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funzione matematica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
In matematica, il logaritmo di un numero in una data base è l'esponente al quale la base deve essere elevata per ottenere il numero stesso.[1] In generale, se , allora è il logaritmo in base di , cioè, scritto in notazione matematica,
Per esempio, il logaritmo in base di è poiché bisogna elevare alla terza potenza per ottenere , ovvero . Facendo riferimento alla succitata formula, avremo , e .
I logaritmi furono introdotti da Nepero all'inizio del 1600, e trovarono subito applicazione nelle scienze e nell'ingegneria, soprattutto come strumento per semplificare calcoli con numeri molto grandi, grazie all'introduzione di tavole di logaritmi.
La funzione (logaritmo in base di ) è la funzione inversa della funzione esponenziale in base data da
È di importanza fondamentale il logaritmo naturale, cioè il logaritmo che ha come base il numero di Nepero, indicato con Il logaritmo naturale è l'inverso della funzione esponenziale
Dati due numeri reali positivi e , con , si definisce logaritmo in base di l'esponente a cui elevare per ottenere Il numero viene chiamato argomento del logaritmo. In altre parole, se si scrive che
e si legge: è il logaritmo in base di
Le ipotesi su e sono necessarie per avere l'esistenza e l'unicità di infatti:
Per esempio, perché
I logaritmi possono anche essere negativi (a differenza della base e dell'argomento). Infatti
poiché
Dalle relazioni e , che valgono qualsiasi sia la base , derivano le proprietà di base:
Inoltre, dalla definizione segue che:
Una delle più importanti proprietà dei logaritmi è che il logaritmo del prodotto di due numeri è la somma dei logaritmi dei due numeri stessi. Allo stesso modo, il logaritmo del quoziente di due numeri non è altro che la differenza tra i logaritmi degli stessi. In altre parole valgono
Il logaritmo è, per definizione, l'esponente che si deve mettere alla base per ottenere come risultato:
Se scriviamo:
Usando le regole dell'esponenziale:
Applicando il logaritmo ad ambo i membri:
Il suo valore è ovviamente l'esponente stesso:
Se scriviamo:
Usando le regole dell'esponenziale:
Applicando il logaritmo ad ambo i membri:
Il suo valore è ovviamente l'esponente stesso:
Inoltre, il logaritmo di un numero elevato a una certa potenza è uguale a moltiplicato per il logaritmo del numero stesso. Da questo discende che il logaritmo della radice -esima di un numero è uguale all'inverso di per il logaritmo del numero, e che il logaritmo dell'inverso di un numero è l'opposto del logaritmo del numero stesso. In altre parole valgono le formule:
Se scriviamo:
Usando le regole dell'esponenziale:
Questo significa che è l'esponente da dare alla base per ottenere , ovvero usando i logaritmi:
Noto il valore di un logaritmo in una base, è semplice calcolarne il valore in un'altra base (spesso le calcolatrici danno il logaritmo solo in basi ed ).
Se , , e sono tutti numeri reali positivi (con e ):
dove k è una base qualsiasi. La formula può essere scritta nel modo seguente
e segue dalla relazione
Dalla formula del cambiamento di base, ponendo , si ricava la relazione seguente:
Supponiamo di voler calcolare , con e , rappresentato in una certa base .
Per calcolare la parte intera del logaritmo si procede nel modo seguente:
Al termine della procedura, equivale alla parte intera di .
Per calcolare le prime cifre della mantissa, rappresentata in una certa base , si esegue la seguente iterazione per :
Al termine di ogni iterazione, equivale all'-esima cifra della mantissa.
L'algoritmo può essere generalizzato anche per valori di , utilizzando le proprietà dei logaritmi. Abbiamo i seguenti tre casi:
Anche se in linea di principio i logaritmi possono essere calcolati in qualunque base positiva e diversa da , quelle più utilizzate sono tre:
Il metodo dei logaritmi fu proposto dallo scozzese Nepero nel 1614, in un libro intitolato Mirifici Logarithmorum Canonis Descriptio. Joost Bürgi inventò indipendentemente i logaritmi, ma pubblicò i suoi risultati sei anni dopo Nepero.
Per sottrazioni successive, Nepero calcolò per da a ; il risultato per è approssimativamente , ovvero . Nepero poi calcolò il prodotto di questi numeri per , con da a . Questi calcoli, che occuparono 20 anni, gli permisero di trovare, per ogni numero intero da 5 a 10 milioni, il numero che risolve l'equazione
Nepero chiamò inizialmente questo valore un "numero artificiale", ma successivamente introdusse il nome "logaritmo", dalle parole del greco "logos", proporzione, e "arithmos", numero. Usando una notazione moderna, i calcoli di Nepero gli permisero di calcolare
dove l'approssimazione compiuta corrisponde alla seguente:
L'invenzione di Nepero fu subito largamente acclamata: i lavori di Bonaventura Cavalieri (Italia), Edmund Wingate (Francia), Xue Fengzuo (Cina) e Giovanni Keplero (Germania) permisero di diffondere velocemente l'idea.
