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ciclista su strada belga Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Frank Vandenbroucke (Mouscron, 6 novembre 1974 – Saly Portudal, 12 ottobre 2009) è stato un ciclista su strada belga. Professionista dal 1994 al 2009, vinse la Liegi-Bastogne-Liegi nel 1999.
Frank Vandenbroucke | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Vandenbroucke con la maglia della Domo-Farm Frites | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nazionalità | Belgio | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Altezza | 179 cm | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Peso | 68 kg | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ciclismo | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Specialità | Strada | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Statistiche aggiornate al 13 ottobre 2009 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Figlio del fratello di Jean-Luc Vandenbroucke, si mise presto in evidenza come specialista delle corse in linea, e dopo i grandi risultati ottenuti nelle categorie giovanili passò al professionismo nel 1994 con la Lotto-Caloi, a soli 19 anni, saltando la categoria dilettanti. Gli esperti si attendevano da lui grandi risultati ed inizialmente rispose alle attese, ottenendo subito delle buone vittorie, tra cui, nel 1995, quella alla prestigiosa Parigi-Bruxelles.
Nel 1996, alla sua terza stagione pro, in maglia Mapei, ottenne ben quattordici vittorie, aggiudicandosi tra gli altri il Tour Méditerranéen, il Trofeo Laigueglia, lo Scheldeprijs, il Giro d'Austria e il Grand Prix de Ouest-France a Plouay. L'anno dopo conquistò la Rund um Köln e il Trofeo Matteotti, mentre a inizio 1998 vinse la Parigi-Nizza. In quella corsa si impose nella prima tappa, una cronometro individuale di 10,2 km, e conservò la maglia di leader fino a fine corsa, imponendosi anche sull'arrivo in salita del Col de la Republique alla quinta frazione: vinse infine con 4" su Laurent Jalabert. Poche settimane dopo conquistò anche la Gand-Wevelgem, imponendosi in una volata di 31 corridori su Lars Michaelsen e Nico Mattan; concluse quindi secondo alla Freccia Vallone, a 6" da Bo Hamburger, sesto alla Liegi-Bastogne-Liegi e secondo al Gran Premio di Svizzera a Zurigo.
La consacrazione definitiva la ebbe nel 1999, in maglia Cofidis, quando conquistò in solitaria la Liegi-Bastogne-Liegi, una delle corse più impegnative e prestigiose del calendario internazionale; in quella primavera si classificò anche secondo al Giro delle Fiandre e settimo alla Parigi-Roubaix (piazzamenti che contribuirono al suo terzo posto finale in Coppa del mondo), e vinse la Omloop Het Volk. Dopo aver vinto anche due tappe e la classifica a punti alla Vuelta a España di quell'anno, si presentò al campionato del mondo di Verona in splendido stato di forma, e con il ruolo di principale favorito per il successo finale. Già al centesimo chilometro di gara, tuttavia, si toccò col compagno di squadra Nico Mattan e cadde, fratturandosi lo scafoide del polso destro.[1] Pur sofferente, scelse di continuare la corsa e nel giro finale riuscì a rimanere nel gruppetto di testa; in vista del traguardo non riuscì però a rispondere ad Óscar Freire, che andò a vincere con uno scatto negli ultimi 500 metri: concluse settimo.[1]
Negli anni successivi, a causa di problemi caratteriali e personali, non riuscì più ad esprimersi agli stessi livelli. Continua a gareggiare, ma senza più ottenere né risultati di rilievo né un ingaggio stabile con una squadra. Disputa l'inizio di stagione 2000 al di sotto delle aspettative. Sembra riprendersi in vista del Tour de France quando si classifica secondo al campionato nazionale in linea, alle spalle di Axel Merckx. Tuttavia nelle prime tappe della corsa francese si piazza sempre lontano dai migliori e si ritira nel corso della decima frazione, la prima di montagna.
Dopo un 2001 di sostanziale inattività, e un 2002 in maglia Domo-Farm Frites marcato da pochi risultati positivi, sembra tornare in forma durante la stagione 2003, quando si accasa presso la Quick Step: dopo essere arrivato quarto all'Omloop Het Volk e nono alla Dwars door Vlaanderen si classifica secondo al Giro delle Fiandre, battuto dal solo Van Petegem, come nel 1999. Successivamente arriva undicesimo alla Liegi-Bastogne-Liegi e ottavo al Giro del Belgio. Si ritira invece alla Vuelta a España, ultimo grande giro della carriera a cui prende parte. Nel 2004, tra le file della Fassa Bortolo, conclude sesto alla Parigi-Nizza e settimo alla Freccia Vallone, mentre nel 2005 è terzo nella cronometro dei campionati nazionali. Il 6 giugno 2007 tenta il suicidio nella sua abitazione nei pressi di Magenta mentre è sotto contratto per la Acqua & Sapone di Palmiro Masciarelli.[2] L'anno dopo è tra le file della Mitsubishi-Jartazi, ma ancora senza risultati.
Disputa l'ultima stagione da professionista, il 2009, con la Cinelli-Down Under. Torna al successo dopo quasi dieci anni dell'ultima vittoria alla Boucle de l'Artois vincendo la seconda tappa, una cronometro individuale di 15 km, e vestendo la maglia di capoclassifica. Tuttavia il giorno seguente, all'ultima frazione della corsa, non riesce a tenere il ritmo del vincitore di giornata, Sergej Firsanov, che conquista anche la classifica finale. Vandenbroucke conclude terzo nella classifica finale. Disputa l'ultima corsa della carriera il 24 giugno alla Halle-Ingooigem, classificandosi sedicesimo.[3]
Il 12 ottobre 2009 viene ritrovato morto a 34 anni in una camera d'albergo a Saly Portudal, località balneare del Senegal a 70 km da Dakar. Non si conoscono le cause del decesso ma, secondo alcuni media belgi, sarebbe rimasto vittima di un'embolia polmonare.[4][5]
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