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manifestazione religiosa con macchine a spalla Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Discesa dei Candelieri (in sassarese: Faradda di li Candareri) è la festa che si tiene a Sassari la sera precedente alla Solennità dell'Assunzione di Maria (ferragosto) ed è la processione religiosa più importante e più sentita dalla popolazione e uno degli eventi più prestigiosi in Sardegna (patrimonio dell'Unesco dal 2013). Secondo le fonti storiche, la festa nacque nel tardo medioevo e assunse le forme attuali per un voto fatto alla Madonna Assunta, che avrebbe salvato la città dalla peste del 1652.
Patrimonio protetto dall'UNESCO | |
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Feste delle grandi macchine a spalla | |
Patrimonio immateriale dell'umanità | |
La Discesa dei Candelieri | |
Stato | Italia |
Inserito nel | 2013 |
Lista | Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità |
Scheda UNESCO | (EN, ES, FR) Celebrations of big shoulder-borne processional structures |
Discesa dei Candelieri | |
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Tipo | religiosa |
Data | 14 agosto |
Celebrata in | Sassari |
Religione | cattolica |
Oggetto della ricorrenza | scioglimento del voto di liberazione dalla peste in onore della madonna Assunta |
Tradizioni | trasporto dei candelieri verso la chiesa di Santa Maria di Betlem |
Tradizioni profane | sfilata dei medi e piccoli candelieri, concerto per i candelieri, premio dei candelieri d'oro e d'argento |
Data d'istituzione | XVII secolo |
Altri nomi | Discesa dei candelieri, i Candelieri, Festha Manna |
La Discesa è una processione danzante in cui vengono trasportati a spalla, dai rappresentanti degli antichi ceti di mestiere della città (le corporazioni di lavoratori chiamate Gremi), i Candelieri (ceri simbolici, in forma di grandi colonne di legno).
La processione segue il medesimo tragitto da cinque secoli: partendo dall'oratorio del Rosario in "pla de Castell" (attuale piazza Castello) giunge a Piazza Azuni attraverso Largo Cavallotti, per poi percorrere per intero il Corso Vittorio Emanuele II, arteria principale della città antica, fino a Porta Sant'Antonio e, uscendo dal perimetro delle trecentesche mura cittadine, attraversa il Corso Francesco Vico, fino ad arrivare alla chiesa di Santa Maria di Betlem, antico convento francescano nei pressi di Porta Utzeri.
Nel 2013 è stata inclusa nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità nell'ambito della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell'UNESCO insieme alla Macchina di Santa Rosa di Viterbo, alla Festa dei Gigli di Nola e alla Varia di Palmi, riunite nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane.[1][2][3]
La celebrazione è seguita ogni anno da circa 100.000[4] persone, con visitatori che giungono a Sassari da ogni parte della Sardegna.
Le origini della festa sono incerte, ma diversi autori accreditano come attendibile la tesi per la quale la tradizione avrebbe avuto genesi nella Sassari tardomedievale.
La città turritana (divenuta dapprima libero comune e in seguito ultima capitale del Giudicato di Arborea, prima della definitiva conquista aragonese) in quel periodo si trovava sotto l'influenza economica e politica della Repubblica di Pisa, in cui, dagli inizi del XIII secolo, era tradizione l'offerta di cera alla Vergine Maria: la sera del 14 agosto venivano portate in processione delle grosse macchine di legno ricoperte di cera e raffiguranti santi ed episodi biblici; ogni macchina, a forma di tabernacolo o palma aperta, simile dunque ad una pala d'altare, veniva trasportata fino alla cattedrale accompagnata da musica.
Le città alleate della Repubblica di Pisa (Sassari, Iglesias e Nulvi ad esempio) forse concorsero all'oblazione dei ceri della Repubblica marinara e in seguito praticarono loro stesse il rito ogni vigilia ferragostana, facendone propria l’usanza.
A Sassari la festa proseguì anche durante l'alleanza con Genova e poi durante il Regno di Sardegna aragonese e spagnolo. Nei secoli, a causa delle forti spese, gli spagnoli tentarono più volte di sopprimere la cerimonia o di limitarne la fastosità, ma senza successo. Le associazioni di arti e mestieri cittadine, i Gremi, che pagavano la consistente somma necessaria per la cera, utilizzata come materia prima, decisero tuttavia di sostituire il cero da costruire ogni anno con dei candelieri di legno, uguali per tutti, e che non venivano sostituiti; questi mutarono la loro forma da tabernacoli a colonne "coronate" da bandierine, per facilitare i "balletti" durante il percorso. Non sono presenti fonti storiche documentante che datino in maniera precisa il passaggio dai candelieri in cera a quelli lignei, ma è possibile sostenere che ciò avvenne tra il XVII e il XVIII secolo, giacché alcuni dei Candelieri più antichi oggi conservati, alcuni dei quali tuttora portati in processione, risalgono a quel periodo.
