Glorenza
comune dell'Alto Adige/Südtirol, Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Glorenza (Glurns in tedesco, Gluorn in romancio) è un comune italiano di 913 abitanti[2] della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige, situato nell'Alta Val Venosta, lungo la strada verso il Passo del Forno. Si trova a 10 chilometri dal confine svizzero.
Glorenza comune | |
---|---|
(IT) Glorenza (DE) Glurns | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Bolzano |
Amministrazione | |
Sindaco | Erich Josef Wallnöfer[1] (lista civica Für Glurns) dal 10-10-2021 |
Lingue ufficiali | Italiano, Tedesco |
Territorio | |
Coordinate | 46°40′17.37″N 10°33′14.09″E |
Altitudine | 907 m s.l.m. |
Superficie | 13,22 km² |
Abitanti | 913[2] (01-08-2023) |
Densità | 69,06 ab./km² |
Comuni confinanti | Malles Venosta, Prato allo Stelvio, Sluderno, Tubre |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 39020 |
Prefisso | 0473 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 021036 |
Cod. catastale | E069 |
Targa | BZ |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[3] |
Cl. climatica | zona F, 3 765 GG[4] |
Nome abitanti | (IT) glorenzini (DE) Glurnser[5] |
Patrono | san Pancrazio |
Giorno festivo | 12 maggio |
Cartografia | |
Posizione del comune di Glorenza nella provincia autonoma di Bolzano | |
Sito istituzionale | |
È il più piccolo comune dell'Alto Adige a fregiarsi del titolo di città (in tedesco Stadtgemeinde). A Glorenza esiste il detto: "La nostra città è così piccola che dobbiamo andare a messa fuori dalle mura"[6].
Glorenza è situata in Alta Val Venosta, presso i paesi di Malles Venosta e Sluderno.
La città è attraversata dal fiume Adige.
Il toponimo è attestato come "Glurnis" nel 1163 e "Glurns" nel 1228. Esso deriva da colurnus, variante del latino corylus (che significa "nocciolo")[7][8].
Nel 1309 Glorenza fu elevata a città (risultando la più piccola delle otto presenti nella provincia). Venne completamente rasa al suolo nel 1499, dopo la battaglia della Calva, nel corso della guerra sveva, che opponeva l'imperatore Massimiliano I alla Confederazione dei tredici Cantoni. Dopo questa distruzione, l'imperatore Massimiliano decise di ricostruirla e di munirla di mura (le quali si sono conservate intatte fino al presente e sono uno dei principali luoghi d'interesse della città), trasformandola in una testa di ponte verso i possedimenti asburgici in Svizzera. Anche dopo che questi, poco tempo dopo, furono perduti, Glorenza conobbe comunque lunghi secoli di prosperità come città mercantile, grazie soprattutto al commercio del salgemma proveniente da Hall (Tirolo settentrionale) e destinato in Svizzera.
Nel 1500 Glorenza divenne sede di un tribunale civile (in precedenza situato a Malles) per volere di Massimiliano I. Tra i processi che ci sono stati tramandati vi fu quello dell'ottobre 1519, istruito a seguito di una denuncia sporta da tale Simon Fliess, abitante di Stelvio, per conto dei suoi compaesani, contro il giudice Wilhelm Hasslinger, accusato di non aver fatto abbastanza per contrastare la presenza dei ratti nella zona. Il procedimento si concluse un anno dopo, allorché la sentenza del giudice ordinò la costruzione di un ponte lungo l'Adige per consentire la migrazione dei topi[9].
Fino all'annessione dell'Alto Adige all'Italia, nel 1919, Glorenza rimase la sede giudiziaria competente per tutta l'Alta Val Venosta.
Tra l'abitato di Malles e quello di Glorenza venne edificato lo sbarramento Malles-Glorenza, un avamposto militare facente parte del Vallo Alpino in Alto Adige, che con i suoi bunker, difendeva il territorio da una possibile invasione[10].
Nel 1853 il comune di Curon cercò di abbassare il livello dell'acqua del Lago Mittersee al fine di bonificare l'area e creare aree agricole, costruendo un nuovo argine. Nella primavera del 1855 - a lavori quasi terminati – il livello dell'acqua iniziò a salire a causa delle forti piogge e dello scioglimento della neve, ed ebbe come conseguenza la rottura dell'argine.[11] Neanche il lago Haidersee, posto a quota più bassa, riuscì a trattenere la defluizione dell'acqua che arrivò a distruggere i comuni di Burgusio, Clusio e Laudes. All'interno del fondovalle si venne a creare un lago paludoso vicino ai comuni di Sluderno e di Glorenza. Grazie alle mura fortificate, la città non subì la distruzione totale e non si registrarono morti; tuttavia i danni furono notevoli. Donazioni per la ricostruzione dei paesi calamitati arrivarono da tutto l'impero austro-ungarico e da città come New York e Boston.
In epoca fascista, sopra le porte murarie della città vennero scolpite scritte inneggianti al fascismo, con annessa firma di Mussolini. Tali frasi furono cancellate nel 1945, ma risultano tuttora parzialmente leggibili.
Dalla fine del XX secolo il borgo ha conosciuto una crescente importanza come centro d'attrazione turistica, essendo altresì inserito nel circuito "I borghi più belli d'Italia".
«Partito: il 1° d'argento, all'aquila tirolese uscente dalla partizione; il 2° interzato in fascia di nero, d'argento e di rosso.»
L'aquila rappresenta l'appartenenza della località al Tirolo, mentre i colori nero, argento e rosso sono quelli della città. L'emblema è stato concesso il 9 gennaio 1528 da Ferdinando I d'Asburgo e riconfermato nel 1904[12].
Il gonfalone è un drappo interzato in fascia di nero, di bianco e di rosso.
A est di Glorenza fu costruita tra il 1934 e il 1935 la caserma dedicata al tenente generale Giuseppe Petitti di Roreto, medaglia d'oro al Valor Militare durante la prima guerra mondiale[13][14].
Prima dello scoppio della seconda guerra mondiale la caserma ospitò alcuni reparti della Guardia alla Frontiera. Dopo il conflitto, essa divenne sede di diversi distaccamenti[13]:
In seguito la caserma fu utilizzata a scopo addestrativo dal Battaglione d'arresto "Edolo" di Merano: i soldati potevano esercitarsi mediante l'uso di torrette enucleate provenienti dal carro armato Sherman Firefly con un riduttore per usare le cartucce del 91 a tiro ridotto[13].
Negli ultimi anni della sua esistenza la caserma fu utilizzata come posto temporaneo per ospitare i profughi che fuggivano dal conflitto balcanico. Dopo di che, dal demanio la caserma passò nelle mani della provincia autonoma di Bolzano che decise di abbatterla nel 2003 per poter costruire un nuovo parcheggio. Nel luogo ove sorgeva è stato posto un piccolo cippo commemorativo[13].
La sua popolazione è in larga maggioranza di madrelingua tedesca:
% | Ripartizione linguistica (gruppi principali)[15] |
---|---|
96,13% | madrelingua tedesca |
3,87% | madrelingua italiana |
0,00% | madrelingua ladina |
Abitanti censiti[16]
A Glorenza transita il tracciato della Strada statale 41 di Val Monastero, che da Sluderno conduce a Tubre e quindi (superato il confine di stato) nella Val Monastero (Svizzera).
Glorenza è servita dalla stazione di Sluderno della ferrovia della Val Venosta (che unisce Merano a Malles Venosta).
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