Alpenstock
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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L'alpenstock (tedesco per "bastone alpino"), in italiano pistocco[1][2], è un bastone dotato di una punta metallica, storicamente utilizzato per la progressione in montagna[3][4]. In uso fin dal medioevo, è l'antenato della moderna piccozza.
L'uso d'eccellenza era il sondaggio dei buchi o crepacci nei glacio-nevai: l'alpinista sondava il terreno prima di progredire, in modo da evitare i pericolosi ponti instabili. Un altro utilizzo, ma meno efficace, perché più pericoloso, era per la discesa dai pendii nevosi: la cosiddetta tecnica di discesa a "raspa" prevedeva l'uso dell'Alpenstock per dirigere, a mo' di timone, l'alpinista. Tale uso si è perso con l'introduzione della tecnica di discesa con lo sci.
L'alpenstock venne nominato già nel 1574 da Josias Simmler con il nome latino di alpinus baculus (cioè "bastone alpino")[5].
Fin dal Settecento[6] viene accompagnato da un'accetta da legna che serve agli alpinisti per tagliare gradini nel ghiaccio. Ben presto viene soppiantato da più comode asce da lavoro di carpenteria.
A metà Ottocento i due strumenti si fondono per creare la prima rudimentale piccozza, che tuttavia è sempre molto lunga ed ha la lama verticale come una scure[7].
Scomparso dalla pratica alpinistica, sopravvive nella tradizione scautistica come bastone che regge il guidone.
Inoltre vengono adesso chiamati alpenstock i bastoncini da escursionismo, derivati da quelli da sci.
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