Nel Cinquecento, la città fu più volte colpita dalla peste e, secondo la tradizione, l'epidemia più terribile (1528) sarebbe terminata il 14 agosto per intercessione della Madonna e di San Sebastiano. Da quell'anno, si formulò un primo Voto al martire (al quale fu dedicata una chiesa extra muros oggi scomparsa).
Mentre il voto a San Sebastiano proseguì sino al XVIII secolo, mantenuto dai domenicani che occupavano il convento di San Sebastiano (si conserva ancora oggi l'antico simulacro) e dal Capitolo Turritano assieme alla locale Confraternita del Rosario[5], il Voto alla Vergine - ufficialmente menzionato solo dopo la peste del 1652 ma anche in documenti ben più antichi (già nel 1531, per dirimere le controversie sulle precedenze, l’Autorità civica stabiliva l’ordine di ingresso dei Candelieri, segno che la tradizione si praticasse almeno dal decennio prima) - proseguì separatamente con l'antica processione della vigilia dell'Assunta interamente gestito dalle corporazioni di mestiere e dalle Autorità civiche. Otto Gremi del tempo (Massai, Mercanti, Sarti, Muratori, Calzolai, Ortolani, Carradori e Pastori), insieme alle Autorità comunali e alla Curia Arcivescovile, formularono il voto solenne di portare in processione, ogni 14 agosto, otto candelieri dalla "piana di Castello", l'attuale piazza Castello, sino alla chiesa di Santa Maria di Betlem. La antica tradizione pisana diventava da allora voto e promessa di tutta la città alla Vergine Assunta.
Nel corso del XIX secolo, a causa dei mutamenti culturali dovuti agli influssi dell'illuminismo francese, l'autorità dei Gremi venne profondamente minata, così come il sentimento degli stessi per i rituali che essi perpetravano da secoli, ma che vennero da alcuni ritenuti vetusti e inutilmente gravosi per le finanze delle corporazioni. Ciò portò il Gremio dei Mercanti a decidere di sciogliere la propria corporazione, chiedendo all'Autorità civica l'esenzione dall'antico voto alla Vergine Assunta nel 1848[6]. Stessa decisione venne condivisa anche dal Gremio dei Sarti, i quali tuttavia non vollero rinunciare al proprio sodalizio, pur non partecipando più alla secolare processione. Anche il Gremio dei Pastori, soffocato dal mutamento della società sassarese verso l'industrializzazione, rinunciò a partecipare alla discesa e all'esistenza stessa della corporazione.
Tuttavia, di seguito alla gravissima epidemia di colera che nel 1855 decimò la popolazione della città (costringendo peraltro a rimandare la processione per tutto il perdurare della situazione), il voto venne solennemente riproclamato. Ciò porto a un rinvigorimento del sentimento della città per la sua festha manna, il che permise alla festa di sopravvivere e spinse il Comune ad attivarsi perché la stessa tornasse agli antichi fasti.
Tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del secolo scorso, l'Autorità comunale, forse spinta dalla rivalutazione delle tradizioni popolari nata col romanticismo, si mobilitò per salvare la festa cittadina ormai in decadenza, dotando ogni gruppo di portatori di una divisa. Convinse inoltre il Gremio dei Sarti a partecipare nuovamente alla festa a partire dal 1878.
Nel 1921 il Gremio dei Falegnami, che si era scisso dai Muratori nel corso dell'Ottocento, venne ammesso alla Faradda. Come riportato dal Pittalis, il Candeliere, costruito dai noti mobilieri Clemente, venne accolto la mattina del 14 agosto da tutti i Gremi che prendevano allora parte alla festa e solennemente benedetto dal delegato dell'Arcivescovo nella Chiesa di Santa Maria di Betlem. Tre anni dopo, sempre ad opera dei Clemente, anche i Calzolai si dotarono di un nuovo candeliere, data l'inutilizzabilità dell'antico cero settecentesco ad oggi purtroppon disperso.
Nel 1937 al Gremio dei Contadini, separatosi dai Massai nel 1803, venne dato in possesso l'antico Candeliere dei Pastori, con il quale da quell'anno gli stessi presero parte alla festa.
Nel 1941 il Gremio dei Viandanti, il quale fino ad allora aveva preso parte alla festa con la sola bandiera, venne obbligato a entrare in possesso del Candeliere settecentesco dei Carradori, i quali erano poco tempo prima scomparsi per debiti insoluti. Ciò riportò ad otto il numero dei candelieri dopo la quasi un secolo. Tuttavia, a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale e del rischio dei bombardamenti angloamericani sul suolo sardo, la festa venne sospesa per tutto il perdurare del conflitto.
Nel 1955 il Gremio dei Piccapietre, pur'esso staccatosi dai muratori dal 1856, chiese di poter prendere parte alla festa con un proprio candeliere. Con l'approvazione di tutti i Gremi di candeliere, gli stessi costruirono, ad opera del falegname Cubeddu, un nuovo Candeliere, portando il numero dei candelieri a nove per la prima volta nella storia.
