo da maliarda, un vestito nero con scollo quadrato e polsini rossi; indossa le tipiche scarpe col tacco delle eroine Disney, ma di colore nero[2]. Diversamente dal classico stereotipo della vecchia megera, Barks la volle rappresentare con un aspetto attraente, ispirandosi a Sophia Loren[3][4][5] e a Morticia Addams[4]; altri indicano come possibile fonte di ispirazione anche Gina Lollobrigida (difatti nella prima storia in cui appare Amelia si finge l'attrice Gina Luluduckita)[6][7].
Vive in una casetta di legno alle pendici del Vesuvio[8] (ma nella serie TV DuckTales - Avventure di paperi viene mostrata abitare su una sperduta isola vulcanica su cui è scolpito il volto della fattucchiera), ma nonostante ciò Amelia è una strega oceanica e non vulcanica come raccontato in Amelia e le sette streghe vulcaniche (Topolino 3464) e successivamente in Il mondo di ghiaccio - Amelia oceanica contro le streghe vulcaniche (Topolino 3567).
È caratterizzata da un marcato accento napoletano e a proposito di questo, Barks ha dichiarato:
«Adoro l'Italia e la pizza! Quando ho creato Amelia, mi è sembrata una cosa carina presentarla come una ragazza italiana che vivesse alle pendici del Vesuvio»
Le origini napoletane della sua stirpe, così come l'origine della convivenza con il corvo Gennarino e l'ossessione per la Numero Uno di Paperon de' Paperoni, sono state anche narrate nella storia Amelia e l'antenata strega per forza (1998)[10]. Nelle storie italiane, ha come punto debole l'aglio, che la indebolisce costringendola a fuggire.[11].
Nella storia di esordio, Zio Paperone e la fattucchiera, Amelia cerca di ottenere il leggendario tocco di Mida, che la renderebbe "ricca, ricca, ricca!", come esclama lei stessa con enfasi quasi eccessiva, attraverso un incantesimo da realizzare fondendo insieme in un crogiolo, grazie al fuoco solforoso del Vesuvio, le monete degli uomini più ricchi della Terra, rese dei veri e propri "amuleti" per il fatto di essere state toccate da uomini così importanti; ultimo magnate presso cui si reca è proprio Paperon de' Paperoni, che, divertito dalle teorie di Amelia, acconsente subito a venderle uno dei suoi decini al prezzo di un dollaro: quando si accorge di averle dato per sbaglio la sua Numero Uno, la prima moneta che ha guadagnato e che ha per lui uno speciale valore affettivo, la rincorre per potergliela ricomprare, ma Amelia se la tiene con la forza, perché ritiene che essendo la prima guadagnata è anche quella che il miliardario ha toccato più volte; i paperi riusciranno a recuperarla appena in tempo sul cratere del Vesuvio, ma la fattucchiera tornerà alla carica in altre storie per cercare ancora di derubare Paperone.
Nei vari tentativi di impossessarsi della moneta, Amelia attacca Paperone con ogni tipo di magia, spesso anche in combinazione con la tecnica (soprattutto nelle prime storie realizzate da Barks) come bombe, bacchette magiche, candele per viaggiare indietro nel tempo, sdoppiamenti e altri trucchi analoghi. Per questa sua ossessione viene talvolta criticata dalle altre streghe. Per conquistare la moneta di Paperone, arriva ad allearsi con altre creature magiche dell'universo Disney come Maga Magò (soprattutto in storie di produzione brasiliana), Nocciola e Roberta[12]. Negli anni novanta fu anche protagonista di diverse storie e non più semplice antagonista di Paperone (in queste avventure il papero più ricco del mondo ha un ruolo marginale o non appare affatto), come ad esempio Amelia e le magie azzurre, in cui tenta di "stregare" la Nazionale di calcio italiana per favorirla ai Mondiali 1994, o Amelia fatina per un giorno, in cui compie una buona azione per aiutare i bambini di Paperopoli contro degli speculatori edilizi, passando per storie come Amelia, Magò e il mistero al pomodoro e Amelia, Magò e il cristallo dei sogni che la vedono nel ruolo di strega-detective insieme a Magò.
