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Antirrhinum L., 1753 è un genere di piante erbacee o arbustive della famiglia delle Plantaginaceae.[1]
Il nome del genere deriva da alcune parole greche il cui significato è “simile a un muso (o un naso)”, infatti “anti” = simile e “rhin” = naso e fa riferimento alla particolare forma della corolla definita anche "personata".[2][3] La prima documentazione di questo nome si ha da Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708) un botanico francese; e prima ancora da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.) un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici. Anche Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa), medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, cita questa pianta affermando che il seme dell'Antirrino mescolato con olio di giglio rende più bella la faccia e la pelle.[4]
Il nome scientifico del genere è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Species Plantarum - 2: 612"[5] del 1753.[6]
L'aspetto di queste piante è suffruticoso. Nella parte aerea possono essere anche glandulose. La forma biologica prevalente è camefita suffruticosa (Ch frut): sono piante dai fusti legnosi e di dimensioni non troppo grandi che d'inverno si seccano completamente, ma alcune gemme rimangono nella parte aerea della pianta. Arrivano più o meno ad una altezza massima di 1 metro.[4][7][8][9][10]
Le radici sono del tipo a fittone.
Il fusto è eretto, semplice, un po' legnoso nella parte inferiore; mentre in quella superiore è fibroso – carnoso.
Le foglie sono quasi persistenti. La loro inserzione sul fusto è varia: può essere opposta, o alterna o (raramente) verticillata, a volte possono avere anche una disposizione a spirale. Il colore è verde cupo.
Le infiorescenze sono delle dense spighe racemose terminali (solitarie o ascellari), frondose o bratteate. I fiori, grandi e vistosi, sono peduncolati.
Il frutto è una capsula (ellissoide – ovoidale nella forma) ad inserzione laterale. All'interno i semi sono numerosi, con forme ovali e con la testa alveolato-reticolata oppure crestata. Al momento della maturazione i semi fuoriescono da tre fori che si aprono nella parte superiore del frutto (capsula porocida).
La distribuzione di queste specie è relativa soprattutto al Mediterraneo occidentale.
Due specie presente sul territorio italiano si trovano anche sulle Alpi. La tabella seguente mette in evidenza alcuni dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione delle specie alpine[14].
Specie | Comunità vegetali | Piani vegetazionali | Substrato | pH | Livello trofico | H2O | Ambiente | Zona alpina |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Antirrhinum latifolium | 3 | montano collinare | Ca - Ca/Si | basico | medio | secco | C2 | IM SV CN |
Antirrhinum majus | 3 | montano collinare | Ca - Si | neutro | medio | medio | B9 C2 | centrale e orientale |
Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili). |
La famiglia di appartenenza di questo genere (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[8] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[9], o anche 117 generi e 1904 specie[15] o 90 generi e 1900 specie[16]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamiglia Antirrhinoideae (tribù Antirrhineae) e si compone di una ventina di specie.[7]
Il genere Antirrhinum fino a poco tempo fa era circoscritto nella famiglia Veronicaceae o Scrophulariaceae a seconda dei vari Autori.[7] L'attuale posizione tassonomica è stata realizzata con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG).[16]
Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 16.[7]
Il genere è suddiviso nelle seguenti subsezioni e serie:[17][18]
Subsezione | Serie | Specie |
---|---|---|
Antirrhinum | Sicula Rothm. | A. siculum Miller |
A. barrelieri Boreau | ||
Hispanica Rothm. | A. graniticum Miller | |
A. australe Rothm. | ||
Antirrhinum | A. latifolium Miller | |
A. majus L. | ||
Kickxiella Rothm. | Valentina Rothm. | A. valentinum Font Quer |
A. subbaeticum Güemes | ||
A. charidemi Lang | ||
Sempervirentia Rothm. | A. sempervirens Lapeyr. | |
A. pulverulentum Lázaro | ||
A. microphyllum Rothm. | ||
A. pertegasii Rothm. | ||
Mollia Rothm. | A. molle L. | |
A. lopesianum Rothm. (sinonimo di A. molle subsp. lopesianum (Rothm.) P.Silva[19]) | ||
Rupestria Rothm. | A. mollissimum (Pau) Rothm (sinonimo di A. hispanicum subsp. mollissimum (Pau) D.A.Webb[20]) | |
Glutinosa Rothm. | A. grosii Font Quer | |
A. hispanicum Chav | ||
Streptosepalum Rothm. | A. meonanthum Hoffmanns & Link | |
A. braun-blanquetii Rothm. | ||
Le analisi di tipo filogenetico sulle varie specie di questo genere hanno sempre incontrato grosse difficoltà a causa dei diversi eventi di ibridazione anche tra le due principali sottosezioni Antirrhinum e Kickxiella. Tuttavia i vari fenotipi delle due sottosezioni rimangono abbastanza distinti l'uno dall'altro. Questo ad esempio è evidente in due specie che sono simpatriche nella Sierra Nevada del sud-est della Spagna: A. hispanicum (fenotipo della subsez. Kickxiella) e A. barrelieri (fenotipo della subsez. Antirrhinum).[21]
Uno studio filogenetico-geografico specifico dimostra che alcune specie del genere Antirrhinum (A. majus, A. molle e A. sempervirens) hanno colonizzato l'areale dei Pirenei già nel Pliocene sviluppandosi poi nel Pleistocene.[22] Mentre (in mancanza di dati affidabili ricavati dai fossili) la separazione di questo genere dal resto delle Plantaginaceae si stima attorno ai 48 - 38 milioni di anni fa.[23]
Il cladogramma a lato, tratto dallo studio citato[24] e semplificato, mostra una possibile configurazione filogenetica delle varie specie del genere Antirrhinum.
Per meglio comprendere ed individuare le varie specie del genere (solamente per le specie spontanee della flora italiana) l’elenco seguente utilizza in parte il sistema delle chiavi analitiche (vengono cioè indicate solamente quelle caratteristiche utili a distingue una specie dall'altra):[10]
Il genere comprende le seguenti specie:[1]
Specie "Incertae sedis":[1]
In questo elenco sono indicati alcuni ibridi intragenerici:[1]
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