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scrittore e filologo italiano (1955-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Michele Mari (Milano, 26 dicembre 1955) è uno scrittore, traduttore e poeta italiano.
Figlio del designer novarese Enzo Mari (1932-2020) e della disegnatrice e scrittrice milanese Iela Mari (pseudonimo di Gabriela Ferrario; 1931-2014), ha insegnato Letteratura italiana all'Università Statale di Milano[1][2] fino all'anno accademico 2019-2020. Dal 1992 risiede prevalentemente a Roma. Il suo primo testo narrativo (L'incubo nel treno, 1964) è nato come regalo di Natale per suo padre, che nel 1995 ne ha realizzato un'edizione in fac-simile fuori commercio.
Scrittore incline al pastiche manieristico, in linea con una tradizione espressiva che ha in Carlo Emilio Gadda, Tommaso Landolfi, Gesualdo Bufalino e Giorgio Manganelli[3] i suoi autori più rappresentativi, non ha però mai smesso di ispirarsi alla grande narrativa avventuroso-fantastica del Sette-Ottocento, cui ha dedicato un esplicito omaggio nel racconto Otto scrittori (in Tu, sanguinosa infanzia).
Dall'incontro fra letterarietà e immaginazione “nera” e mostruosa, nascono i suoi primi libri, che declinano in modi fantastici il tema del doppio, in chiave ora gotica (Di bestia in bestia) ora barocca (La stiva e l'abisso), passando per l'apocrifo leopardiano Io venìa pien d'angoscia a rimirarti.
Soprattutto nei racconti ha affrontato il tema dell'infanzia come momento fatidico da conservare tenacemente e feticisticamente (v. I palloni del signor Kurz, in Euridice aveva un cane; oppure Le copertine di Urania e L'uomo che uccise Liberty Valance in Tu, sanguinosa infanzia). Al tema della memoria sono riconducibili anche il céliniano Rondini sul filo (storia di un’ossessione postuma per una vita non vissuta), Verderame (dove il motivo della mnemotecnica si combina con un’investigazione non priva di tocchi horror) e soprattutto Asterusher e Leggenda privata, entrambi corredati da un apparato iconografico. Altre volte la scrittura autobiografica assume i modi della trattatistica letteraria, come nel diario militare Filologia dell'anfibio (con illustrazioni dell'autore) o nel testo che dà il titolo alla raccolta Fantasmagonia, occasioni per dispiegare iperbolicamente l'estro classificatorio e le idiosincrasie nevrotiche presenti in tutta la sua opera.
Altri romanzi contaminano oniricamente verità storica e invenzione fantastica: si vedano Tutto il ferro della torre Eiffel, ambientato nella Parigi di Walter Benjamin e di Louis-Ferdinand Céline, e Rosso Floyd, sulla vicenda umana e artistica dei Pink Floyd. Da ultimo, con il romanzo Roderick Duddle, si è cimentato con i modi della narrativa d'appendice.
Dopo più di trent'anni dalla prima edizione, ha ripubblicato in una nuova versione il romanzo d'esordio, Di bestia in bestia[4][5].
Mari ha una produzione poetica (Cento poesie d'amore a Ladyhawke, Dalla cripta) e grafica, affidata perlopiù a fumetti degli anni settanta (I Sepolcri illustrati, Il Visconte dimezzato), oggi raccolti nel volume La morte attende vittime. Rilevante infine l'attività critico-filologica e saggistica, volta soprattutto alla letteratura italiana del XVIII e XIX secolo e alla letteratura fantastica (I demoni e la pasta sfoglia). Ha curato diverse edizioni di classici antichi e moderni.
Collabora alle pagine letterarie di Repubblica, dopo aver scritto per anni sul Corriere della Sera e sul Manifesto. Ha tradotto L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, Ritorno all’isola del tesoro di Andrew Motion, Il richiamo della foresta di Jack London, Uomini e topi[6] di John Steinbeck, La macchina del tempo di H. G. Wells e La fattoria degli animali di George Orwell. Ai primi anni '80 risale invece la versione in endecasillabi sciolti del libro XXIV dell’Iliade.
Ha giocato nell'Osvaldo Soriano Football Club, la nazionale italiana calcistica degli scrittori[7].
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