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poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo indiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Rabindranath Tagore, chiamato talvolta anche con il titolo di Gurudev, nome anglicizzato di Rabíndranáth Thákhur (রবীন্দ্রনাথ ঠাকুর, रबीन्द्रनाथ ठाकुर; AFI: [ɾobin̪d̪ɾonat̪ʰ ʈʰakuɾ]; Calcutta, 7 maggio 1861 – Calcutta, 7 agosto 1941), è stato un poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo indiano.
«[...] Il piccolo, nudo, guardava il cielo, e nella sua mente smarrita salì una domanda: "Dove sarà mai la strada del paradiso?". Il cielo non rispose, solo le stelle scintillavano, lacrime nella notte silenziosa.»
Poeta, prosatore, drammaturgo e filosofo bengalese, nacque il 7 maggio del 1861 nell'antica residenza famigliare di Jorasanko, a Calcutta, da una famiglia appartenente ad un'elevata aristocrazia che svolse un ruolo importante nella vita culturale, artistica, religiosa e politica del Bengala. Per la vita le fonti sono costituite dai ricordi narrati dallo stesso autore:
e dalle biografie presenti nelle edizioni italiane:
Il nonno Dwarkanath (1794 - 1846), soprannominato Il Principe, era un importante uomo d'affari che aveva stretti contatti con la Compagnia delle Indie: aveva investimenti in trasporti, esportazioni, assicurazioni, banche, miniere di carbone, indaco, agenzie immobiliari. Insieme all'amico Raja Ramohan Roy, aveva fondato il Brahmo samaj, la Chiesa Teista dell'India; fu uno dei primi indiani a ricevere onori nelle corti di Inghilterra in cui fece un viaggio nel 1842 e fu ricevuto dalla regina Vittoria.[1][2] Il padre Debendranath (1817 - 1905), soprannominato Il Maharsi (il saggio) era un filosofo indù e riformatore religioso, attivo nel Brahmo Samaj, movimento religioso fondato nel 1848. Ciò non gli impedì di mantenere i suoi affari mondiali e di amministrare le proprietà materiali che includevano residenze nei diversi distretti del Bengala e la tenuta di Santiniketan vicino a Bolpur nel distretto di Birbhum.
Rabindranath era il più giovane di quattordici fratelli, molti dei quali divennero personalità importanti nel campo artistico e culturale. Non segue studi regolari: il padre si assume la sua educazione. All'età di undici anni, nel 1873, assieme al padre compie il suo primo viaggio fuori da Calcutta e visita Amritsar, Santiniketan, Dalhoisie nella zona himalayana. Nel 1874 muore la madre e lui vive col fratello maggiore Dwijendranath (1840–1926), poeta, musicista e filosofo, e la moglie di lui Kadambari (1858 - 1884). Pubblica le sue prime composizioni poetiche o drammatiche su riviste letterarie. Una delle prime è il poema Il lamento della natura. Nel 1878 compie il suo primo viaggio in Inghilterra e vi rimane 17 mesi. Henry Morley sarà il suo insegnante di letteratura e musica. Al ritorno in patria compone un dramma musicale Il genio di Valmiki e I canti della sera.
Nel 1883 sposa Mrinalini Devi (1874–1902), una bambina di dieci anni, scelta dalla famiglia. Va a vivere con la moglie a Ghazipur. Dall'unione nasceranno cinque figli. Nel 1890 compie il suo secondo viaggio in Europa: visita oltre all'Inghilterra, l'Italia e la Francia. Al suo ritorno pubblica numerose nuove opere: Il diario di un viaggiatore in Europa, Sonar Tarj La barca d'oro, Chitra, i drammi Fiume e Maledizione dell'addio. Si impegna attivamente nel movimento nazionale e diventa presidente della Conferenza Provinciale del Bengala. Dal 1897 al 1899 pubblica cinque nuove raccolte di poesie: Kanika, Katha, Kahini, Kaipana, Kashanika. Decide successivamente di ritirarsi dalla vita pubblica di Calcutta e di andare a vivere a Santiniketan, un possedimento del padre e luogo di ritiro spirituale. Fonda una scuola dai principi pedagogici ispirati ad antichi ideali indiani.
Nel 1902 muore la moglie, nel 1904 la figlia, nel 1907 il figlio più giovane. Il poeta è affranto dal dolore e scrive composizioni che riflettono il suo stato d'animo: Luna crescente, Soron, Nashta Nir Il nido distrutto, Chokher Bali Pugno nell'occhio. Dal 1907 al 1910 compone le 157 poesie che saranno pubblicate nella raccolta intitolata Gītāñjali.
