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Junio Valerio Borghese
militare e politico italiano (1906-1974) / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Junio Valerio Borghese[1] (Artena, 6 giugno 1906 – Cadice, 26 agosto 1974) è stato un militare, politico e nobile italiano, membro della principesca famiglia Borghese.
Junio Valerio Borghese | |
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Presidente del Movimento Sociale Italiano | |
Durata mandato | 1951 – 1953 |
Predecessore | Carica creata |
Successore | Rodolfo Graziani |
Dati generali | |
Partito politico | PNF (1926-1943) PFR (1943-1945) MSI (1951-1968) FN (1968-1970) |
Professione | Militare |
Junio Valerio Borghese | |
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Soprannome | Il principe nero |
Nascita | Artena, 6 giugno 1906 |
Morte | Cadice, 26 agosto 1974 |
Luogo di sepoltura | Basilica di Santa Maria Maggiore |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() ![]() |
Forza armata | ![]() ![]() |
Specialità | Sommergibilista |
Anni di servizio | 1928–1945 |
Grado | Capitano di fregata |
Guerre | Guerra civile spagnola Seconda guerra mondiale |
Campagne | Teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale Campagna d'Italia |
Battaglie | Impresa di Alessandria |
Comandante di | Iride Scirè Xª Flottiglia MAS Xª Flottiglia MAS |
Decorazioni | Medaglia d'oro al valor militare |
Altre cariche | Politico |
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Comandante della Xª Flottiglia MAS, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 aderì alla Repubblica Sociale Italiana (RSI) come sottocapo di Stato Maggiore della Marina Nazionale Repubblicana, combattendo al fianco dei nazisti contro l'esercito anglo-americano. Ai suoi ordini la Xª Flottiglia MAS della RSI si segnalò per la particolare violenza e brutalità in funzione antipartigiana, compiendo atti per la quasi totalità dei quali, nel dopoguerra, evitò di risponderne o ebbe una condanna mite[2], a causa delle pressioni dell'OSS[3][4][5] e di settori dei servizi italiani[6][7].
Molti di questi atti, poi riconosciuti come crimini di guerra[8], furono occultati per decenni e vennero alla luce solo dopo il 1994 con la scoperta degli "armadi della vergogna"[9][10].
Fu presidente del Movimento Sociale Italiano dal 1951 al 1953. Nel 1970 si fece promotore di un fallito colpo di Stato, passato alla storia come "golpe Borghese" o "golpe dell'Immacolata", nonché di altre iniziative eversive rientranti nel quadro della "strategia della tensione"[11][12].