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L'arcidiocesi di Eger, o in italiano arcidiocesi di Agria (in latino Archidioecesis Agriensis), è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Ungheria. Nel 2021 contava 691.300 battezzati su 1.262.740 abitanti. È retta dall'arcivescovo Csaba Ternyák.
Arcidiocesi di Eger Archidioecesis Agriensis Chiesa latina | |||
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Diocesi suffraganee | |||
Debrecen-Nyíregyháza, Vác | |||
Arcivescovo metropolita | Csaba Ternyák | ||
Presbiteri | 215, di cui 182 secolari e 33 regolari 3.215 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 43 uomini, 33 donne | ||
Diaconi | 14 permanenti | ||
Abitanti | 1.262.740 | ||
Battezzati | 691.300 (54,7% del totale) | ||
Stato | Ungheria | ||
Superficie | 11.500 km² | ||
Parrocchie | 310 | ||
Erezione | 1004 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | San Giovanni | ||
Indirizzo | Szechenyi u. 1, Pf. 80, H-3301 Eger, Magyarorszag | ||
Sito web | www.eger.egyhazmegye.hu | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc?) | |||
Chiesa cattolica in Ungheria | |||
La diocesi comprende per intero la contea di Borsod-Abaúj-Zemplén, la quasi totalità della contea di Heves e la parte centro-settentrionale della contea di Jász-Nagykun-Szolnok.
Sede arcivescovile è la città di Eger, dove si trova la cattedrale di San Giovanni apostolo ed evangelista (Szent János apostol és evangélista). A Sárospatak si trova la basilica minore di San Giovanni Battista.
Il territorio si estende su 11.500 km² ed è suddiviso in 310 parrocchie.
La provincia ecclesiastica di Eger, istituita nel 1804, comprende due suffraganee, le diocesi di Debrecen-Nyíregyháza e di Vác.
La diocesi fu eretta nel 1004, dopo la conversione degli ungheresi al cristianesimo, e fu sottoposta alla metropolia di Strigonio. L'opera di evangelizzazione continuò nei decenni successivi con l'annuncio del vangelo ai popoli ancora pagani dei Cumani e dei Peceneghi, che si erano installati nel vasto territorio della diocesi. L'opera di costruzione delle strutture diocesane fu messa a dura prova dall'invasione dei Mongoli nel 1241-42; tutto venne distrutto, compresa l'antica cattedrale, che era stata costruita presso il castello di Eger e dedicata a san Giovanni apostolo ed evangelista.
Un altro momento di difficoltà fu vissuto dalla diocesi nella prima parte del XV secolo, quando il nord dell'Ungheria subì le incursioni degli Ussiti cechi; la città episcopale fu incendiata nel 1442 e la maggior parte della sua popolazione massacrata. Un altro incendio devastante colpì Eger nel 1544.
Uno dei vescovi più celebri fu Ippolito d'Este che, eletto fanciullo arcivescovo di Strigonio, preferì optare per un trasferimento alla diocesi di Eger che non comportava l'obbligo di residenza, per poter tornare in Italia. Successivamente il cardinale Ippolito, per non perdere le rendite della sua diocesi ungherese, si decise a trasferirsi a Eger con tutta la sua piccola corte, ma Ludovico Ariosto si rifiutò di seguire il suo signore.
Nel 1566, in seguito alla conquista dei Turchi, la sede vescovile e il capitolo furono trasferiti a Košice, dove fungeva da cattedrale la chiesa di Sant'Elisabetta. Inizia in questo momento un periodo di decadenza del cattolicesimo e una grave crisi per la diocesi, causata anche delle numerose guerre combattute sul suo territorio, cosa che favorì l'introduzione del protestantesimo. Nei periodi in cui il protestantesimo era a Košice la confessione dominante, la cattedrale fu traslata nella chiesa di Sant'Antonio di Padova. Solo con il XVII secolo inizia l'opera di restaurazione del cattolicesimo, grazie soprattutto all'opera del vescovo Imre Lósy (1633-1637), che convocò un sinodo diocesano nel 1635; durante l'episcopato di György Jakosics (1645-1648) si ebbe l'unione con i ruteni presenti nel territorio diocesano; il vescovo Benedek Kisdy (1652-1660) istituì un'università a Košice con le facoltà di filosofia e teologia, che funzionava anche come seminario diocesano.