Nel 1912 compie il terzo viaggio in Europa. Il grande poeta irlandese William Butler Yeats, entusiasta dell'opera del poeta scrive la prefazione all'edizione inglese di Gitanjali (Offerta di canti). nel 1913 pubblica The Gardner, The crescent moon e Sadhana.
Il mondo occidentale lo premia col Premio Nobel per la letteratura nel 1913,
«Per la profonda sensibilità, la freschezza e la bellezza dei versi con i quali, con consumata capacità, ha reso il proprio pensiero poetico, espresso in inglese con parole proprie, parte della letteratura occidentale.»
Fu il primo Nobel letterario non occidentale nella storia del premio. L'Università di Calcutta nello stesso anno gli conferisce la laurea honoris causa.
Tornato in India nel 1914 pubblica le 47 liriche di Balaka, il poeta è molto scosso dall'infuriare della guerra. In questi anni avrà i suoi primi incontri con Gandhi da poco rientrato in India dal Sudafrica. Nell'aprile del 1916 riceve l'invito di tenere una serie di conferenze negli USA e in Giappone.
Nel 1915 era stato insignito da Giorgio V dell'onorificenza di cavaliere della corona inglese, ma quando nel 1919, nel Punjab ad Amritsar, le truppe del generale Reginald Dyer sparano su una folla di manifestanti dando luogo a un terribile massacro, ricordato col nome di Jalianwalla Bagh, Tagore scrive una lettera di sdegno al viceré dell'India Lord Chelmsford e rinuncia all'onorificenza.
Nel 1921 realizza il progetto di trasformare la scuola di Santiniketan in un'università internazionale, La Vishva Bharati University. Ad essa devolve i proventi del premio Nobel e i diritti d'autore dei suoi libri. Compie una serie di viaggi nel mondo per raccogliere fondi per l'Università: nel 1924 è in Malesia, Cina, Giappone. Poi si reca in Argentina, nel 1927 è in Italia. Nel 1928 la serie di conferenze tenute in Inghilterra diventano una pubblicazione dal titolo The religion of Man La religione dell'uomo.
Dal 1928 fino alla morte crea circa 2400 opere, tra disegni e dipinti. Molte saranno esposte negli Stati Uniti e in Europa. A Roma, nel 2012, la Galleria Nazionale di Arte Moderna ha allestito una mostra dal titolo The Last Harvest - Una mostra internazionale di dipinti di Rabindranath Tagore.[3][4][5]
Partendo dalla contemplazione della Natura, Tagore giunge ad una concezione monistica, al credo nell'Assoluto, l'Uno onnivadente che si trova nell'immensità dei cieli, nella varietà della natura, nella profondità della coscienza, come espresso anche dai testi filosofico-religiosi Upanishad. La visione cosmica di Tagore si configura nell'oscillazione tipicamente indiana fra panteismo e teismo, nella ricerca sospirosa di Dio e nell'accettazione della vita in ogni suo aspetto.[6] Tagore è sempre colpito dallo spettacolo della natura, sia essa benevola o in trepidante attesa dell'imminente monsone, o sconvolta dal "cupo amore" delle nubi, per cui "geme la foresta / e trema il fiore" (Gītāñjali, 35). E il Sole nel cielo appare al poeta come l'immagine della potenza cosmica: "Al Sole / generatore del mondo, / nella cui gloriosa luce / l'uomo primieramente vide la verace forma di Dio".[7] Per il poeta ogni creatura vale in quanto è tale, senza le inique distinzioni di casta o di classe. Ne è un esempio l'amicizia tra la piccola bengalese Mini e il rude afghano che vede nella bambina la propria figlioletta lontana, fatto che conferisce al racconto Kabuliwalla (nel volume Il malefizio delle pietre) un valore morale universale.
Il nonno di Tagore, principe Dvarkanath, aveva fondato nel 1828 insieme con Rammohan Roy il Brahmo samaj, "la congregazione di Dio", il movimento teistico, ispirato da idee cristiane e islamiche, del quale il padre del poeta fu uno dei capi. E Tagore risentì dell'influsso di questa corrente di pensiero. Il poeta fu molto attento anche agli umili e ai derelitti, nei quali vedeva la presenza di Dio: "dove sta il più disprezzabile di tutti, / il più povero dei poveri / Tu regni" (Gītāñjali 107).[8]
Tagore è stato tradotto praticamente in tutte le lingue europee, risultando forse l'autore di origini bengalesi più noto in Occidente, anche grazie alla sua grande amicizia con il musicologo inglese Arthur Henry Fox Strangways, che si è impegnato a diffondere le sue opere in Occidente.[11]
La sua produzione letteraria è molto varia:
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