Nel 1978 i Viandanti realizzarono, ad opera dello scultore Alfonso Russo e della pittrice Liliana Cano, un nuovo Candeliere, da alternare di anno in anno con il cero settecentesco.
Nell'anno successivo fu fondato dal Gremio dei Massai e dall'allora Arcigremio della Mercede (oggi Gremio dei Braccianti), l'intergremio, un'associazione volta a rappresentare tutti i gremi cittadini. Negli anni ottanta riprese l'attività il Gremio dei Fabbri, rimasto inattivo per circa quarant’anni, ammesso nel 2003 alla faradda con la sola bandiera. Nel 2007 l'ammissione, non orfana di polemiche, del Candeliere dei Fabbri, realizzato l'anno precedente, alla faradda da parte del Consiglio Comunale, portò il numero dei candelieri a dieci.
In concomitanza di tale ammissione, la modifica del regolamento comunale che disciplina la discesa dei candelieri, ha permesso la costituzione dei una Commissione storica per la Faradda costituita da un rappresentante dell'Amministrazione, uno dell'Intergremio e uno della Curia, la quale, oltre al compito di stabilire un cerimoniale per la festa, ha anche potere di esprimere parere su tutte le future ammissioni alla discesa.
Nel 2015 Massai e Sarti realizzano due nuovi Candelieri, per sostituire quelli storici ormai rovinati dal trascorrere degli anni.
Nel luglio del 2016, su proposta dell'Intergremio, previo consenso dell'apposita Commissione Paritetica, il Consiglio Comunale ha approvato una modifica del Regolamento di riferimento per la Discesa dei Candelieri ammettendo allo scioglimento del voto anche il Candeliere del Gremio dei macellai, decisione congiunta all'ammissione, tuttora sottoposta a condizione sospensiva, del Gremio dei Braccianti.
Nel 2019 anche i Contadini, a causa delle criticità strutturali presentate da quello che risultava tra i più antichi ceri ancora utilizzati dalle corporazioni, si dotano di un nuovo Candeliere, riproduzione fedele di quello precedente.
Le edizioni 2020 e 2021, funestate dall’epidemia di Coronavirus, non sono state celebrate nelle forme comuni, ma bensì in forma più privata. Nonostante ciò l’antica promessa è stata mantenuta e rinnovata tramite il trasporto privato dei Candelieri attorno al catafalco della Vergine.
Nel 2021 il Consiglio Comunale sassarese ha deliberato l’ammissione del gremio degli autoferrotranvieri alla Discesa.
Il 23 giugno 2022, sempre sotto approvazione del Consiglio Comunale, anche il Gremio dei Braccianti è stato ufficialmente inserito all'interno della Discesa dei Candelieri, così che per la prima volta nella storia tutti i Gremi in attività nella città di Sassari sono parte della faradda.
Il 1º gennaio 1995 sono state emesse due schede telefoniche della Telecom Italia dedicate alla Faradda, del valore di 2000 e 5000 lire, per una tiratura di 12000 e 77000 esemplari, prodotte dalla ditta Mantegazza di Milano.
In occasione della Faradda del 1988 il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni emise un francobollo del valore di 550 lire appartenente alla serie tematica "Il folclore italiano". La vignetta, in quadricromia, venne eseguita dal bozzettista del Centro Filatelico dell'Istituto Poligrafico dello Stato Antonello Ciaburro. Il francobollo ebbe una tiratura di 4 milioni di esemplari.
Il 29 luglio 2011 il Ministero del turismo attribuì alla Discesa dei Candelieri il riconoscimento speciale di «Patrimonio d'Italia per la tradizione».[7]
All'edizione della discesa del 2011 ha presenziato il messicano Francisco Lopez Morales, membro del Comitato intergovernativo e consigliere del percorso di candidatura della sfilata dei Candelieri a bene immateriale del patrimonio dell'UNESCO. I candelieri, assieme ad altre feste simili in Italia, riunite nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane, sono stati ufficialmente candidati al riconoscimento UNESCO il 18 aprile 2012.[8]. Il 4 dicembre 2013, a Baku (Azerbaigian), la sessione Unesco ha deliberato l’ingresso della Rete nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità[9]
I Gremi sono le antiche corporazioni di arti e mestieri che a partire dal XVI secolo hanno animato la vita religiosa e politica della città di Sassari. Anticamente rappresentative di una specifica categoria di mestiere o di più mestieri affini, sono oggi operanti come vere e proprie confraternite religiose laiche.
Nel corso dei secoli hanno più volte mutato il loro numero (fondendosi fra di loro, scindendosi in più corporazioni distinte o decidendo di sciogliere il sodalizio) e la loro organizzazione, passando dall'essere Confrarìas, a Società di Mutuo Soccorso a vere e proprie Associazioni Religiose.