Le storie di Barks incentrate su fenomeni soprannaturali tendono il più delle volte a suggerirne una possibile spiegazione razionale, e le sue storie con Amelia, almeno inizialmente, non fanno eccezione. A differenza delle streghe tradizionali, nelle storie di Barks Amelia non usa la scopa ma viaggia in aereo (fa eccezione la storia post-pensionamento Bottled Battlers). Inoltre, nelle prime storie, le "magie" di Amelia erano molto blande tanto da poter essere spiegabili come semplici trucchi di illusionismo da parte di una trasformista molto abile. Solo a partire da Zio Paperone novello Ulisse, Amelia diventa una vera strega, grazie alla scoperta dell'antro della maga Circe e delle sue pozioni e oggetti magici: il loro utilizzo rende la fattucchiera che ammalia molto più pericolosa e alle sue magie non è più possibile dare una spiegazione razionale. In ogni caso in queste storie i poteri di Amelia dipendono principalmente da oggetti magici come bacchette, e quando queste vengono distrutte dai protagonisti onde rendere la strega inoffensiva, Amelia, immancabilmente, perde l'autocontrollo e insegue Paperone e nipoti cercando di colpirli con sassi o altri oggetti (come gioielli contraffatti "made in Hong Kong" o "cometine" generate da un pezzetto di bacchetta magica), finale ricorrente in queste storie.
Secondo la visione di Don Rosa, basata sulle storie di Barks, Amelia non andrebbe considerata un essere con abilità magiche innate, quanto piuttosto un'esperta di stregoneria che può lanciare incantesimi e magie solo con l'ausilio di bacchette e altri oggetti magici. Ciò viene esplicitato ad esempio in Zio Paperone in qualcosa di veramente speciale, in cui Amelia è caratterizzata come una fattucchiera di bassa lega che non dispone del denaro sufficiente per potersi permettere bacchette magiche di alta qualità (che le avrebbero permesso di creare dell'oro senza alcuna necessità di dover rubare la numero uno per ottenere il tocco di Mida), ma anche in Zio Paperone - Una questione di estrema gravità, in cui Paperone è in grado di lanciare le stesse magie di Amelia una volta sottrattele la bacchetta magica; inoltre in Paperino - La ricerca di Kalevala Amelia viene messa facilmente fuori combattimento dai protagonisti perché, come ammesso esplicitamente da lei stessa, non aveva avuto il tempo di portare con sé bacchette magiche. Secondo la testimonianza di Don Rosa anche il supervisore delle sceneggiature di produzione danese, Byron Erickson, è d'accordo con questa interpretazione del personaggio, tanto da imporre agli sceneggiatori suoi sottoposti di limitare le abilità magiche di Amelia riportandola alle origini (cioè al modo in cui veniva caratterizzata nelle storie di Barks).[13] In storie di altri autori, invece, è in grado di lanciare magie anche senza l'uso di bacchette o altri oggetti magici.
Amelia è stata creata da Carl Barks per la storia The Midas touch (Zio Paperone e la fattucchiera) pubblicata su Uncle Scrooge n. 36 del 1961; il personaggio compare in altre nove storie di Barks, tra cui una post-pensionamento. In due di queste storie (Isle of golden geese e Rug riders in the sky), peraltro, non tenta di impadronirsi della numero uno ma ostacola Paperone e nipoti con l'intento di impadronirsi di altri oggetti ambiti (segnatamente le uova d'oro e il tappeto volante).[14] Nelle prime quattro storie di Barks Amelia fa uso di abilità magiche molto limitate, tanto da poter essere spiegabili in modo razionale come meri trucchi quali, ad esempio, travestimenti, bombe con effetti stordenti, l'ipnosi o l'uso della tecnologia (vedasi ad esempio il "raggio stordente" che va a batterie in Zio Paperone e la cassaforte di cristallo). Solo a partire da Oddball Odyssey (Zio Paperone novello Ulisse) del 1963, grazie alla scoperta dell'antro della maga Circe colmo di oggetti magici molto potenti, Amelia comincia a far uso di vere e proprie stregonerie divenendo decisamente più pericolosa.[15]
Negli Stati Uniti il personaggio fu usato raramente nelle storie edite dalla Western Publishing, ma in compenso, a partire dal 1965, lo Studio Disney produsse molte storie brevi destinate al mercato estero in cui il personaggio agisce in combutta con Maga Magò. In queste storie, solitamente disegnate da Jim Fletcher, furono introdotti nuovi personaggi ricorrenti come Caraldina (la nonna di Amelia), Civetto (un apprendista stregone), i discoli Maghetto e Maghetta (i figli della Perfida Strega dell'Ovest), mentre il corvo Gennarino (Ratface) è sostituito da due corvi (Ed e Al, i "corvi delle streghe").
Già nel 1962, nel frattempo, il personaggio cominciò ad apparire nelle storie di produzione italiana per merito dei fratelli Abramo e Giampaolo Barosso (il primo soggettista, il secondo sceneggiatore). Successivamente il personaggio fu usato da molti altri sceneggiatori italiani, tra cui Rodolfo Cimino che le affiancò nuovi complici tra cui Roberta la studiosa esperta, mentre Guido Martina la usò in una sola occasione (Topolino allo Zecchino d'oro del 1969) preferendole Grimilde come nemica magica di Paperone in Paperinika e la selvaggia banda dei Mekanos del 1980; nel corso degli anni Amelia è rimasta una presenza abituale e uno dei personaggi più popolari nelle storie di produzione italiana.
