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storico, filologo e accademico rumeno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Moshe Idel (Târgu Neamț, 19 gennaio 1947) è uno storico e filologo rumeno naturalizzato israeliano.
«Sorregge la nostra lettura moderna l'immensa competenza amorosa di Moshe Idel, lo studioso e «tzaddìk», il giusto assegnato alla nostra epoca.»
Nato in Romania, Moshe Idel si è trasferito in Israele nel 1963, dove ha iniziato a insegnare dal 1975.
Nel 1999 ha ricevuto l'Israel Prize per l'eccellenza dei suoi studi sul pensiero ebraico, argomento che insegna alla cattedra che fu di Gershom Scholem. Nel 2002 gli è stato conferito l'Emmet Prize e dal 2006 fa parte dell'Israeli Academy.
È stato visiting professor presso diverse istituzioni, tra cui il Jewish Theological Seminary di New York (dove è Centennial Scholar-in-Residence), la UCLA di Los Angeles, la Yale University, la Harvard University, la Princeton University, la University of Pennsylvania, l'EHESS e il Collège de France di Parigi.
Oggi è Max Cooper Professor in pensiero ebraico (Jewish Thought) presso il Department of Jewish Thought, Mandel Institute della Hebrew University di Gerusalemme, oltre che Senior Researcher al Shalom Hartman Institute e al Tikvah Center for Law and Jewish Civilization di New York.
Dopo essere andato in pensione dall'Università Ebraica di Gerusalemme venne nominato professore alla cattedra di Matan'el per la ricerca di Cabbala del corso di laurea in Misticismo e spiritualità presso l'Istituto Accademico di Safed.
Si è occupato prevalentemente di mistica ebraica, studiando Abramo Abulafia (sul quale ha scritto la tesi di dottorato), Maimonide, Josef Caro 1488-1575 (o Yosef Karo), la figura leggendaria del Golem e la tradizione della Cabala, in particolare quella italiana di età medioevale e rinascimentale, ed è esperto dei rapporti tra chassidismo e misticismo.
La sua distinzione in tre millenni di storia dell'ebraismo porta a considerare prevalente e centrale nel pensiero ebraico:
Idel riesce a coniugare diversi approcci verso una metodologia di studio interdisciplinare in grado di usare strumenti e argomenti filologici, fenomenologici, antropologici e storico-religiosi, distinguendo in particolare l'aspetto teosofico-teurgico e estatico-profetico dell'interpretazione di diverse dottrine cabbalistiche, nel loro evolversi e intrecciarsi con speculazioni d'origine diversa (secondo dove si sono storicamente spostate o dove hanno subito influenze), con la filosofica greca, ellenistica, gnostica, araba ecc. con le varie discendenze e dipendenze sefardite o aschenazite.
Ha analizzato il Sefer ha-Qanah (trattato anonimo bizantino del XIV secolo), il Ša'are Ṣedeq (di cui ha individuato l'autore in rabbi Natan ben Sa'adyah Har'ar, discepolo di Abraham Abulafia), pubblicando articoli su riviste come «Qiryat Sefer», «Da'at», «'Alei Sefer», «Tarbiz», «Association of Jewish Studies Review», «Jerusalem Studies in Jewish Thought», «Jerusalem Studies in Jewish Folklore», «Sefunot», «Italian Judaica», «Michael», «Modern Judaism», «Mediterranean Historical Review», «Revue d'histoires des religions», «Jewish Studies», «Yuval», «Pe'amim», «Massu'ot», «Hebrew University Studies in Literature and Arts», «Diogenes», «Rassegna mensile di Israel» ecc.
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