Nel 1647, il fiammingo Gregorio di San Vincenzo collegò i logaritmi alla quadratura dell'iperbole, dimostrando che l'area sottesa da a soddisfa
Il logaritmo naturale fu per la prima volta descritto da Nicolaus Mercator nel suo scritto Logarithmotechnia pubblicato nel 1668, anche se precedentemente l'insegnante di matematica John Speidell aveva compilato una tavola di logaritmi naturali nel 1619.
Intorno al 1730, Eulero definì la funzione esponenziale e la funzione logaritmo come
Eulero inoltre dimostrò che queste due funzioni erano una l'inversa dell'altra.
Semplificando calcoli complessi, i logaritmi contribuirono ampiamente all'avanzamento della scienza, e in particolare dell'astronomia. Lo strumento che ne permise l'uso pratico furono le tavole dei logaritmi. La prima di esse fu completata da Henry Briggs nel 1617, subito dopo l'invenzione di Nepero. Successivamente, furono scritte altre tavole con diversi scopi e precisione. In esse veniva elencato il valore di e di per ogni numero in un certo intervallo, con una precisione fissata e con una base scelta (solitamente ). Per esempio, la tavola di Briggs conteneva il logaritmo in base di tutti i numeri da a , con una precisione di otto cifre decimali. La funzione , poiché inversa del logaritmo, venne chiamata antilogaritmo.
Il prodotto e il quoziente di due numeri e venivano così calcolati con rispettivamente la somma e la differenza dei loro logaritmi. Il prodotto è l'antilogaritmo della somma dei logaritmi di e :
Il quoziente è l'antilogaritmo della differenza dei logaritmi di e :
Per compiere calcoli complessi con una buona precisione queste formule erano molto più veloci del calcolo diretto oppure dell'utilizzo di metodi precedenti, come quello di prostaferesi.
Anche il calcolo di potenze e di radici veniva semplificato, riducendosi a moltiplicazione e divisione di logaritmi:
e
Operando sui numeri reali, la funzione logaritmo è la funzione definita da
La funzione ha come dominio l'intervallo In figura sono disegnati tre esempi della funzione logaritmo con diversi valori per la base . La curva rossa è per la funzione con base costante di Nepero (valore approssimato: ). Come si può notare dal grafico, il dominio della funzione logaritmo (l'insieme entro cui variano i valori delle ), è l'intervallo ; mentre il codominio, insieme in cui variano i valori delle , è .
La funzione logaritmo è derivabile e la sua derivata è la seguente:
dove ln è il logaritmo naturale, cioè con base . In particolare, la relazione seguente è fondamentale nel calcolo infinitesimale:
L'eguaglianza è dimostrabile usando la regola della funzione inversa:
La funzione inversa del logaritmo è la funzione esponenziale, la cui derivata coincide con se stessa:
Ne segue:
Si può utilizzare direttamente la definizione di derivata:
e, ricordando il limite notevole del logaritmo, si ottiene:
La derivata seconda della funzione logaritmo è
Se , questo valore è sempre negativo e la funzione è quindi funzione concava. Se è invece sempre positivo e la funzione è convessa.
La funzione logaritmo è continua e quindi integrabile. La funzione integrale del logaritmo, con base generica , è (applicando l'integrazione per parti):
dove è la costante di integrazione, cioè una costante reale arbitraria.
La funzione logaritmo è analitica. Non è possibile però descrivere la funzione su tutto il suo dominio con una sola serie di potenze (come avviene ad esempio per la funzione esponenziale): lo sviluppo centrato in un punto ha infatti raggio di convergenza ed è quindi convergente solo nell'intervallo . Ad esempio, lo sviluppo in è il seguente:
Per lo studio di funzioni esponenziali in cui è necessario estrapolare dati o parametri in modo semplice è possibile sfruttare la funzione logaritmo per ricavare una relazione implicita della funzione originale avente il vantaggio di essere lineare. Ad esempio, per una funzione descrivibile come
con a e b costanti è possibile pervenire alla relazione:
che sul piano semi-logaritmico rappresenta una retta che interseca l'asse delle ordinate in ln(a), con derivata prima b e angolo di inclinazione pari ad arctan(b): in questo modo l'estrapolazione dei dati per la nuova funzione è più semplice ed accessibile.
La funzione logaritmo può essere estesa ai numeri complessi diversi da zero. Nel caso in cui si tratti di un logaritmo naturale con argomento complesso vale la formula seguente:
con l'unità immaginaria e l'argomento di . Il logaritmo complesso è in realtà una funzione a più valori, determinati dal parametro intero .
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