A partire dagli anni settanta il personaggio venne utilizzato anche in storie di produzione danese, olandese e brasiliana. Gli autori brasiliani si rifecero soprattutto alle storie di Amelia e Magò realizzate dallo Studio Disney, mentre la principale fonte di ispirazione delle storie di produzione nord-europea era costituita dalle storie di Barks.
Amelia appare come una degli antagonisti principali della serie animata DuckTales - Avventure di paperi, insieme a Cuordipietra Famedoro e Mamma Bass della Banda Bassotti. La serie riprende la versione Barksiana, ma se da un lato viene accentuata la sua malvagità, dall'altro viene ampliato l'amore per il suo corvo, infatti vuole usare la Numero 1 per farlo tornare uomo. Anche il suo desiderio è diverso, vuole usare il decino per creare un amuleto per dominare il mondo e non il Tocco di Mida per diventare ricchissima.
Dopo DuckTales, appare in un cameo nell'episodio Dalla missione alla pensione dello spin-off Darkwing Duck, insieme a e Cuordipietra Famedoro e la Banda Bassotti.
Amelia riappare come una degli antagonisti principali nella serie DuckTales (reboot dell'omonima serie), insieme a Cuordipietra Famedoro, Mamma Bass della Banda Bassotti, Bradford Buzzard della F.O.W.L. e il Generale Lunaris, dove viene presentata con le piume verdi e gli occhi gialli e demoniaci, possiede un bastone del potere. Il suo piumaggio diventa bianco solo quando perde i suoi poteri.
È aiutata da sua nipote Lena DeSpell, che all'inizio si presenta a Gaia come Lena Le Strange per non farla insospettire, spacciandosi per un'adolescente con la passione per gli scherzi e le sfide. Nella realtà usa l'amicizia di Gaia e sua nonna Bentina per avvicinarsi a Villa de Paperoni, rubare la Numero Uno e aiutare sua zia Amelia a liberarsi dalla sua forma d'ombra rinchiusa dentro un medaglione (in riferimento ad un vecchio episodio originale di DuckTales "Gioco di ombre", in cui Amelia veniva tradita dalla sua stessa ombra).
Gennarino (Ratface) è il corvo domestico di Amelia, che svolge le funzioni di famiglio.[16] La sua prima apparizione viene fissata al gennaio 1963, quando nella storia Zio Paperone e l'arcipelago dei piumati Amelia si fa aiutare da un corvo parlante; a ben vedere però, nelle storie precedenti, nel "covo" della strega erano già presenti, come da tradizione, numerosi animali di colore nero (gatti, topi, pipistrelli, corvi), ma soltanto Gennarino diventerà un personaggio fisso. È un vero e proprio corvo, non antropomorfo, ma capace di comunicare con la sua padrona (anche se nella maggior parte delle storie non parla) e di assisterla nelle sue magie. Nelle storie di produzione italiana al massimo viene provvisto di balloon in cui vengono scritti i suoi pensieri. Fedelissimo ad Amelia, la aiuta in tutti i modi nella caccia alla Numero Uno, anche se spesso riesce solo a combinare guai.
In alcune storie italiane, i corvi sono due, mentre nella serie DuckTales - Avventure di paperi è sostituito da un altro corvo, Poe. Poe De Spell è il fratello di Amelia, appare unicamente nella serie TV DuckTales e nelle riduzioni a fumetto a essa ispirate. Un incantesimo lo ha trasformato in un corvo non antropomorfo. Vero e proprio sostituto di Gennarino, gli si differenzia per l'uso della parola e di un caratteristico lobbia. Nell'episodio Caccia alla Numero Uno (Send in the Clones)[17], Amelia dichiara che fondendo la Numero Uno di Paperone nel suo amuleto diventerebbe così potente da poter restituire a Poe il suo vero aspetto. Il nome Poe è un omaggio a Edgar Allan Poe e alla sua poesia Il corvo: "nevermore" ("mai più") infatti è la stessa parola ripetuta continuamente dal corvo protagonista della poesia. Spesso la strega si rivolge a lui in originale come Mr. Poe. Nell'edizione italiana, pur essendo comunque presentato come fratello di Amelia[18], viene chiamato Gennarino e doppiato con forte accento partenopeo.
Il nome è stato tradotto in modi molto diversi a seconda del paese:[23]
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