Quartiere IACP Lorenteggio
complesso residenziale di Milano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Quartiere IACP Lorenteggio, già “Quartiere IFACP Renzo e Mario Mina”[1], è un complesso di edilizia residenziale pubblica di Milano disposto su sei isolati e sito nel quartiere del Lorenteggio.
Quartiere IACP Lorenteggio | |
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Via Apuli | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Milano |
Coordinate | 45°26′48.12″N 9°07′53.33″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Stile | razionalista |
Realizzazione | |
Architetto | Giovanni Broglio |
Il complesso venne costruito dal 1938 al 1944 dall'Istituto Fascista Autonomo Case Popolari (IFACP) di Milano[2][3], che ne curò anche la progettazione urbanistica attraverso il proprio Ufficio Tecnico, diretto dall'architetto Giovanni Broglio[3].
La progettazione dei singoli edifici fu opera di Guido Baselli, Piero Della Noce, Alberto Morone, Fausto Natoli e Tullio Tolio[3].
Il complesso, di forma quadrangolare, si estende sull’area di sei isolati, ed è suddiviso in due parti da via Segneri, che ha andamento diagonale. I sei isolati corrispondono ai sei lotti in cui il complesso residenziale è suddiviso, indicati con le lettere alfabetiche da “A” a “F”[3].
Gli edifici sono ordinati in stecche parallele, secondo una prassi urbanistica tipica del razionalismo, in parte flesse per adattarsi alla maglia stradale prevista dal piano regolatore; anche il disegno delle facciate, all’epoca definito eufemisticamente “di disadorna semplicità”, risente dell’influenza razionalista, adottata più per motivi economici che per reale convinzione[3][4][5].
Le piante degli edifici sono convenzionali, con l'adozione di uno schema a ballatoio e l'alta percentuale di alloggi minimi, mono- o bilocali. La struttura portante, progettata durante il periodo delle cosiddette “inique sanzioni”, è in muratura piena, scelta in vece del calcestruzzo armato perché autarchica[3][5].
Il complesso, destinato a un'utenza “popolarissima” costituita da baraccati e sfrattati, fu costruito con criteri di stretta economia, dovuti anche al periodo bellico, e conobbe pertanto un precoce degrado.
La dotazione minima di servizi pubblici, limitati alle docce comuni poste nei cortili ed a qualche negozio, accentuò la ghettizzazione e l’isolamento sociale, che perdurano tuttora.[3] La composizione sociale del complesso popolare infatti è di basso reddito ed è caratterizzata da una parte da un'ampia fascia anziana, dall'altra da famiglie migranti di origine straniera, insediatesi in tempi più recenti.[6]
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