Durante la sua vita e soprattutto nel primo anno dopo la sua morte, diverse località furono intitolate a Tito. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia molti di questi luoghi sono tornati ai loro nomi originali.
Ad esempio, Podgorica, precedentemente chiamata Titograd (l'aeroporto internazionale di Podgorica è ancora identificato dal codice TGD), e Užice, precedentemente nota come Titovo Užice, la città è tornata al suo nome originale solo nel 1992.
A Kumrovec, sua città natale, è presente una grande statua in bronzo creata dall'artista croato Antun Augustinčić. Nel 2004 una esplosione decapitò la statua, in seguito riparata.[1]
A Marijin Dvor, quartiere di Sarajevo, capitale della Bosnia ed Erzegovina, è presente una importante statua di Tito, situata in un parco di fronte al campus universitario (ex. caserma JNA "Maršal Tito"). Ancora oggi bosniaci e sarajevesi commemorano e rendono omaggio a Tito. Il più grande monumento di Tito al mondo, alto circa dieci metri, si trova in Piazza Tito (in sloveno: Titov trg), la piazza centrale di Velenje, in Slovenia.[2][3] Anche a Skopje, capitale della Macedonia del Nord, c'è una grande statua dedicata al presidente jugoslavo.[4] Gli omaggi a Tito non sono solo nei paesi che un tempo componevano la Jugoslavia, infatti a Città del Messico è presente una grande statua raffigurante proprio l'ex presidente e statista jugoslavo.[5]
A Tito sono state dedicate molte piazze e molte vie. Uno dei ponti principali del secondo centro più popoloso sloveno, Maribor, è dedicato a Tito e si chiama Ponte Tito (in sloveno: Titov most).[6] La piazza centrale di Capodistria, la più grande città portuale slovena, si chiama Piazza Tito (in sloveno: Titov trg).
A Tito sono state dedicate anche svariate scuole. A Padina, villaggio della cittadina serba Kovačica, si trova la "Scuola elementare Maršal Tito".[7] Esistono scuole elementari dedicate a Tito anche a Strumica, in Macedonia del Nord e a Bansko, in Bulgaria.[8] A Skopje è presente la Scuola superiore "Josip Broz Tito".
A Tito, in tutti i paesi della ex Jugoslavia, sono stati dedicati numerosi condomini e numerose attività private, soprattutto numerosi ristoranti.
Molte città dei paesi ex jugoslavi e di altri paesi hanno intitolato a lui strade e piazze. Dopo la morte di Tito e dopo la dissoluzione della Jugoslavia, molte strade e molte piazze ripresero il loro nome originale.
Slovenia
Bisterza: Trg Maršala Tita (piazza principale della città);
Tolmino: Trg Maršala Tita (piazza principale della città);
Velenje: Titov trg (piazza principale della città, è presente la statua di Tito più alta del mondo).
Nel 2011, 2 anni dopo che una strada a Lubiana era stata intitolata a Tito, la Corte costituzionale slovena ha stabilito che l'intitolazione di una nuova strada a Josip Broz Tito era incostituzionale. La corte stabilì all'unanimità che Tito simboleggia gravi violazioni dei diritti umani e che intitolare la strada a lui glorifica il regime totalitario e viola la dignità umana.[10][11] Nel 2020 la Corte costituzionale slovena ha consentito un referendum contro la ridenominazione di Titova cesta (Via Tito) a Radenci. Contrariamente alla decisione sulla strada di Lubiana, la strada di Radenci era stata intitolata a Tito più di 40 anni fa; il tribunale ha respinto l'affermazione del sindaco secondo cui un referendum per mantenere il nome violerebbe la costituzione.[12]
Mursko Središće: Ulica Josipa Broza Tita (ora: Ulica Republike Hrvatske);
Zara: Obala Maršala Tita (ora: Obala kralja Petra Krešimira IV)
Zagabria: Trg maršala Tita (ora: Trg Republike Hrvatske). Nel febbraio del 2008, duemila manifestanti si riunirono nella piazza Josip Broz (Trg maršala Tita) di Zagabria, sede del Teatro Nazionale Croato, per chiedere che fosse ribattezzata Piazza del Teatro.[13] Tuttavia, centinaia di antifascisti accusarono questa folla di essere revisionista e neo-Ustaše, così il tentativo di ribattezzarla fallì.[14] Anche il presidente croato Stjepan Mesić si oppose pubblicamente alla ridenominazione. Tuttavia, la piazza è stata ribattezzata Piazza della Repubblica di Croazia (Trg Republike Hrvatske) dal sindaco Milan Bandić nel 2017.[15]
Zaprešić: Ulica maršala Tita (ora: Via Cardinale Aloysius Stepinac);
Belgrado: Maršala Tita (strada principale della città, ribattezzata Srpskih Vladara nel 1992, ora: Kralja Milana);
Zemun: Ulica maršala Tita (strada principale della città, ora: Glavna ulica);
Šabac: Maršala Tita (strada principale della città, dal 2005 è intitolata a Gospodar Jevremova);
Ruma: Maršala Tita (strada principale della città, ora: Glavna ulica);
Užice: Maršala Tita (strada principale della città, ora: Dimitrija Tucovića street);
Jagodina (Svetozarevo 1946–1992): Maršala Tita (strada principale della città, dal 1992 si chimama: Kneginje Milice);
Kikinda: Maršala Tita (strada principale della città, dal 1993: Kralja Petra I) e Titov trg (piazza principale della città, dal 1993: Trg srpskih dobrovoljaca);
Zrenjanin: Maršala Tita (strada principale della città, renamed back to Kralja Aleksandra in 1992);
Novi Sad: Bulevar maršala Tita (dal 1992: Bulevar Mihajla Pupina);
Batajnica: Josipa Broza-Tita (strada principale della città, dal 2004 è intitolata a Majora Zorana Radosavljevica);
Temerin: Maršala Tita (strada principale della città, dagli anni '90: Novosadska).
In onore di Tito, nove paesi o città jugoslave portarono il suo nome. Subito dopo la seconda guerra mondiale, quattro comuni il cui ruolo nel movimento di resistenza partigiana venne considerato come significativo ottennero l'aggettivo "di Tito" (localmente Titov/Titova/Titovo). Mentre la capitale della più piccola repubblica federale del Montenegro fu ribattezzata Titograd (Tito- città).[16][17] Dopo la sua morte, avvenuta nel 1980, si aggiunsero altre quattro città, per un totale di una in ciascuna delle sei repubbliche federali jugoslave e due nelle due province autonome. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia, tutte le città vennero ribattezzate.
Bosnia ed Erzegovina
Titov Drvar, attuale Drvar: dal 1981 al 1991.
Croazia
Titova Korenica, attuale Korenica: Dal 5 dicembre 1945 al 7 febbraio 1997.
(EN) Naming Street After Tito Unconstitutional, su sloveniatimes.com, 5 ottobre 2011. URL consultato il 13 maggio 2023 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2023).
(FR) Recipients of Médaille militaire, su france-phaleristique.com. URL consultato il 13 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2009).
(EN) "List of order of Victory recipients", su marshals.narod.ru. URL consultato il 13 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2004).
Benjamin Frankel, The Cold War, 1945–1991: Leaders and Other Important Figures in the Soviet Union, Eastern Europe, China, and the Third World, vol.2, Londra, Gale Research, 1992, ISBN978-0-8103-8928-1.