Fu eminentemente attrice teatrale e radiofonica, mentre nel cinema apparve solo in quattro pellicole.
Le prime esperienze
Diana Torrieri iniziò la sua attività di attrice nei primi anni '30 nella Compagnia di Paola Borboni, con la quale intraprese una lunga tournée negli Stati Uniti.
Durante la guerra, nel 1943, fece parte del Partito d'Azione svolgendo l'attività di staffetta, rimanendo anche ferita durante la Liberazione di Milano, proprio mentre si trovava nei pressi del Piccolo Teatro, dove lavorava a uno spettacolo.[1]
Nel dopoguerra, sopravvissuta a un tentativo di suicidio nel 1949[2], riprese la sua attività, lavorando in opere classiche e moderne con Vittorio Gassman e con Tino Carraro, sino all'abbandono delle scene negli anni '80.
Ultimi anni e morte
Nel 1991 le venne concesso un vitalizio previsto dalla Legge Bacchelli.
Un uomo da nulla di Luigi Candoni, regia di Gianfranco De Bosio, Compagnia del Teatro Stabile di Venezia di Diana Torrieri, 30 maggio 1953, Teatro la Fenice di Venezia.
La duchessa di Urbino, di Lope de Vega, regia di Ruggero Jacobbi, Ostia Antica, Teatro Romano, 16 luglio 1967.
Nell'estate del 1968 fu inviata dalla Rai (Radio2) per un reportage in Brasile; durante il viaggio sulla nave Augustus ebbe modo di conoscere, intervistare e registrare dal vivo due personalità della musica brasiliana come Vinícius de Moraes e Dorival Caymmi.