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monoposto di Formula 1 realizzata dalla scuderia Ferrari per il campionato di Formula 1 1982 e per la prima parte di quello 1983 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Ferrari 126 C2 è un'automobile monoposto sportiva di Formula 1, che gareggiò nel 1982 e, in versione "B", nella prima metà del 1983.
Ferrari 126 C2 Ferrari 126C2B | |||||||||
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Gilles Villeneuve con la 126 C2 nelle prove del Gran Premio di San Marino 1982 | |||||||||
Descrizione generale | |||||||||
Costruttore | Ferrari | ||||||||
Categoria | Formula 1 | ||||||||
Squadra | Scuderia Ferrari SEFAC SpA | ||||||||
Progettata da | Mauro Forghieri e Harvey Postlethwaite | ||||||||
Sostituisce | Ferrari 126 CK | ||||||||
Sostituita da | Ferrari 126 C3 | ||||||||
Descrizione tecnica | |||||||||
Meccanica | |||||||||
Telaio | monoscocca con pannelli a nido d'ape rivettati. | ||||||||
Motore | Ferrari tipo 021, V6 di 120° turbo, 1496,43 cc, 580 cv | ||||||||
Trasmissione | trazione posteriore, frizione multidisco, cambio in blocco col differenziale a 5 rapporti+retromarcia | ||||||||
Dimensioni e pesi | |||||||||
Lunghezza | 4333 mm | ||||||||
Larghezza | 2110 mm | ||||||||
Altezza | 1025 mm | ||||||||
Passo | 2657 mm | ||||||||
Peso | 587,5 kg | ||||||||
Altro | |||||||||
Carburante | Agip | ||||||||
Pneumatici | Goodyear | ||||||||
Avversarie | Vetture di Formula 1 1982 Vetture di Formula 1 1983 | ||||||||
Risultati sportivi | |||||||||
Debutto | Gran Premio del Sudafrica 1982 (126 C2) Gran Premio del Brasile 1983 (C2 B2) | ||||||||
Piloti | 1982 27. Gilles Villeneuve 1-5[1] 27. Patrick Tambay 9-16 28. Didier Pironi 1-12 28. Mario Andretti 15-16[2] 1983 27. Patrick Tambay 28. René Arnoux | ||||||||
Palmares | |||||||||
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Campionati costruttori | 2 (1982), (1983) | ||||||||
Campionati piloti | 0 |
Vettura estremamente efficace e competitiva sia dal punto di vista meccanico che aerodinamico, garantì alla Ferrari la vittoria del campionato costruttori; non riuscì però a raggiungere il titolo piloti a causa dei gravi incidenti in cui furono coinvolte le sue guide, Gilles Villeneuve e Didier Pironi.
L'aerodinamica della monoposto venne sviluppata con lunghe sedute presso la galleria del vento della Pininfarina; ne risultò una vettura dalle forme morbide e arrotondate, con pance laterali sempre di notevoli dimensioni, inclinate in avanti e dotate di minigonne sul fondo. Il musetto presentava una forma spiovente e arrotondata, l'ala anteriore era notevolmente rimpicciolita rispetto agli anni precedenti, giacché l'effetto suolo sviluppato dal corpo macchina garantiva da solo una grande deportanza, rendendo superflua tale appendice aerodinamica (che nelle gare più veloci poteva anche essere del tutto eliminata).
Il motore era ancora una volta un V6 con un angolo tra le bancate di 120°, ulteriormente affinato sotto il profilo dell'affidabilità e della potenza (portata a 580 cavalli) e sovralimentato con due turbocompressori KKK.
A metà stagione 1982 sulla 126 C2 vennero introdotte all'avantreno le sospensioni di tipo pull rod (ideate anni prima da Gordon Murray della Brabham), che sostituirono quelle a bilanciere utilizzate fino ad allora. Questa soluzione all'anteriore sarà poi adottata dalla Ferrari fino alla fine del 1988, ovvero fino al termine della "era del turbo" in Formula 1.
Altra grande innovazione per la Ferrari fu il telaio in pannelli honeycomb di alluminio Hexcel incollati. Si trattava in realtà di una tecnologia ormai obsolescente, introdotta dalla McLaren nel 1976 con la M26 (e già sostituita un anno prima dalla casa inglese con la fibra di carbonio), ma comunque un passo in avanti rispetto all'ormai superato telaio tubolare irrigidito da pannelli di alluminio che la scuderia di Maranello aveva usato fino al 1981.
Un altro aspetto tecnico rilevante riguardò le gomme: dopo 4 anni di collaborazione con la Michelin, nel 1982 la Ferrari tornò a utilizzare pneumatici Goodyear.
