Antonino Paternò Castello, marchese di San Giuliano
nobile, politico e diplomatico italiano / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Antonino Paternò-Castello, VIII Marchese di San Giuliano[1] (noto come Antonino di San Giuliano; Catania, 10 dicembre 1852 – Roma, 16 ottobre 1914), è stato un politico e diplomatico italiano.
Antonino di San Giuliano | |
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Ministro degli Esteri del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 24 dicembre 1905 – 8 febbraio 1906 |
Monarca | Vittorio Emanuele III |
Presidente | Alessandro Fortis |
Predecessore | Alessandro Fortis |
Successore | Francesco Guicciardini |
Durata mandato | 31 marzo 1910 – 16 ottobre 1914 |
Presidente | Luigi Luzzatti, Giovanni Giolitti, Antonio Salandra |
Predecessore | Francesco Guicciardini |
Successore | Antonio Salandra |
Ministro delle Poste del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 14 maggio 1899 – 24 giugno 1900 |
Monarca | Umberto I |
Presidente | Luigi Pelloux |
Predecessore | Nunzio Nasi |
Successore | Alessandro Pascolato |
Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 4 marzo 1905 – 16 ottobre 1914 |
Legislatura | dalla XXII |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XV, XVI, XVII, XVIII, XIX, XX, XXI |
Circoscrizione | Catania |
Collegio | I |
Sito istituzionale | |
Sindaco di Catania | |
Durata mandato | 27 novembre 1879 – 25 marzo 1882 |
Dati generali | |
Partito politico | Destra storica |
Titolo di studio | Laurea in Giurisprudenza |
Professione | Possidente |
Liberale e anticlericale, dopo essere stato ministro delle Poste del Regno d’Italia nel 1899, fu ministro degli Esteri dal 1905 al 1906 e dal 1910 al 1914.
Durante il suo primo mandato agli Esteri (1906), alla Conferenza di Algeciras, l'Italia svolse un ruolo autonomo rispetto all'alleata Germania. Successivamente San Giuliano fu inviato come ambasciatore a Londra e Parigi (1906-1910).
Iniziato il suo secondo mandato agli Esteri (1910), seguì per l'Italia la Crisi di Agadir che sfruttò per dare inizio al conflitto con la Turchia. Dopo i primi successi dell'esercito italiano in Libia non gli fu possibile realizzare un semplice protettorato per la decisione del presidente del Consiglio Giovanni Giolitti di attuare una conquista e una annessione completa. Prolungatosi perciò il conflitto, gestì la difficile posizione dell'Italia nei confronti dell'Europa.
Guidò le trattative per il rinnovo della Triplice alleanza del 1912 e gestì gli sviluppi per l'Italia delle guerre balcaniche, con particolare attenzione all'Albania di cui sosteneva l'importanza strategica per il controllo dell'Adriatico.
Benché fautore della Triplice alleanza, allo scoppio della prima guerra mondiale iniziò trattative di avvicinamento alla Triplice Intesa. Tali contatti portarono poi, con i suoi successori agli Esteri, alla stipulazione del Patto di Londra e alla conseguente discesa in guerra dell'Italia contro l'Austria-Ungheria nel 1915.