circostanza in cui un candidato ottiene più del 50% dei voti Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
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Citazioni sulla maggioranza.
Il parere della maggioranza non può essere che la espressione dell'incompetenza, la quale poi risulta dalla mancanza d'intelletto o dall'ignoranza pura e semplice. Qui si potrebbero fare intervenire alcune osservazioni in fatto di "psicologia collettiva" ricordando soprattutto il fatto ben noto, che in una folla l'insieme delle reazioni mentali producentisi negli individui che ne fanno parte forma una risultante che non corrisponde nemmeno al livello medio, bensì a quello degli elementi più bassi. (René Guénon)
In politica l'appello alla volontà popolare ha soltanto valore legale ("Ho diritto a governare perché ho ricevuto più voti") ma non permette che da questo dato quantitativo si traggano conseguenze teoriche ed etiche ("Ho la maggioranza dei consensi e dunque sono il migliore"). (Umberto Eco)
La maggioranza ha molti cuori, ma manca d'un cuore. (Otto von Bismarck)
La "tirannia della maggioranza" è attualmente inclusa tra i mali verso i quali la società deve stare in guardia. (John Stuart Mill)
La "volontà generale" è la finzione che consente al democratico di sostenere che per inchinarsi di fronte ad una maggioranza c'è un'altra ragione oltre la semplice paura. (Nicolás Gómez Dávila)
Nessuno può aspettarsi che una maggioranza sia mossa da motivi che non siano ignobili. (Norman Douglas)
Non abbiamo noi in città tutti gli sciocchi dalla nostra parte? E non basta questo per formare in ogni città una schiacciante maggioranza? (Mark Twain)
Non seguirai la maggioranza per agire male e non deporrai in processo per deviare verso la maggioranza, per falsare la giustizia. (Libro dell'Esodo)
Quando si stabiliscono le regole del gioco è giusto siano stabilite insieme tra maggioranza e opposizione, anche perché oggi chi è maggioranza potrebbe non esserlo in futuro e viceversa. (Nazario Pagano)
Trovandosi tutti più o meno sul medesimo piano per quanto riguarda le condizioni economiche, e similmente dal punto di vista dell'intelligenza e del sapere, l'unica autorità che ispira una involontaria deferenza è quella del numero. [...] "La fede nell'opinione pubblica", dice Tocqueville, "diventa in quelle contrade una specie di religione, e la maggioranza è il suo profeta". (John Stuart Mill)
Se si soddisfa l'avidità della maggioranza, il resto non creerà problemi. (John Gardner, L'orco)
È stato detto che la vera Costituzione è la maggioranza: se la maggioranza non vuol rispettare la Costituzione, vuol dire che la Costituzione non c'è più. Ma proprio per non sentir ripetere questo discorso, che era di moda sotto il fascismo, la Costituzione aveva predisposto al disopra della maggioranza organi indipendenti di garanzia costituzionale, destinati a proteggere la Costituzione contro la stessa maggioranza.
Per far funzionare un Parlamento, bisogna essere in due, una maggioranza e una opposizione. [...] La maggioranza, affinché il parlamento funzioni a dovere, bisogna che sia una libera intesa di uomini pensanti, tenuti insieme da ragionate convinzioni, non solo tolleranti, ma desiderosi della discussione e pronti a rifare alla fine di ogni giorno il loro esame di coscienza, per verificare se le ragioni sulle quali fino a ieri si son trovati d'accordo continuino a resistere di fronte alle confutazioni degli oppositori. Se la maggioranza si crede infallibile solo perché ha per sé l'argomento schiacciante del numero e pensa che basti l'aritmetica a darle il diritto di seppellire l'opposizione sotto la pietra tombale del voto con accompagnamento funebre di ululati, questa non è più una maggioranza parlamentare, ma si avvia a diventare una pia congregazione, se non addirittura una società corale, del tipo di quella che durante il fatidico ventennio dava i suoi concerti nell'aula di Montecitorio.
Queste forme di sprezzante rifiuto, colle quali la maggioranza ostenta di non degnarsi neppure di discutere gli argomenti dell'opposizione, mi sembrano, per la sorte del sistema parlamentare, più pericolose delle reazioni violente; è una specie di ostruzionismo a rovescio con cui la maggioranza, mirando a screditar l'opposizione, viene in realtà a tradire la ragion d'essere del Parlamento, nel quale il voto dovrebbe essere in ogni caso la conclusione di una discussione e non il mezzo brutale per soffocarla.
Dove i giudizi si contano e non si pesano, raramente sono buoni.