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architetto italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Giovanni Ponzello (o Ponsello) (Caravonica, anni venti del XVI secolo – Genova, intorno al 1598) è stato un architetto italiano attivo in Liguria, principalmente a Genova, dove si distinse nel progetto di palazzi privati. Esponente del manierismo, fu uno dei principali artefici del rinnovamento urbanistico della città nella seconda metà del Cinquecento [1][2][3][4].
Nacque a Caravonica, nell'entroterra di Imperia, da una famiglia di architetti e marmorari, nei primi decenni del XVI secolo. Risulta attivo a Genova a partire dal 1558, dove il suo nome è legato al progetto di diversi palazzi nobiliari, talvolta con la collaborazione del fratello Domenico[1][5]
Uno dei lavori più significativi portati a compimento dai due come progettisti e responsabili del cantiere, come attestato da numerosi documenti d'archivio, è quello del palazzo Doria-Tursi in Strada Nuova, oggi sede del comune di Genova.[2][5][6] Per adattare la costruzione alla pendenza del terreno, i fratelli Ponzello adottarono un innovativo modello atrio-scalone-cortile interno, con una scalinata marmorea che dall'atrio conduce al cortile sopraelevato, circondato da un porticato colonnato, da cui attraverso altre scale si accede ai piani superiori dell'edificio. A questo modello si sarebbe ispirato alcuni decenni più tardi Bartolomeo Bianco per il collegio dei Gesuiti di via Balbi, dal 1775 sede dell'Università di Genova.[1][2][5]
Sotto la loro direzione lavorarono alla costruzione del palazzo, voluto dal banchiere Niccolò Grimaldi, un folto gruppo di artisti e marmorari, tra i quali lo scultore Taddeo Carlone e Giovanni Lurago, fornitore di pietre e marmi, fratello di quel Rocco Lurago, in realtà mai accreditato come architetto, al quale è stato a lungo erroneamente attribuito il disegno del palazzo.[6]
Numerosi i suoi progetti legati a palazzi nobiliari, soprattutto a Genova; molto apprezzato dai Doria, per Gianandrea Doria, erede del "Principe", lavorò all'ampliamento della villa di Fassolo e al rifacimento della vicina chiesa di San Benedetto al Porto, all'epoca cappella gentilizia della stessa villa, occupandosi anche della sistemazione definitiva dei fabbricati a mare, dell'imbarcadero e dei giardini a mare e a monte della villa.[5] Sempre per i Doria, costruì nel loro feudo di Loano un palazzo, ispirato allo stile dell'Alessi, oggi sede comunale[5], e il complesso conventuale di Sant'Agostino.
Nel 1576 venne nominato "architetto camerale" del comune di Genova, succedendo a Bernardino Cantone.[7] Nel 1585 collaborò con il Vannone al progetto per la nuova chiesa di San Pietro in Banchi, rielaborando un precedente progetto di massima del Cantone.[5]
Non è nota la data della sua morte, ma non si conoscono suoi progetti posteriori al 1593 e nel 1598 il comune indisse un concorso per la nomina del suo successore alla carica di "architetto camerale", vinto da Giovanni Aicardi.[7]
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