La stagione 1982 fu segnata da vari dissidi in seno alla Formula 1: tra i più eclatanti vi fu quello legato allo scandalo dei "freni raffreddati ad acqua", inerente a uno stratagemma messo in atto dalle scuderie inglesi ancora con motore aspirato per barare sul peso e compensare la minore potenza del motore[3]. La Ferrari non fu estranea a tale clima di tensione, come dimostrò l'episodio accaduto al GP di Long Beach: al fine di evidenziare — in maniera plateale — la necessità di una maggiore serietà nell'applicazione del regolamento, la Ferrari presentò un'ala posteriore composta da due alette sovrapposte sfalsate, lunghe ciascuna tanto quanto consentito dal regolamento, ovvero 110 cm, ma disposte in maniera tale da raddoppiare la larghezza della superficie alare totale[4][5]. Il risultato fu che Gilles Villeneuve, che chiuse al terzo posto quella gara, venne squalificato (l'altro ferrarista Didier Pironi si era dovuto ritirare).[6]
La grande competitività della 126 C2, che pure garantì alla Ferrari la vittoria nella coppa costruttori, fu sostanzialmente vanificata dai vari incidenti che la coinvolsero, che spinsero Nelson Piquet a definirla insicura e pericolosa. Nei primi anni 1980 infatti le vetture da corsa erano ancora ben lungi dall'essere considerate sicure: la robustezza delle scocche era ancora bassa, l'abitacolo delle monoposto era molto avanzato, con la pedaliera posizionata oltre l'asse anteriore (con grave pericolo per le gambe del pilota in caso di impatto frontale). Inoltre un altro grave pericolo era costituito dalla tendenza delle wing car a decollare in caso di urto con le ruote di altre vetture: questo fu esattamente ciò che accadde nell'incidente che costò la vita a Gilles Villeneuve e a quello che pose fine alla carriera di Didier Pironi.
Pironi tuttavia, prima dell'incidente, riuscì a ottenere due vittorie (GP San Marino e GP Olanda), a cui si aggiunse il successo di Patrick Tambay in Germania.
Dei 7 telai costruiti nel 1982, ben 4 andarono distrutti (due da Pironi durante test a Le Castellet, uno nell'incidente mortale di Villeneuve e un altro nel grave scontro che mise fuori gioco Pironi)[7].
Nel 1983, assunta la denominazione ufficiale di 126 C2B, la vettura venne sottoposta a una pesante revisione per ottemperare ai nuovi regolamenti tecnici che imponevano il fondo piatto e l'eliminazione delle "minigonne": venne completamente rivista l'aerodinamica con nuovi alettoni anteriori e posteriori e fiancate corte e spioventi. Venne anche introdotta una struttura deformabile anteriore, voluta anch'essa dai nuovi regolamenti. Anche la sospensione posteriore dopo poche gare fu rivista, passando alla soluzione "pull-rod". Riuscì ancora ad aggiudicarsi due vittorie, al GP San Marino con Patrick Tambay e GP Canada con René Arnoux, e a metà stagione fu sostituita dalla più moderna Ferrari 126 C3.
In totale vennero costruiti 11 esemplari. 8 di tipo 126 C2 (telai numerati 055 a 062, quest'ultimo poi convertito in versione B) e 3 di tipo 126 C2 "B" (telai 063, 064 e 065).
L'esemplare con telaio 061 (modificata a fine 1982 con fondo piatto e nuove pance laterali, nel quadro dello sviluppo della 126 C2B, per poi essere riportata - salvo che per alcuni dettagli, come il musetto - all’originaria conformazione C2) è stato preservato in condizioni di funzionamento e impiegato in esibizioni.[9]
L'ultima vettura in versione "B" (telaio 065) fu provata da Michael Schumacher nel 1999, ma non si trattava già più della vettura a effetto suolo: tale versione aveva già il fondo piatto. Era la 126 C2B con cui Patrick Tambay vinse il G.P. di San Marino sul circuito intitolato, allora, al solo Dino Ferrari. La vettura era all'epoca di proprietà del pilota transalpino, grande amico di Gilles Villeneuve.[10]
Anno | Team | Motore | Gomme | Piloti | Punti | Pos. | ||||||||||||||||
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1982 | Scuderia Ferrari SEFAC SpA | Ferrari Tipo 021 V6 turbo 1.5 | G | Villeneuve | Rit | Rit | SQ | 2 | NP | 74 | 1º | |||||||||||
Tambay | 8 | 3 | 4 | 1 | 4 | NP | 2 | NP | ||||||||||||||
Pironi | 18 | 6 | Rit | 1 | NP | 2* | 3 | 9 | 1 | 2 | 3 | NP | ||||||||||
Andretti | 3 | Rit |
Anno | Team | Motore | Gomme | Piloti | Punti | Pos. | |||||||||||||||
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1983 | Scuderia Ferrari SEFAC SpA | Ferrari Tipo 021 V6 di 120° | G | Tambay | 5 | Rit | 4 | 1 | 4 | 2 | Rit | 3 | 44[11] | 1º | |||||||
Arnoux | 10 | 3 | 7 | 3 | Rit | Rit | Rit | 1 |
Legenda | 1º posto | 2º posto | 3º posto | A punti | Senza punti/Non class. | Grassetto – Pole position Corsivo – Giro più veloce |
Squalificato | Ritirato | Non partito | Non qualificato | Solo prove/Terzo pilota |
(*) Indica quei piloti che non hanno terminato la gara ma sono ugualmente classificati avendo coperto, come previsto dal regolamento, almeno il 90% della distanza totale.
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