Il nome del genere deriva da due parole greche"erio" (ἐρίον) (= lana) e "cephalus" (κέφαλος) (= testa) e fa riferimento ai capolini lanosi delle specie di questo genere.[4]
Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Carl Linnaeus (1707-1778) nella pubblicazione " Species Plantarum" ( Sp. Pl. 2: 926 ) del 1753.[5]
Fusto. La parte aerea in genere è eretta, semplice o ramosa.
Foglie. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto (raramente sono alternate) e fascicolato di tipo ericoide. La lamina è intera, lobata o pennatosetta (1 – 2 volte).
Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolini raccolti in densi corimbi. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo radiato o disciforme normalmente con fiori eterogami (raramente omogami). I capolini sono formati da un involucro, con forme da emisferiche a urceolate, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee sono disposte su due file disuguali: quelle esterne sono scariose con ampi margini, quelle interne sono connate intensamente villose. Il ricettacolo, piatto, è provvisto di pagliette avvolgenti la base dei fiori; le pagliette hanno delle forme da ellittiche a lineari e sono villose.
fiori del raggio (esterni): sono femminili e sono disposti su una serie; la forma è ligulata (zigomorfa);
fiori del disco (centrali): sono più numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); quelli più esterni sono femminili e fertili gli altri sono funzionalmente maschili.
fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ligulata; la ligula può terminare con alcuni denti; il colore è bianco, giallo o rosso;
fiori del disco: la forma è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; il colore può essere giallo o malva.
Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere possono essere sia di tipo basifissa che mediofissa (ossia attaccate al filamento per la base – nel primo caso; oppure in un punto intermedio – nel secondo caso).[13] Questa caratteristica ha valore tassonomico in quanto distingue i generi gli uni dagli altri. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).
Gineceo: l'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo (a volte il pappo può mancare);
achenio: la forma degli acheni è cilindrica o obovoide (sono compressi dorsoventralmente) con diverse coste (da 2 a 5); il pericarpo è lanoso o pubescente;
pappo: normalmente il pappo è composto da squame o setole; in altri casi si può avere un corto orlo di squame laciniate oppure è assente del tutto.
Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8] Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra). Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][10][9]
Filogenesi
Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Eriocephalus (insieme alla sottotribù Athanasiinae) è incluso nel clade Southern hemisphere grade.[11].
La sottotribù Athanasiinae è caratterizzata dalle seguenti proprietà: il ricettacolo, piatto (o da emisferico a conico), è provvisto, oppure no, di pagliette; Il tessuto endoteciale è quasi sempre polarizzato; l'indumento è formato da peli basifissi (o anche mediafissi); il numero cromosomico di base è x = 8.
Da un punto di vista filogenetico il genere Eriocephalus occupa, nell'ambito della sottotribù, una posizione più o meno "basale".
le brattee dell'involucro sono disposte su due file disuguali: quelle esterne sono scariose con ampi margini, quelle interne sono connate intensamente villose;
le pagliette del ricettacolo sono densamente villose.
Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[3]
Brachygyne Cass.
Cryptogyne Cass.
Monochlaena Cass.
Siphonogyne Cass.
Stenogyne Cass.
Flora spontanea italiana
Nella flora spontanea italiana è presente una specie (introdotta):[17]
Eriocephalus africanus L. - Eriocefalo africano: l'altezza massima della pianta è di 1 m; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è camefita suffruticosa (Ch suffr); il tipo corologico è Sud Africano; l'habitat tipico sono gli ambienti antropizzati e agricoli; in Italia si trova in Sardegna e Liguria fino ad una quota di 50 ms.l.m..
Questa specie può essere confusa con le specie del genere Achillea, ma si distingue per le brattee dell'involucro disposte in due serie disuguali; le foglie sono cilindriche e carnose.
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.