Ogni gremio è presieduto da un Obriere Maggiore, il quale ha l'onore di rappresentare tutta la corporazione e ne trasporta la Bandiera, simbolo identitario per eccellenza, in tutte le manifestazioni pubbliche. Questi è coaudiuvato da un Secondo di Bandiera, definito anche Obriere di Candeliere in quanto a lui spetta la specifica organizzazione della Discesa dei Candelieri e la rappresentanza in tale occasione. Le cariche sono di durata annuale e vengono rinnovate il giorno della festa patronale di ciascun sodalizio tramite il rito dell'intregu.
Ciascun gremio è inoltre dotato di una Bandiera, un grande vessillo in damasco gallonato del colore di riferimento della corporazione, sormontato da un prezioso puntale rappresentante il Patrono di ciascun sodalizio. I Gremi (ad eccezione dei Massai) utilizzano, in occasione della Discesa dei Candelieri, un vessillo di dimensioni minori, definito Bandiera piccola.
I Gremianti, divisi fra Novizi e Anziani in base al fatto che abbiano ricoperto la carica di Obriere Maggiore, sfilano in parata in ordine di anzianità indossando la divisa propria del Gremio. Le divise variano a seconda del Gremio, alcune di foggia seicentesca altre ottocentesche.
Il trasporto e il ballo dei Candelieri sono operati, per conto di ciascun Gremio, da una squadra di portatori, esterni al sodalizio, capitanati da un Capo Candeliere.
Tutti i gremi cittadini (tranne Braccianti e Massai) sono riuniti in un'organizzazione chiamata Intergremio-città di Sassari, fondata nel 1979 e che si occupa di tutti gli aspetti relativi alla Faradda e al coordinamento tra i gremi.
Alla Faradda di li candareri attualmente partecipano tredici gremi (indicati in ordine di discesa):
Il gremio dei Braccianti, il cui statuto risale al 1867 ma della cui esistenza si hanno notizie fin dal Seicento, ha sede nella Chiesa di San Giuseppe nella cappella della Madonna della Mercede e San Luigi Gonzaga. È stato ammesso alla Discesa a partire dal 2022, ultimo tra i gremi cittadini, dopo un lungo contenzioso durato decenni.
La Bandiera del Gremio è di colore bianco, gallonata d'argento. I Gremianti indossano un abito di foggia ottocentesca: una cappa bianca (ad eccezione del giorno della Discesa), un frac nero con ricami alle maniche e una spilla riportante lo stemma dell'Ordine della Mercede, la spada, la feluca e un corpetto di broccato con bottoni tipici dell'artigianato sardo. L'Obriere, a differenza degli altri gremianti, non indossa la cappa, ma porta la fascia.
La festa patronale, dedicata alla Madonna della Mercede, cade la prima domenica di ottobre.
Il Candeliere, realizzato nel 2002 e benedetto nel 2006 dal Vicario Generale Mons. Loriga delegato dell'allora Arcivescovo Atzei, presenta il caratteristico colore marmorino verde con al centro rappresentata Nostra Signora della Mercede.
Il Gremio degli Autoferrotranvieri costituitosi nel 1938, raccoglieva al suo interno tutti i trasportatori su gomma e rotaia. Ha sede nella Chiesa di Santa Maria di Betlem nella cappella di San Giuseppe da Copertino. Ammesso alla Discesa nel 2021, la prima partecipazione col Candeliere è avvenuta nel 2022.
La Bandiera del Gremio è di colore vermiglio, gallonata d'oro. i Gremianti indossano un abito caratterizzato da un gilet in damasco rosso.
La festa patronale, dedicata a San Cristoforo, cade la terza domenica di luglio, mentre la festa piccola il terzo sabato di settembre.
Il Candeliere, realizzato nel 2021, è stato benedetto il 24 luglio 2022 ed è caratterizzato dal color tabacco e da un grande medaglione centrale raffigurante San Cristoforo nell'atto di trasportare Cristo nel fiume Giordano.
Il Gremio dei Macellai definito in sassarese Gremio di li mazziddaggi, riuniva tutti i lavoratori della carne. Costituitosi probabilmente alla fine del XVIII secolo, dopo una lunghissima permanenza presso la Chiesa della SS. Trinità, è attualmente ospitato presso la prima cappella a sinistra della Chiesa di Sant'Antonio Abate. È stato ammesso a prender parte alla Discesa nel 2016.
La Bandiera del Gremio è di colore rosso gallonata d'oro. I Gremianti indossano un abito ottocentesco di foggia inglese.
La festa patronale, dedicata a San Maurizio, cade la domenica più vicina al 22 settembre, mentre la festa piccola, in onore di San Bartolomeo, è celebrata il 24 agosto.
Il Candeliere, realizzato nel 2002 e restaurato completamente nel 2016, è di color panna con decorazioni in oro. In un medaglione al centro del fusto è rappresentato San Maurizio a cavallo.
Il Gremio dei Fabbri definito in sassarese Gremio di li frairaggi, riuniva tutti i lavoratori dei metalli: fabbri, orafi e mestieri affini. Costituitosi nel 1521, ha sede nella Cappella di Sant'Eligio nella Cattedrale di San Nicola. È stato ammesso a prendere parte alla Discesa nel 2007.
