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canzone popolare nel periodo estivo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Tormentone estivo è un'espressione utilizzata in Italia per indicare una canzone che durante l'estate ha grande diffusione attraverso i principali mezzi di comunicazione mediatica (radio e televisione) e in ambienti ludici come discoteche, sale da ballo e villaggi turistici[1].
Caratteristiche tipiche dei tormentoni sono: semplice fruibilità, ritmi e melodie facilmente orecchiabili e ripetitivi e testi di facile riconoscimento ed aventi per oggetto argomenti poco impegnati e spesso legati alla stagione estiva[2].
In una stessa estate possono essere individuati vari “tormentoni”, anche se alcune canzoni hanno più successo di altre. In passato, in Italia, queste canzoni sono state spesso legate a manifestazioni canore come Un disco per l’estate, il Cantagiro, il Festivalbar, e il Power Hits Estate.[3]
L'espressione nacque nel 1961, quando il cantautore italiano Nico Fidenco, al secolo Domenico Colarossi, lanciò il brano Legata a un granello di sabbia, inizialmente rifiutato al Festival di Sanremo[1]. Negli anni sessanta grandissimo successo ebbero le canzoni di Edoardo Vianello che, con brani come Abbronzatissima, Guarda come dondolo e I Watussi, viene da molti considerato il "re dei tormentoni" del decennio.[4] Altre hit del periodo da considerare tormentoni estivi sono senza dubbio Stasera mi butto di Rocky Roberts, Azzurro di Adriano Celentano e Acqua azzurra, acqua chiara di Lucio Battisti, canzoni che, oltre ad aver conosciuto un'ampia diffusione nei periodi estivi dell'epoca, sono estremamente popolari ancora oggi nell'immaginario collettivo italiano e non solo.
Gli anni settanta, fortemente politicizzati, vedono pochi successi classificabili come tormentoni ed è solo sul finire del decennio che, forse anticipando il cambiamento del clima sociale, escono delle hit estive di grande successo interpretate da giovani cantautori, ad esempio Umberto Tozzi con Ti amo, Tu e Gloria, Rettore con Splendido splendente ed Alan Sorrenti con Tu sei l'unica donna per me e Figli delle stelle.[4]
Negli anni ottanta i tormentoni estivi hanno un vero e proprio exploit, spinti da un clima decisamente più leggero e spensierato del decennio precedente, grazie anche al successo di manifestazioni come il Festivalbar e di nuovi canali televisivi interamente dedicati ai contenuti musicali, come Videomusic. Il primo esempio si ha con il brano Gioca Jouer di Claudio Cecchetto, del 1981, un ballo di gruppo estremamente semplice in cui il testo si limita ad indicare le mosse da eseguire, ancora oggi ballato e riproposto continuamente. Anche gli anni ottanta hanno i loro "re dei tormentoni": in questo caso si tratta del duo Righeira, che propone canzoni come Vamos a la playa, No tengo dinero e L'estate sta finendo, ampiamente conosciute e trasmesse ancora oggi, al punto che alcuni reputano Vamos a la playa il prototipo stesso del tormentone estivo.[3] Nello stesso decennio, inoltre, alcuni artisti italiani cantano in inglese per raggiungere un pubblico più vasto, da Ivana Spagna con Easy Lady a Sabrina Salerno con Boys (Summertime Love), mentre sul fronte delle canzoni cantate in italiano sono da segnalare i successi di Lu Colombo con Maracaibo, di Giuni Russo con Un’estate al mare, del Gruppo Italiano con Tropicana e di Gianni Togni con Luna.[5]
Gli anni novanta segnano una standardizzazione delle hit estive con dei singoli da battaglia, trascinati dal successo del canale televisivo dedicato ai videoclip musicali MTV, che riportano al centro dell’attenzione la melodia. Tra i pezzi estivi di maggior successo del periodo ricordiamo: Un’estate italiana di Edoardo Bennato e Gianna Nannini (inno ufficiale del campionato mondiale di calcio del 1990, disputati in Italia), Sotto questo sole di Francesco Baccini e i Ladri di Biciclette, Hanno ucciso l'Uomo Ragno degli 883, Mare mare di Luca Carboni, Solo una volta (o tutta la vita) di Alex Britti e 50 Special dei giovanissimi Lùnapop. A cavallo tra questo decennio e quello seguente, inoltre, l'Italia vede la prima grande diffusione della musica pop latina, grazie al cantante portoricano Ricky Martin, autore di hit come Marìa (1996), La copa de la vida (inno ufficiale dei mondiali di calcio del 1998) e Livin’ la vida loca (1999), ed alla cantante Noelia, anch'essa originaria di Porto Rico, con il brano Candela (pubblicato nel 1999 e diventato popolare in Italia nell'estate del 2001).[6] Non si devono dimenticare anche canzoni come Lambada dei Kaoma (1989) o Macarena dei Los del Río (1993), che ebbero grande successo e sono ancora oggi regolarmente trasmesse e ballate.
