Crocevia, da 4 000 anni, di rotte e di popoli, l'isola, secondo un'ormai consolidata leggenda, venne chiamata Kallíste (la più bella) dai Greci. Oggi è chiamata "l'Île de Beauté", ovvero "l'isola della bellezza".
Con circa un terzo del suo territorio protetto come parco naturale, e gran parte del litorale ancora immune dalle colate di cemento che hanno deturpato gran parte delle coste mediterranee, la Corsica, quasi spopolata (31 abitanti/km²), basa buona parte della sua economia sul turismo, che permette di raddoppiare all'incirca la sua popolazione d'estate. Alla ricettività, ben sviluppata e assortita per offerte e destinazioni (dall'alpinismo alla subacquea), si affianca la tradizionale economia agro-pastorale e vinicola, cui negli ultimi anni, pur tra difficoltà e contraddizioni, si aggiunge una timida apertura verso il terziario avanzato.
Con i suoi 8681km² di superficie, la Corsica sorge dal mar Mediterraneo come una catena di aspre montagne e rientra tra le isole appartenenti alla regione geografica italiana. Di forma allungata lungo i meridiani, misura 183km da Capo Corso (a nord) a Capo Pertusato (a sud), mentre la larghezza massima è di 83km. Lo stretto delle Bocche di Bonifacio la separa dalla costa settentrionale della Gallura (Sardegna).
A est il promontorio più vicino sulla penisola è quello di Piombino (82km), mentre il litorale francese (Costa Azzurra) si trova, nel punto più prossimo, a circa 170km a nord-ovest, all'altezza di Capo Corso. Lo sviluppo costiero è di circa 1200km, solo 300 dei quali sono costituiti da spiagge, più frequenti sulla costa orientale.
La dorsale montuosa principale percorre l'isola trasversalmente, da nord-ovest a sud-est, dividendo la Corsica in due regioni, distinte in buona parte da un punto di vista geologico, con prevalenza di rocce cristalline granitiche sul versante a sud e a ponente e di rocce scistose e zone alluvionali a levante. Tale divisione è ricalcata anche dalla divisione amministrativa in due dipartimenti ed ha avuto importanti conseguenze storiche. Il monte Cinto (2706m) è la cima più elevata dell'isola; numerosi sono gli altri massicci montani raggiungono i 2 000 metri, con un'altitudine media dell'isola supera i 500 metri (568m). Il Golo è il fiume più lungo dell'isola con oltre 89km di percorso, mentre lo Stagno di Biguglia, a sud di Bastia, è il più vasto lago dell'isola, con una superficie di 1 450 ettari (14,5km²).
Il clima della Corsica è in generale di tipo mediterraneo, con estati calde e secche ed inverni miti e piovosi lungo la fascia costiera, più freddi e nevosi sulle montagne dell'interno, in funzione dell'altitudine. La temperatura media annuale (12°C) è poco indicativa, in quanto l'isola ospita numerosi microclimi determinati dalla propria tormentata struttura orografica: sono tuttavia sempre dominanti la luminosità e l'insolazione tipiche del Mediterraneo. La temperatura media annuale delle coste è di 16,6°C con una media invernale di 7-8°C ed una media estiva di 25°C. Le precipitazioni sono concentrate in autunno e inverno, mentre il periodo da giugno a ottobre è caratterizzato da una forte siccità con scarsissime possibilità di pioggia.
Grazie a una serie di audaci campagne militari e alleanze, conquistò e governò larga parte dell'Europa continentale, esportando gli ideali rivoluzionari di rinnovamento sociale e arrivando a controllare numerosi Regni europei, tramite persone a lui fedeli. La sua riforma del sistema giuridico (confluita nel Codice Napoleonico), introdusse chiarezza e semplicità delle norme e pose le basi per la moderna giurisdizione civile.
La campagna di Russia segnò la fine del suo dominio sull'Europa. Sconfitto a Lipsia dagli alleati europei nell'ottobre 1813, Napoleone abdicò il 14 aprile 1814 e fu esiliato nell'isola d'Elba. Nel marzo 1815, abbandonata furtivamente l'isola, sbarcò vicino ad Antibes e rientrò a Parigi riconquistando il potere, per il periodo detto dei "Cento giorni", finché non venne definitivamente sconfitto a Waterloo, dalla settima coalizione, il 18 giugno 1815. Trascorse gli ultimi anni di vita in esilio nell'isola di Sant'Elena, sotto il controllo dei britannici.
Abitata già nel neolitico dal popolo corso dei Cervini, sotto l'imperatore Tiberio (14-37) venne abitata stabilmente. La città venne distrutta prima dai Vandali e poi, definitivamente, dai saccheggi saraceni. Venne rifondata durante l'occupazione genovese; bel 1757 resistette a Pasquale Paoli, mentre nel 1768 fu l'ultima città della Corsica a entrare a far parte della Francia.
Le Bocche di Bonifacio (in corsoBucchi di Bunifaziu, in franceseBouches de Bonifacio, in sardoIstrettu de Bonifacio, in gallurese e sassareseBocchi di Bunifaciu o Bocchi di Bonifaziu, in catalanoEstret de Bonifacio) sono uno stretto di mare che separa la Sardegna dalla Corsica che distano nel punto più breve circa 11 km. Il nome deriva dalla città corsa di Bonifacio, lo stretto divide la città di Bonifacio da Santa Teresa di Gallura.
Mette in comunicazione il mar di Sardegna (a ovest) con il mar Tirreno (a est) ed ha una larghezza di 15-20 km, con una profondità massima di 100 m. All'imbocco orientale, si trovano le isole italiane dell'arcipelago della Maddalena e quelle francesi di Cavallo e di Lavezzi.
È molto conosciuto dai naviganti per la pericolosità delle sue acque, disseminate di scogli e attraversate da forti correnti.
Furono fatali per la fregata francese la Sémillante che il 5 febbraio1855, mentre era diretta da Tolone al mar Nero per partecipare alla guerra di Crimea, a causa di una violenta tempesta fu sbattuta sugli scogli. Nel naufragio morirono tutti i 700 soldati che trasportava.
La Bandiera Testa Mora fu adottata dal generale della nazionePasquale Paoli nel 1755, basandosi sulla versione preesistente della bandiera, che riportava il moro con gli occhi coperti dalla bandana. Paoli volle che il moro fosse sbendato, per simboleggiare la liberazione del popolo corso.
La bandiera venne usata dalla effimera Repubblica della Corsica, e quindi bandita dopo il 1769, quando la Francia comprò l'isola per ripianare i debiti della Repubblica di Genova e represse l'endemica ribellione isolana. Durante il periodo di dominazione imperiale francese (1769-1789), i patrioti corsi usarono di nuovo la versione della bandiera con il moro bendato, come segno di protesta.