La Bandiera del Gremio è color amaranto. I Gremianti indossano un abito seicentesco di foggia spagnola caratterizzato una lunga cappa nera e da un gilet rosso per i Novizi e nero per gli Anziani.
La festa patronale, dedicata a Sant'Eligio, viene celebrata il 1 dicembre, mentre la festa piccola viene celebrata il 25 giugno.
Il Candeliere, realizzato nel 2001, è di colore rosso fuoco con decorazioni in oro. Al centro del fusto è rappresentato in un medaglione il Patrono Sant'Eligio, il capitello è ottagonale.
Il Gremio dei Piccapietre definito in sassarese Gremio di li piccapiddreri, raccoglieva al suo interno gli scalpellini e i cavatori. Originariamente parte del Gremio dei Muratori, si è dotato di statuto autonomo nel 1856. Ha sede nella Cappella di San Salvatore nella Chiesa di Santa Maria di Betlem. È stato ammesso a prender parte alla Discesa nel 1956.
La Bandiera del Gremio è di colore celeste gallotana d'argento. I Gremianti indossano un frac con papillon nero.
La festa patronale, dedicata alla Madonna della Salute, viene celebrata la seconda domenica di luglio, mentre la festa piccola, dedicata a Sant'Anna, cade il 26 luglio.
Il Candeliere è del 1955, caratterizzato dal colore bianco e azzurro. Al centro del fusto è rappresentata la Madonna della Salute.
Il Gremio dei Viandanti definito in sassarese Gremio di li viaggianti o carrattuneri, riuniva tutti i trasportatori di merci per conto proprio mediante l'utilizzo di carri a trazione equina. Costituitosi nel 1633, ha sede nella Cappella della Beata Vergine del Buon Cammino nella Chiesa di Sant'Agostino. Pur avendo preso da sempre parte alla Discesa, venne obbligato a partecipare con un proprio Candeliere nel 1941.
La Bandiera è di colore encarnado vivo gallonata d'argento. I Gremianti indossano una divisa seicentesca di foggia spagnola, diversa a seconda della carica sociale rivestita, caratterizzata per i Novizi da un cugliettu in pelle e per gli Anziani da una preziosa ripiglia con alti pizzi. La divisa dei Viandanti è l'unica ad essere rimasta totalmente inalterata sin dalla fondazione del Gremio.
La festa patronale, dedicata alla Madonna del Buon Cammino, viene celebrata la domenica precedente alla Faradda, mentre la festa del sorteggio degli Obrieri cade nella Solennità del Corpus Domini.
Il Candeliere, settecentesco, era in origine proprietà del Gremio dei Carradori, ed è caratterizzato dai dei drappeggi rosso mattone e verde acqua. Al centro del fusto un medaglione con rappresentata la Patrona, la Vergine del Buon Cammino. Possiedono una copia del 1978, che viene portata ad anni alterni con lo storico.
Il Gremio dei Contadini definito in sassarese Gremio di li zappadori, riuniva tutti i lavoratori agricoli alla giornata e i narbonai. Originariamente parte del Gremio dei Massai, si resero autonomi nel 1803 dotandosi di statuto nel 1914. Ha sede nella Cappella di San Giovanni Battista nella Chiesa di Santa Maria. Sono stati ammessi a prender parte alla Discesa dal 1937.
La Bandiera è di colore rosso gallonata d'oro. I Gremianti indossano un abito seicentesco di foggia spagnola caratterizzato da un ampio colletto in pizzo.
La festa patronale, dedicata a San Giovanni Battista della nebbia, viene celebrata la domenica più vicina al 24 giugno, mentre la festa piccola cade il 29 agosto, giorno del martirio del Santo.
Il Candeliere è settecentesco, originariamente proprietà del Gremio dei Pastori, ed è caratterizzato da un colore verde tenue. Al centro del fusto un medaglione raffigurante il Battesimo di Cristo. Possiedono un secondo Candeliere, copia dell'originale, realizzato nel 2019, che a partire da quell'anno ha sostituito quello storico, reso inutilizzabile dagli anni.
Il Gremio dei Falegnami definito in sassarese Gremio di li masthri d'ascia o fustheri riuniva tutti i lavoratori del legno, sia di arte fina, sia i carpentieri. Originariamente parte del Gremio dei Muratori, si è reso autonomo nei primi dell '800, venendo poi rifondato nel 1895. Ha oggi sede nella Cappella di San Giuseppe nella Chiesa di Santa Maria di Betlem. È stato ammesso a prendere parte alla Discesa nel 1921.
La bandiera del Gremio è azzurra gallonata d'oro. I Gremianti indossano un frac con papillon nero e corpetto azzurro.
La festa patronale, dedicata a San Giuseppe, è celebrata la seconda domenica di maggio, mentre la festa piccola cade il 19 marzo.