Negli anni 2000 i tormentoni estivi sono brani pensati per colonizzare le radio e ottenere un successo immediato ma spesso effimero; un esempio classico in questo senso è Tre parole di Valeria Rossi, che, con un testo semplice e una melodia estremamente orecchiabile, può ben porsi allo stesso livello delle hit dei Righeira.[4] Sulla scia del grande successo di questo brano si pongono altre hit del decennio, come Aserejé del gruppo musicale spagnolo Las Ketchup, Vamos a bailar (Esta vida nueva) di Paola & Chiara, Como suena el corazon di Gigi D'Alessio - queste ultime due canzoni mischiano italiano e spagnolo, come altre del periodo - La canzone del capitano di DJ Francesco, La camisa negra di Juanes, Hips Don't Lie di Shakira, Umbrella di Rihanna e Bruci la città di Irene Grandi. Nell'estate 2006, anno in cui l'Italia vinse i mondiali di calcio, si ricordano inoltre Seven Nation Army dei The White Stripes, che divenne un coro da stadio, e due brani italiani realizzati proprio in occasione del mondiale, ovvero Cuore azzurro dei Pooh e Siamo una squadra fortissimi di Checco Zalone.
Gli anni 2010 e 2020, dal punto di vista musicale, consolidano in Italia il successo del rap; in tal senso, sono da ricordare Roma-Bangkok di Baby K e Giusy Ferreri e Andiamo a comandare di Fabio Rovazzi, brano nato sui social che, con un testo semplice ed efficace, diventa una vera hit. Molto successo hanno avuto anche altri brani della rapper Baby K, tra cui Da zero a cento e Non mi basta più, nonché Waka Waka (This Time for Africa) di Shakira (che fu l'inno dei mondiali di calcio del 2010), Non vivo più senza te di Biagio Antonacci, Riccione dei Thegiornalisti, Amore e capoeira di Takagi & Ketra e Giusy Ferreri, Makumba di Noemi e Carl Brave e Italodisco dei The Kolors; in parallelo continua il successo dei brani latini scritti e interpretati da artisti lusofoni, ad esempio Balada di Gusttavo Lima, e ispanofoni come El perdón, Bailando e Duele el corazón di Enrique Iglesias, El mismo sol, Sofia e La cintura di Álvaro Soler e Despacito di Luis Fonsi.[5]
Nonostante l'origine tipicamente musicale, il termine tormentone viene usato in Italia anche in altri ambiti caratteristici, ad esempio nei mondi della politica, della linguistica[7], del gossip, della moda[8] e dello sport. Relativamente al calcio, ad esempio, già nelle estati degli anni '80 si parlava di "tormentone" riferendosi ai giocatori protagonisti degli affari più importanti in lavorazione nel calciomercato[9][10]. Analogamente, viene definita "tormentone" una storia d'amore tra due personaggi pubblici ampiamente pubblicata sui media specializzati in gossip, a prescindere dal fatto che essa abbia luogo nei mesi estivi o meno.
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