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arcivescovo cattolico italiano (1946-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Michele Pennisi (Licodia Eubea, 23 novembre 1946) è un arcivescovo cattolico italiano, dal 28 aprile 2022 arcivescovo emerito di Monreale.
Michele Pennisi arcivescovo della Chiesa cattolica | |
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Mons. Michele Pennisi | |
Caritas Christi urget | |
Titolo | Monreale |
Incarichi attuali | Arcivescovo emerito di Monreale (dal 2022) |
Incarichi ricoperti |
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Nato | 23 novembre 1946 a Licodia Eubea |
Ordinato presbitero | 9 settembre 1972 dal vescovo Carmelo Canzonieri |
Nominato vescovo | 12 aprile 2002 da papa Giovanni Paolo II |
Consacrato vescovo | 3 luglio 2002 dal cardinale Salvatore De Giorgi |
Elevato arcivescovo | 8 febbraio 2013 da papa Benedetto XVI |
Nasce a Licodia Eubea, in provincia di Catania e diocesi di Caltagirone, il 23 novembre 1946. È originario di Grammichele.[1]
Fin da giovane partecipa attivamente al movimento Comunione e Liberazione.
Frequenta le scuole medie e il liceo presso il seminario di Caltagirone. Si trasferisce a Roma, dove è studente dell'Almo collegio Capranica; compie gli studi filosofici e teologici presso la Pontificia Università Gregoriana: ottiene la licenza in filosofia, nel 1968, e il dottorato in teologia, nel 1972.[2]
Il 9 settembre 1972 è ordinato presbitero, a Grammichele, dal vescovo Carmelo Canzonieri.[3]
Dopo l'ordinazione ricopre i seguenti incarichi:[1]
Il 12 aprile 2002 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Piazza Armerina;[3] succede a Vincenzo Cirrincione, deceduto il 12 febbraio precedente. Il 3 luglio 2002 riceve l'ordinazione episcopale, nella cattedrale di Piazza Armerina, dal cardinale Salvatore De Giorgi, co-consacranti il cardinale Salvatore Pappalardo e l'arcivescovo Paolo Romeo. Durante la stessa celebrazione prende possesso della diocesi.
L'8 febbraio 2013 papa Benedetto XVI lo nomina arcivescovo di Monreale;[2] succede a Salvatore Di Cristina, dimessosi per raggiunti limiti di età. Il 26 aprile seguente prende possesso dell'arcidiocesi.
Nel marzo 2014 Don Carlos Gereda y de Borbón, marchese di Almazán, 49ª gran maestro dell'Ordine militare ed ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme, previo assenso di Gregorio III Laham, patriarca di Antiochia dei melchiti e protettore spirituale dell'Ordine di San Lazzaro, lo nomina gran priore ecclesiastico dell'Ordine.
Il 21 settembre 2017 viene eletto vicepresidente della Conferenza episcopale siciliana.[4]
Il 26 settembre 2019 viene nominato dalla Conferenza Episcopale Italiana assistente ecclesiastico della Confederazione nazionale delle confraternite delle diocesi d'Italia, ente eretto e vigilato dalla medesima Conferenza; succede a Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli e di Palestrina.
Nella Conferenza episcopale siciliana è delegato per l'educazione cattolica, la scuola e l'università. È membro del Comitato scientifico delle Settimane dei cattolici Italiani, presidente della causa di canonizzazione di don Luigi Sturzo, priore di Sicilia del Sacro Militare Ordine costantiniano di San Giorgio (dal 2007) e cappellano maggiore del gran baliato di Sicilia dell'Ordine militare ed ospedaliero di San Lazzaro di Gerusalemme (dal 2019).
Nella Conferenza Episcopale Italiana è stato per un decennio segretario della Commissione episcopale per l'educazione cattolica, la scuola e l'università. È stato membro del Pontificio consiglio della giustizia e della pace e presidente dell'ABEI (Associazione Bibliotecari Ecclesiastici Italiani).
Il 28 aprile 2022 papa Francesco accoglie la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età, al governo pastorale dell'arcidiocesi di Monreale;[5] gli succede Gualtiero Isacchi, del clero di Albano. Rimane amministratore apostolico fino all'ingresso del successore, avvenuto il 31 luglio seguente. Da arcivescovo emerito si ritira a Grammichele, suo paese natale.[6]
Si impegna attivamente per far assegnare a delle cooperative di detenuti ed ex-detenuti i terreni confiscati a mafiosi.[7]
Nel febbraio 2008 gli viene assegnata la scorta, dopo aver ricevuto un volantino con minacce di morte dalla mafia gelese, per essersi rifiutato di celebrare in cattedrale il funerale del boss mafioso Daniele Emmanuello, ucciso il 3 dicembre 2007 in un conflitto a fuoco con la polizia.[8][9][10]
Rende la diocesi di Piazza Armerina un motore antimafia. Partecipa in modo convinto per concretizzare il progetto di legalità sentito dal popolo di Gela come una urgenza prioritaria.
Nel 2013 vieta alle confraternite dell'arcidiocesi di Monreale di accogliere confrati che sono affiliati alla mafia o altri generi di attività malavitosa.
La genealogia episcopale è:
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