Il Candeliere è del 1921, ed è caratterizzato dal colore bianco con al centro un drappeggio con gli strumenti del mestiere.
Nella faradda del 2024 il candeliere storico del 1921 si è spezzato in due parti a causa delle manovre dei portatori che lo hanno dovuto mettere in posizione orizzontale per superare un cavo dell'alta tensione.[10]
A settembre del 2024 si deciderà se restaurare il candeliere storico o costruirne uno nuovo.
Il Gremio degli Ortolani definito in sassarese Gremio di l'orthurani, riuniva i piccoli coltivatori agricoli in proprio. Fondato nei primi decenni del XVII secolo, ha sede nella Cappella delle Anime del Purgatorio della chiesa di Santa Maria in Betlem. Hanno sempre preso parte alla Discesa come testimoniato dall'atto del 1531.
La Bandiera del Gremio è di colore verde gallonata d'argento. I Gremianti indossano un abito seicentesco di foggia spagnola, caratterizzato negli Anziani da una ripiglia un ricco fiocco verde.
La festa patronale, dedicata alla Madonna di Valverde, viene celebrata la domenica in Albis (prima dopo Pasqua), mentre la festa piccola cade l'8 settembre, solennità della Natività di Maria.
Il Candeliere originale è settecentesco, tuttavia dal 1988 il Gremio utilizza una copia dello stesso, di colore marrone con sopra la tela originale raffigurante la Patrona.
Il Gremio dei Calzolai definito in sassarese Gremio di li cazzuraggi, riuniva tutti i lavoratori della pelle per le calzature e i calzettai. Dotatosi di statuto nel 1564, ha oggi sede nella Cappella di Santa Lucia del Duomo di San Nicola.
La Bandiera è di colore amaranto gallonata d'oro i Gremianti indossano un frac con papillon nero e corpetto amaranto.
La festa patronale, dedicata a Santa Lucia, viene celebrata il 13 dicembre, mentre la festa piccola cade il 22 agosto, in onore della Madonna dello Spasimo.
Il Candeliere originale è andato disperso. Il Gremio utilizza un cero realizzato nel 1924 di colore bianco, caratterizzato dalla presenza di quattro colonnine attorno al fusto e con rappresentati i Martiri Turritani.
Il Gremio dei Muratori definito in sassarese Gremio di li frabbiggamuri, riuniva tutti i costruttori della città. Fondato nel XVI secolo. Ha oggi sede nella Cappella della Madonna degli Angeli della chiesa di Santa Maria in Betlem. Hanno sempre preso parte alla Discesa, come testimoniato dall'atto del 1531.
La Bandiera del Gremio è di colore celeste gallonata d'argento, e i gremianti indossano un frac con papillon nero.
La festa patronale, dedicata alla Madonna degli Angeli, viene celebrata il 2 agosto, mentre la festa piccola cade il 22 luglio, in onore di Santa Maria Maddalena.
Il candeliere è settecentesco, caratterizzato dal colore azzurro e dalla raffigurazione di tre angeli che reggono gli strumenti del mestiere.
Il Gremio dei Sarti definito in sassarese Gremio di li trapperi, riuniva tutti i sarti e modisti. Fondato nel XVI secolo, ha sede nella Cappella della Madonna di Monserrat della chiesa di Santa Maria in Betlem. Ha sempre preso parte alla discesa come testimoniato dall'atto del 1531.
La Bandiera del Gremio è di color giallo oro. I Gremianti indossano un frac con papillon nero e corpetto giallo.
La festa patronale, in onore della Madonna di Monserrat, è celebrata la domenica più vicina all'8 settembre, mentre la festa piccola cade l'8 novembre, in onore di Sant'Omobono.
Il Candeliere è settecentesco, ed è caratterizzato dalla presenza, unico fra tutti i Candelieri, di un braciere ardente in cima al fusto, aggiunto nei restauri ottocenteschi. Dal 2015 il Gremio si è dotato di un nuovo Candeliere, copia dell'originale, che ha sostituito lo storico cero non più utilizzabile.
Il Gremio dei Massai Agricoltori definito in sassaresere Gremio di li massai, riuniva tutti i proprietari terrieri della città. Fondato nel XVI secolo, ha sede nella Cappella dell'Incoronazione della Madonna delle Grazie nella chiesa di San Pietro in Silki. Ha sempre partecipato alla Discesa, come testimoniato dall'atto del 1531.
La Bandiera del Gremio è color paglierino gallonata d'argento. I Gremianti indossano un frac con papillon nero, eccezion fatta per l'Obriere Maggiore che lo indossa bianco.
La festa patronale, dedicata alla Madonna delle Grazie, cade il 1 maggio, mentre la festa piccola è celebrata l'8 settembre.
Il Candeliere originale è settecentesco, è di colore marrone e ha rappresentata la Madonna delle Grazie. Dal 2015 si sono dotati di un nuovo Candeliere, di colore azzurro-grigio, che ha sostituito l'originale ormai inutilizzabile.
