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calciatore e allenatore di calcio argentino Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Evaristo Vicente Barrera (Cruz del Eje, 30 novembre 1911[7] – Novara, 7 giugno 1982[8]) è stato un calciatore e allenatore di calcio argentino.
Evaristo Barrera | |||||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionalità | Argentina | ||||||||||||||||||||||||||||||
Calcio | |||||||||||||||||||||||||||||||
Ruolo | Allenatore (ex attaccante) | ||||||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1948 - giocatore 1972 - allenatore | ||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | |||||||||||||||||||||||||||||||
Squadre di club1 | |||||||||||||||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | |||||||||||||||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | |||||||||||||||||||||||||||||||
Iniziata la sua carriera professionistica con l'Argentino de Rosario,[9] nel 1932 passa al Racing Avellaneda, in Argentina, fu per due volte capocannoniere nella Primera División, nel 1934 con 34 gol e nel 1936 con 32 goal. Alla fine della sua carriera al Racing Club aveva realizzato 136 gol in 142 partite: questo risultato lo rende uno dei migliori marcatori della squadra e lo include tra i giocatori più importanti della sua storia[10]; 5 dei suoi gol furono segnati nel derby cittadino contro l'Independiente, di cui 3 furono decisivi alla sua squadra per pareggiare, il 4 novembre 1934 ed il 5 luglio 1936 (in entrambi i casi la partita finì 1-1) ed il 19 giugno 1938 (2-2)[11].
Arrivò quindi in Italia nel 1939 su segnalazione di Alfredo Di Franco, direttore sportivo della Lazio, per integrare con i giovani connazionali Silvestro Pisa ed Enrique Flamini la rosa dei biancocelesti[12], che alla fine del campionato si sarebbero piazzati al 4º posto in serie A, pur dovendo affrontare nel ruolo la concorrenza dell'amico Silvio Piola; si fece notare per il tiro, che Piola descrisse "potente e preciso"[13]. Tra le sue reti vanno ricordate nel campionato 1939-1940 quella del 18 febbraio 1940, in cui la sua Lazio pareggiò in casa con il Milan per 2-2 e quella del 24 marzo 1940 in Juventus-Lazio 3-1[14].
Passò quindi al Napoli, facendosi notare per la sua staticità e giocandovi due stagioni poco soddisfacenti per la formazione partenopea, che era anche alle prese con gravi problemi economici; nella prima stagione la squadra si piazzò ottava[15], grazie alle sue nove reti[16], dopo che l'anno precedente aveva sfiorato la retrocessione[17], diventata poi inevitabile l'anno seguente con lo stadio distrutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale ed una serie di avvicendamenti alla presidenza della squadra[18]. Con la maglia del Napoli segnò ancora al Milan nella vittoria casalinga dei partenopei del 26 gennaio 1941 per 3-2, piazzandosi in quella stagione tra i 20 migliori cannonieri del campionato[19]. Nella stagione 1941-1942 segnò un numero minore di gol ma risultò decisivo segnando il 25 gennaio 1942 il gol del pareggio in Juventus-Napoli 1-1 ed il 7 giugno 1942 il secondo gol dei partenopei nella vittoria casalinga contro la Juventus per 4-1[20].
Si trasferì quindi al Novara, sfollato per la guerra, sposato con quattro figlie (Teresa, Elvira, Lucrezia e Marta) e ridotto in miseria per gli eventi[21], quindi al Gozzano, dove fu il perno di una squadra che dominò la stagione regolare perdendo solo negli spareggi[22][23]), alla Cremonese e quindi concluse la carriera al Mortara, distinguendosi per l'impegno e l'abilità sotto rete[13].
Fu dal 30 novembre 1956 (al posto di Luigi Rossetto)[24] al 1958 allenatore del Novara[25], con cui aveva giocato il campionato di guerra[26], diventando l'ultimo allenatore della squadra in maglia azzurra ad aver diretto una partita in Serie A (3 giugno 1956, Novara-Torino 1-2) sino alla promozione del 2010-2011 della formazione piemontese[27]. Nella città piemontese si stabilì (salvo una permanenza al Magenta, da cui fu licenziato per divergenze con la società dopo una vittoria per 3-0 sul Crema[28]), esercitandovi la professione d'istruttore di calcio, per la quale ottenne risultati e stima[8] e venendo riconosciuto per i «giocatori, nati e cresciuti nel vivaio azzurro voluto e creato da Evaristo Barrera, che in campo riuscirono a metterci davvero il cuore»[29]. Nel 1963 lasciò Novara per allenare la prima squadra del Casale; l'esperienza con la squadra nerostellata durò solo un anno per il rifiuto di Barrera di accettare una riduzione di stipendio[5]. Dal 1964 al 1967 e poi dal 1970 al 1972 allenò i giovani di Ramate, per la cui opera gli sono stati dedicati i campi da gioco situati a Fondotoce[6].
Stagione | Squadra | Campionato | ||
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Comp | Pres | Reti | ||
1932 | Racing Club | PD | - | - |
1933 | PD | - | - | |
1934 | PD | - | 34 | |
1935 | PD | - | - | |
1936 | PD | - | 32 | |
1937 | PD | - | 27 | |
1938 | PD | - | - | |
1939 | PD | - | - | |
1939-1940 | Lazio | A | 16 | 6 |
1940-1941 | Napoli | A | 27 | 9 |
1941-1942 | A | 20 | 3 | |
1942-1943 | Ascoli | C | 20 | 11 |
1944 | Novara | 7 | 0 | |
1945 | Gozzano | - | - | |
1945-1946 | Cremonese | B | - | - |
1946-1947 | B | 21 | 10 | |
1947-1948 | Mortara | C | - | - |
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