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L'arcidiocesi di Esztergom-Budapest (in latino Archidioecesis Strigoniensis-Budapestinensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Ungheria. Nel 2021 contava 1237000 battezzati su 2059500 abitanti. È retta dall'arcivescovo cardinale Péter Erdő.
Arcidiocesi di Esztergom-Budapest Archidioecesis Strigoniensis-Budapestinensis Chiesa latina | |||
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Diocesi suffraganee | |||
Győr, Székesfehérvár | |||
Arcivescovo metropolita e primate | cardinale Péter Erdő | ||
Ausiliari | Gábor Mohos[1], Levente Balázs Martos[2], Kornél Fábry[3] | ||
Presbiteri | 365, di cui 219 secolari e 146 regolari 3.389 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 199 uomini, 303 donne | ||
Diaconi | 40 permanenti | ||
Abitanti | 2.059.500 | ||
Battezzati | 1.237.000 (60,1% del totale) | ||
Stato | Ungheria | ||
Superficie | 1.543 km² | ||
Parrocchie | 158 | ||
Erezione | XI secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Nostra Signora e Sant'Adalberto | ||
Concattedrale | Santo Stefano | ||
Santi patroni | Sant'Adalberto | ||
Indirizzo | Mindszenty hercegprimas tere 2, Pf. 25, H-2501 Esztergom, Magyarorszag;
Uri utca 62, H-1014 Budapest; Pf. 1, H-1250 Budapest, Magyarorszag. | ||
Sito web | www.esztergomi-ersekseg.hu | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Ungheria | |||
L'arcivescovo di Esztergom-Budapest è primate d'Ungheria.
Sede arcivescovile è la città di Esztergom (in italiano anche nota come "Strigonio") e comprende, oltre a Esztergom e gran parte di Budapest, il territorio tra le due città.
A Esztergom si trova la cattedrale di Nostra Signora e di Sant'Adalberto. A Budapest si erge la basilica concattedrale di Santo Stefano. A Máriaremete, quartiere di Budapest, sorge la basilica minore dell'Assunzione di Maria.
Il territorio si estende su 1.543 km² ed è suddiviso in 157 parrocchie.
La provincia ecclesiastica di Esztergom-Budapest comprende due suffraganee:
L'arcidiocesi di Esztergom fu eretta nell'XI secolo, nel contesto della cristianizzazione dell'Ungheria all'epoca del re santo Stefano, e ben presto i suoi prelati assunsero un ruolo predominante nella giovane Chiesa ungherese, che varrà loro in seguito il titolo di primati d'Ungheria.
Tra i primi vescovi di Esztergom sono da segnalare: Lukács Bánfi (1161-1181), difensore del cattolicesimo contro i tentativi di Manuele I Comneno di inquadrare la Chiesa ungherese nel patriarcato di Costantinopoli; nel 1227 l'arcivescovo Róbert, insieme con il re Andrea II d'Ungheria, fondò la nuova diocesi di Milcovia a oriente del territorio ungherese, nella regione storica della Moldavia, allora abitata dai Cumani; la diocesi sarà soppressa nel XVI secolo; l'arcivescovo Mátyás, che assieme ad altri vescovi ungheresi trovò la morte sul campo di battaglia contro i Tartari nel 1241.
Il vescovo László Szalkay trovò la morte assieme ad altri 7 vescovi ungheresi nella battaglia di Mohács del 1526 contro i Turchi, i quali conquistarono Esztergom nel 1543. L'arcivescovo Pál Várdai fu costretto a trasferire la sede a Trnava, nell'attuale Slovacchia.
In un momento difficile per la Chiesa ungherese, con i Turchi padroni del Paese e il luteranesimo che si faceva strada tra i ceti medio alti della società ungherese, emerse la figura di uno dei più grandi arcivescovi di Esztergom di questo periodo, Miklós Oláh (1554-1568), umanista, che seppe riformare la sua arcidiocesi secondo i decreti del Concilio di Trento, non disdegnando di utilizzare il braccio secolare per difendere il cattolicesimo. La sua preoccupazione principale fu quella della formazione del clero: chiamò i gesuiti (1561), a cui affidò il seminario arcivescovile fondato nel 1566; nel 1560 indisse un sinodo con lo scopo di mettere in pratica i dettami del concilio tridentino.
Un gesuita divenne cardinale-arcivescovo di Esztergom, Péter Pázmány (1616-1637). Uomo di grande cultura e proficuo scrittore ecclesiastico, seppe contrastare il pensiero e la teologia luterana con il rigore scientifico della sua esposizione dottrinale, ma anche con la semplicità del linguaggio, capace di attrarre tutti i ceti della società ungherese. Grazie alla sua azione, numerose famiglie dell'alta società abbandonarono il luteranesimo per ritornare al cattolicesimo. Pázmány fondò a Trnava un altro seminario e un'università, trasferita a Budapest nel 1777; fondò anche un seminario ungherese a Vienna, il Collegium Pazmanianum; per primo, inviò i migliori elementi del suo clero a Roma a perfezionarsi nelle università pontificie.
Il 13 marzo 1776 i territori settentrionali dell'arcidiocesi diedero origine alle nuove diocesi di Banská Bystrica, di Rožňava e di Spiš.
L'arcivescovo József Batthyány tra il 1778 e il 1781 fece costruire a Presburgo, l'attuale Bratislava, l'imponente Palazzo Primaziale, in stile neoclassico, su progetto dell'architetto Melchior Hefele.
Nel 1820 Alexander Rudnay riportò la sede dell'arcidiocesi, il capitolo dei canonici e il seminario arcivescovile a Esztergom. Nel 1822 dette avvio ai lavori di costruzione del nuovo seminario e della nuova residenza arcivescovile.