Per antica consuetudine, l’ordine di ingresso dei Candelieri nel tempio francescano rispecchia l’anzianità di partecipazione delle corporazioni alla festa e il prestigio che le stesse avevano all’interno della società del tempo. Essendo stato causa di controversie fra le corporazioni, l’ordine di ingresso è stato disciplinato sin dal 1531 ed oggi è stabilito sia dal regolamento comunale che dal cerimoniale della festa: esso è l’ordine inverso rispetto a quello di discesa.
Nelle altre occasioni in cui i Gremi partecipano congiuntamente, essi seguono un diverso ordine processionale, stabilito da ultimo dall'Arcivescovo Isgrò negli anni '80: Autoferrotranvieri, Braccianti, Macellai, Fabbri, Piccapietre, Contadini, Viandanti, Ortolani, Calzolai, Falegnami, Sarti, Muratori e Massai.
Sono numerosi i gremi di Sassari che si sono sciolti col tempo a causa delle modificazioni del mondo del lavoro o che sono stai inglobati da altri gremi. Quattro di questi erano gremi di candeliere, gli altri invece non sciolsero mai il voto all'Assunta:
Il 14 agosto, di prima mattina, ogni Gremio preleva dalla propria cappella patronale il Candeliere, che, privo degli addobbi tipici della festa, è stato lì custodito per tutto l'anno.
Dopo una breve preghiera, i Candelieri vengono trasportati a passo di tamburo fino all'abitazione dell'Obriere di Candeliere o alla sede sociale del Gremio, dove ha inizio la cerimonia della "Vestizione". Ogni candeliere viene addobbato a festa con fiori e ghirlande di carta (bora-bora). Il Gremio dei Massai ed il Gremio dei Contadini adornano il Candeliere anche con spighe di grano[12]. In cima ad ogni cero, eccezion fatta per quello dei Sarti (che presenta un braciere ardente), viene posto il cappelletto, una corona di bandiere in damasco con dipinti e con sopra ricamati i nomi di tutti gli Obrieri che si sono succeduti negli anni. Al centro, issata su una croce, svetta la bandiera dell'Obriere di Candeliere in carica per quell'edizione.
A metà mattinata, il Gremio dei Massai raggiunge il Sindaco presso Palazzo Ducale, portando con sé la propria Bandiera non allestita, con l'asta decorata di grano e rami di oleandro. In corteo, il Gremio e la Giunta raggiungono il Teatro Civico, sede primordiale del Comune, dove la Bandiera dei Massai verrà allestita e issata sul terrazzo principale. Da quel momento lo storico palazzo diverrà Casa Comunale per tutta la durata della festa e lì il Sindaco attenderà il passaggio della processione.
Dopo una breve pausa nel primo pomeriggio, tutti i Candelieri vengono trasportati fino alla piazza Castello, da dove, dopo una piccola sosta di ringraziamento alla Vergine nella vicina chiesa del Rosario, parte la storica processione danzante.
La processione è aperta dalla banda musicale, seguita dai tredici candelieri in ordine di ammissione: Braccianti, Autoferrotraniveri, Macellai, Fabbri, Piccapietre, Viandanti, Contadini, Falegnami, Ortolani, Calzolai, Sarti, Muratori e Massai. È tradizione che Sarti e Muratori alternino la loro posizione di anno in anno.
Ogni candeliere, accompagnato dal suono del tamburo (per i Gremi dei Braccianti e dei Viandanti anche dal piffero), compie numerose evoluzioni durante il tragitto, oscillando fra la folla, girando su se stesso (facendo così avvolgere i nastri o betti che scendono dalla sommità) o cambiando rapidamente direzione. Secondo una vecchia tradizione, più il candeliere sarà baddarinu (ballerino), più l'annata sarà buona[13].
I Candelieri ballano lungo il corso Vittorio Emanuele, arteria principale della città antica, e raggiunta la metà della via passano davanti al Teatro civico, l'antico "Palazzo di città", dove il sindaco li attende insieme alla sua giunta. Una volta che anche l'ultimo candeliere passa davanti alla soglia del palazzo, i Massai entrano nell'edificio e, dopo aver scambiato la loro bandiera con il gonfalone comunale, brindano alla lunga vita ("A zent'anni!") e invitano il sindaco a unirsi al corteo.
Quando il candeliere dei Muratori arriva nel corso Vico, anziché dirigersi direttamente in chiesa, devia dal percorso verso uno spiazzo in cui anticamente si trovava uno degli ingressi della città (largo Porta Utzeri), dove compie un ballo per bloccare simbolicamente un nuovo ingresso nella città alla peste. Secondo la tradizione l'ultimo morto di peste della città sarebbe infatti uscito da quella porta. Terminato il ballo, il candeliere dei muratori si riunisce a tutti gli altri.
