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scrittore, critico letterario e poeta francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Philippe Frédéric Schuré, detto Édouard (Strasburgo, 21 gennaio 1841 – Parigi, 7 aprile 1929), è stato uno scrittore, critico letterario, poeta, storico, filosofo ed esoterista francese.
«...i sapienti e i profeti delle età più diverse sono venuti a conclusioni identiche nella sostanza, seppure dissimili nella forma, sulle verità fondamentali e finali, seguendo tutti lo stesso sistema dell'iniziazione interiore e della meditazione.»
Nato in una famiglia protestante alsaziana, figlio di un medico, resta orfano di madre a 4 anni e di padre a 14.
Dopo il baccalaureato si iscrive alla facoltà di diritto per compiacere il nonno materno, ma frequenta contemporaneamente quella di lettere, quindi si inserisce in un ambiente di artisti e letterati.
Nel 1860 perde entrambi i nonni materni, ereditando a sufficienza per dedicarsi ai suoi veri interessi, una volta terminati gli studi di diritto.
Scrisse numerosi libri ma la sua opera più importante è Les grands initiés (I grandi iniziati), pubblicata nel 1889 e tradotta in molte lingue, ispirata dalla luminosa figura di Marguerite Albana Mignaty, un'intellettuale originaria di Corfù, esperta di misticismo indiano, che ospitava un salotto letterario a Firenze.
Tra gli incontri che influenzeranno la sua vita, oltre a quello con Marguerite Albana (la sua amata, conosciuta durante un soggiorno di due anni in Italia), c'è quello con il compositore Richard Wagner, e l'essenziale amicizia con il filosofo Rudolf Steiner, che conosce nel 1906 rimanendo affascinato dal suo pensiero al punto che nel 1907, dopo essere stato membro della Società teosofica, diventa membro di quella antroposofica.
Nella sua opera principale, I grandi iniziati, in cui viene descritto il percorso seguito dai grandi sapienti dell'antichità per approdare al nucleo di un'autentica conoscenza primordiale, Schuré anticipa le tematiche del perennialismo,[2] prospettando due modalità di approcciarsi alla storia umana: uno, puramente esteriore, limitato dai criteri della storiografia, che studia solo l'aspetto fenomenico degli eventi, l'altro invece che mira a una comprensione più profonda e universale di questi, capace perciò di operare un collegamento tra personaggi appartenenti a contesti del tutto diversi, come Rama, Krishna, Ermete, Mosè, Orfeo, Pitagora, Platone, Gesù, Buddha, ecc., perché cerca di attenersi alla vera struttura ontologica e metafisica della filosofia della storia.[2]
Alcune sue opere teatrali furono messe in scena da Steiner, in particolare I figli di Lucifero e Il dramma sacro di Eleusi.[3] Schuré ha anche influenzato, tra gli altri, il compositore russo Sergei Prokofiev.[4]
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