L'8 giugno 1912 cedette la parrocchia di rito bizantino di Budapest a vantaggio dell'erezione dell'eparchia di Hajdúdorog.
Dopo la Prima guerra mondiale l'arcidiocesi si trovò divisa tra Ungheria e Cecoslovacchia. Il 29 maggio 1922 i territori cecoslovacchi dell'arcidiocesi furono costituiti in amministrazione apostolica di Trnava (oggi arcidiocesi di Trnava). In questo modo Esztergom perse oltre 370 parrocchie delle 481 che aveva prima della guerra.[4]
Nel secondo dopo-guerra emerse la figura del cardinale József Mindszenty (1945-1973). Arrestato dalle autorità comuniste del Paese, fu condannato all'ergastolo nel 1948; venne liberato durante la rivolta ungherese del 1956, ma fallito il tentativo degli insorti, si rifugiò nell'ambasciata americana di Budapest, dove rimase fino al 1971, non potendo così partecipare al concilio Vaticano II.
Il 31 maggio 1993 con la bolla Hungarorum gens di papa Giovanni Paolo II furono rivisti i confini delle diocesi ungheresi. La sede di Esztergom acquisì quasi tutti i distretti che costituiscono la città di Budapest, appartenuti alle diocesi di Vác e di Székesfehérvár, e al contempo cedette alcune parrocchie a queste stesse due diocesi e a quella di Győr. Contestualmente l'arcidiocesi assunse il nome attuale e la basilica di Santo Stefano, fino a quel momento parte del territorio di Vác, fu elevata a concattedrale.
Fino all'edizione del Messale post-tridentino di San Pio V nell'arcidiocesi era in uso un rito proprio, il cui Messale, che trae origine da un Sacramentario della fine del XII secolo, fu stampato nel 1484. Le rubriche liturgiche erano raccolti nell'Ordinarius Strigoniensis che ebbe otto edizioni fra il 1493 e il 1520.[5] Gli stessi libri liturgici erano utilizzati anche nelle diocesi suffraganee. Dopo il Concilio di Trento, il Messale strigoniense rimasero in uso fino al sinodo del 1629 in cui fu votato all'unanimità l'accoglimento del Messale Romano di Pio V, con l'aggiunta però delle feste dei santi del Regno d'Ungheria, due dei quali furono inserite anche nel calendario romano generale: santo Stefano d'Ungheria e sant'Adalberto.[6] Anche dopo l'introduzione del Messale Romano, nell'arcidiocesi fu in uso un Rituale proprio, che sebbene si richiamasse al Rituale Romanum del 1614, accoglieva le consuetudini proprie del Regno d'Ungheria. Il Rituale Strigoniense fu stampato per la prima volta nel 1625 come erede di libri liturgici precedenti stampati nell'arcidiocesi nel 1560 e nel 1583. Ebbe poi numerose riedizioni fino al 1909 e rimase in uso fino alla metà del XX secolo.[7] Altro libro liturgico che rivela dati interessanti sulla liturgia e sulla pastorale, anche perché destinato alle chiese di borghi e villaggi, è il Cantionale Rituale; fu stampato nel 1681: oltre a canti in latino, ne raccoglie altri in slovacco.[8]
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 2.059.500 persone contava 1.237.000 battezzati, corrispondenti al 60,1% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1948 | 818.773 | 1.236.392 | 66,2 | 1.191 | 520 | 671 | 687 | 453 | 2.451 | 167 | |
1970 | 750.000 | 1.710.000 | 43,9 | 632 | 512 | 120 | 1.186 | 130 | 20 | 162 | |
1980 | 798.000 | 1.920.000 | 41,6 | 402 | 402 | 1.985 | 20 | 20 | 158 | ||
1990 | 949.115 | 1.541.973 | 61,6 | 405 | 308 | 97 | 2.343 | 167 | 39 | 154 | |
1999 | 1.258.000 | 2.094.000 | 60,1 | 461 | 267 | 194 | 2.728 | 13 | 280 | 714 | 149 |
2000 | 1.258.000 | 2.094.000 | 60,1 | 388 | 269 | 119 | 3.242 | 14 | 241 | 768 | 149 |
2001 | 1.258.000 | 2.094.000 | 60,1 | 359 | 239 | 120 | 3.504 | 15 | 255 | 723 | 149 |
2002 | 1.258.000 | 2.930.000 | 42,9 | 358 | 234 | 124 | 3.513 | 17 | 173 | 699 | 149 |
2003 | 1.258.000 | 2.094.000 | 60,1 | 369 | 245 | 124 | 3.409 | 17 | 173 | 699 | 151 |
2004 | 1.258.000 | 2.094.000 | 60,1 | 370 | 260 | 110 | 3.400 | 16 | 155 | 664 | 151 |
2006 | 1.264.867 | 2.100.000 | 60,2 | 398 | 230 | 168 | 3.178 | 19 | 224 | 551 | 152 |
2013 | 1.254.000 | 2.088.000 | 60,1 | 443 | 262 | 181 | 2.830 | 23 | 254 | 480 | 188 |
2016 | 1.249.000 | 2.078.000 | 60,1 | 377 | 224 | 153 | 3.312 | 28 | 216 | 394 | 155 |
2019 | 1.238.900 | 2.061.200 | 60,1 | 382 | 231 | 151 | 3.243 | 38 | 211 | 319 | 157 |
2021 | 1.237.000 | 2.059.500 | 60,1 | 365 | 219 | 146 | 3.389 | 40 | 199 | 303 | 158 |
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