I candelieri raggiungono infine il sagrato della chiesa di Santa Maria di Betlem. Secondo la tradizione, come stabilito dalle antiche regole (1531), dopo l'ingresso dei Massai e delle autorità, i Candelieri entrano nella chiesa in ordine inverso rispetto alla sfilata. Quando il cero dei Viandanti si accinge ad entrare in chiesa, i gremianti danno l'ordine di spezzare la croce con la bandiera dell'obriere che sta in cima al capitello perché ritengono che porti fortuna (credenza contraria a quella delle altre maestranze che la ritengono una cosa sfortunata).
Dopo una breve cerimonia finale, con l'intervento del Padre Guardiano del convento e dell'Arcivescovo Metropolita di Sassari, il voto si può considerare sciolto fino all'anno successivo.
La festa si conclude quando i Massai in corteo con le autorità e il sindaco si recano a Palazzo Ducale, sede del municipio, per dar luogo al rito dell'intregu tramite l'investitura del nuovo Obriere Maggiore.
Esiste un programma, più o meno rigido, che viene rispettato ogni anno:
Il 15 agosto, giorno della Assunzione di Maria, i Gremi in veste ufficiale partecipano in mattinata al solenne pontificale presieduto dall'Arcivescovo presso la Chiesa di Santa Maria. La sera, con partenza dalla Cattedrale di San Nicola, si snoda per le vie cittadine la processione con la Vergine Dormiente.
Il 22 agosto, in occasione della festa di Maria Regina, si celebra l'ottava della festa. Dopo una breve messa e una processione attorno alla Chiesa di Santa Maria, i Candelieri, che per otto giorni sono stati attorno al catafalco della Vergine Dormiente, vengono riportati nelle proprie cappelle di riferimento (i Massai nella Chiesa di San Pietro in Silki, i Viandanti a Sant'Agostino, i Macellai a Sant'Antonio Abate, i Fabbri e i Calzolai nel Duomo, i Braccianti a San Giuseppe e gli altri sette Candelieri nelle rispettive cappelle nella Chiesa di Santa Maria).
Il 5 agosto le vie cittadine sono animate dalla discesa dei mini-candelieri, piccole riproduzioni dei Candelieri originali che vengono trasportati dai bambini seguendo un percorso ridotto rispetto alla festa del 14 agosto. Tale evento, mirato alla diffusione della tradizione fra i più giovani, è organizzato in concerto dal Comune e dall'Intergremio.
Alcuni giorni prima della Discesa anche i ragazzi di giovane età organizzano, similmente ai più piccoli, una manifestazione ricalcante la festa del 14 agosto, dove, utilizzando delle riproduzioni dei ceri originali, percorrono le medesime vie della Faradda. Tale manifestazione è organizzata nei tempi recenti dal Comune.
Il candeliere è stato costruito nel 2005 dai detenuti dell'omonima ex colonia penale per volontà dell'amministrazione comunale del capoluogo turritano e dell'associazione Intergremio, che racchiude i gremi della città.
Il candeliere viene fatto ballare all'interno del carcere idersi giorni prima la festa vera e propria alla presenza delle massime autorità civiche e religiose cittadine e della direzione del carcere da alcuni ospiti della colonia. Successivamente viene invece fatto danzare in piazza Castello da alcuni ex-carcerati prima della consegna dei candelieri d'oro e d'argento.[14][15]
Il candeliere dei carcerati, di color rosso mattone, rassomiglia in tutte le sue componenti al resto dei candelieri di Sassari (escluso i sarti), l'unica differenza osservabile è nelle dimensioni più sottili rispetto agli omonimi canonici. La base del candeliere è di colore rosso-mattone con inserti romboidali color oro. Il fusto è di color rosso mattone reca l'effigie di San Sebastiano impressa mentre il capitello reca immagini di santi ed è sormontato da bandierine color oro o azzurre.
La Discesa è da anni gemellata con diverse feste in Italia: la Festa dei Ceri di Gubbio, la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, la Festa dei Gigli di Nola e la Varia di Palmi. Insieme a queste, dal 2006 fa parte della Rete delle grandi macchine a spalla italiane, riconosciuta come Patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO nel 2013.
In Sardegna la festa dei Candelieri non viene celebrata solo a Sassari. A Nulvi, a un paio di chilometri dalla città, il 14 agosto viene celebrata la Essida de sos candhaleris, mentre il 15 agosto a Ploaghe viene celebrata una delle quattro uscite annuali dei Candelieri (le altre tre avvengono in occasione dell’ottava dell’Assunzione, della solennità del Corpus Domini e il giorno della sua relativa ottava). A Iglesias, nel sud della Sardegna, viene celebrata lo stesso giorno la Festa di Sancta Maria di Mezo di Gosto, anche in questo caso caratterizzata dal trasporto di enormi candelieri durante la processione della Vergine Assunta.
I tratti in comune di queste feste sono innumerevoli, prima fra tutte il trasporto dei Candelieri in onore alla Vergine Assunta per antichi voti formulati in occasione delle grandi pestilenze rinascimentali.
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