Conquista aragonese della Sardegna
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La conquista aragonese della Sardegna ebbe luogo tra il 1323 e il 1326. L'isola di Sardegna era al tempo soggetta all'influenza della Repubblica di Pisa, di Genova e delle famiglie dei Doria e dei Malaspina, l'unica entità statale autoctona sopravvissuta era il giudicato di Arborea, alleato della Corona d'Aragona. Le difficoltà finanziarie dovute alle guerre in Sicilia (fino al 1295), al conflitto con la Corona di Castiglia nella terra di Murcia e Alicante (1296-1304) e al fallito tentativo di conquista di Almería (1309) spiegano il ritardo di Giacomo II di Aragona nel concretizzare la conquista della Sardegna, a lui infeudata da Papa Bonifacio VIII nel 1297.
«E d’ora in poi, con l’aiuto di Dio, i Catalani possono considerarsi signori del mare»
(Ramon Muntaner commenta la vittoria finale sui pisani)
Conquista aragonese della Sardegna | |||
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Mappa raffigurante le principali battaglie della guerra | |||
Data | 1323 - 1326 | ||
Luogo | Sardegna | ||
Esito | Vittoria aragonese; nascita del Regno di Sardegna | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Il possesso dell'isola sarda interessava ai catalano-aragonesi sia per ragioni strategiche che economiche. La Sardegna abbondava di risorse naturali come l'argento e il sale e aveva una fiorente economia agro-pastorale; inoltre la sua posizione geografica garantiva un maggiore controllo sul mediterraneo occidentale e l'isola stessa era una base indispensabile per la creazione della cosiddetta ruta de las islas che permetteva di dimezzare il tempo di navigazione per raggiungere i ricchi mercati del mediterraneo orientale.