Fino all'edizione del Messale post-tridentino di San Pio V era in uso il rito proprio dell'arcidiocesi di Strigonio, il cui Messale, che trae origine da un Sacramentario della fine del XII secolo, fu stampato nel 1484. Le rubriche liturgiche erano raccolte nell'Ordinarius Strigoniensis che ebbe otto edizioni fra il 1493 e il 1520.[1] Gli stessi libri liturgici erano utilizzati anche nelle diocesi suffraganee. Dopo il Concilio di Trento, il Messale strigoniense rimase in uso fino al sinodo del 1629, in cui fu votato all'unanimità l'accoglimento del Messale Romano di Pio V, con l'aggiunta però delle feste dei santi del Regno d'Ungheria, due delle quali furono inserite anche nel calendario romano generale: santo Stefano d'Ungheria e sant'Adalberto.[2] L'arcidiocesi di Eger, adotterà il Rituale Agriense, stampato per la prima volta a Košice nel 1666 e sostanzialmente simile al Rituale Strigoniense del 1625. Alcune differenziazioni saranno introdotte con l'edizione del 1702. L'ultima edizione fu stampata nel 1898.[3]
Nel 1687 Eger fu riconquistata e nel 1695 ridivenne sede vescovile e fu ripristinato il culto cattolico nelle chiese che erano state trasformate in moschee. Nel 1705 per ovviare ad una grave scarsità di sacerdoti fu istituito il seminario di Eger. L'opera di ricostruzione morale e religiosa della diocesi continuò per tutto il Settecento.
Il 9 agosto 1804 la diocesi fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con la bolla Super universas di papa Pio VII. Contestualmente il suo vasto territorio fu suddiviso con la creazione di due nuove diocesi, Košice e Satu Mare, che divennero suffraganee di Eger assieme alle già esistenti diocesi di Rožňava e di Spiš.
Secondo gli annuari cattolici, dell'inizio del '900 nell'arcidiocesi c'erano 633.804 cattolici latini; 81.217 cattolici di rito bizantino (prima denominata Chiesa uniate), e 503.407 altri cristiani parte greco-ortodossi, parte protestanti delle diverse denominazioni. La comunità ebraica era fiorente. Le parrocchie erano 200, con 342 membri del clero secolare e 51 religiosi. La lingua volgare usata vede a fianco dell'ungherese predominante, anche il tedesco, il croato, lo slovacco ed anche l'armeno.
Durante il periodo comunista (1949-1989), furono limitate le libertà religiose, confiscati i beni ecclesiastici (ad eccezione delle chiese), chiuse le scuole cattoliche, soppressi gli ordini religiosi: è il difficile e duro periodo della "Chiesa del silenzio".
Nel 1982 furono annessi alla diocesi i territori delle amministrazioni apostoliche per le porzioni ungheresi delle diocesi di Rožňava, di Košice e di Satu Mare, che erano state erette il 2 settembre 1937.
Il 31 maggio 1993 l'arcidiocesi ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Debrecen-Nyíregyháza e altre porzioni di territorio furono cedute alle diocesi di Vác e di Seghedino-Csanád, assumendo così l'attuale fisionomia territoriale. Contestualmente all'arcidiocesi di Eger, che dal 1937 era rimasta priva di suffraganee rimaste oltreconfine in Cecoslovacchia e Romania, furono assoggettate le diocesi di Debrecen-Nyíregyháza e di Vác.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 1.262.740 persone contava 691.300 battezzati, corrispondenti al 54,7% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1948 | 990.233 | 1.582.047 | 62,6 | 464 | 457 | 7 | 2.134 | 192 | 696 | 282 | |
1970 | 1.000.000 | 1.800.000 | 55,6 | 476 | 476 | 2.100 | 303 | ||||
1980 | 899.000 | 1.371.000 | 65,6 | 372 | 372 | 2.416 | 302 | ||||
1990 | 1.121.000 | ? | ? | 400 | 371 | 29 | 2.802 | 29 | 440 | ||
1999 | 600.000 | 950.000 | 63,2 | 224 | 203 | 21 | 2.678 | 1 | 22 | 39 | 313 |
2000 | 595.000 | 945.000 | 63,0 | 221 | 198 | 23 | 2.692 | 1 | 24 | 41 | 313 |
2001 | 595.000 | 945.000 | 63,0 | 238 | 209 | 29 | 2.500 | 2 | 35 | 42 | 313 |
2002 | 690.000 | 1.210.000 | 57,0 | 230 | 205 | 25 | 3.000 | 2 | 33 | 42 | 314 |
2003 | 690.000 | 1.260.000 | 54,8 | 233 | 208 | 25 | 2.961 | 2 | 33 | 43 | 314 |
2004 | 690.000 | 1.260.000 | 54,8 | 234 | 199 | 35 | 2.948 | 2 | 37 | 49 | 314 |
2006 | 690.000 | 1.260.000 | 54,8 | 223 | 197 | 26 | 3.094 | 8 | 30 | 40 | 314 |
2013 | 685.000 | 1.260.000 | 54,4 | 188 | 167 | 21 | 3.643 | 14 | 30 | 35 | 301 |
2016 | 692.000 | 1.264.000 | 54,7 | 200 | 171 | 29 | 3.460 | 14 | 38 | 35 | 310 |
2019 | 686.070 | 1.252.820 | 54,8 | 205 | 180 | 25 | 3.346 | 13 | 35 | 38 | 310 |
2021 | 691.300 | 1.262.740 | 54,7 | 215 | 182 | 33 | 3.215 | 14 | 43 | 33 | 310 |
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