Devo supporre che non le hanno detto niente circa la tragedia che abbiamo avuto nell'inverno del 1970, vero? [...] Ecco: quello che era qui prima di me. Aveva preso un certo Delbert Grady come custode per l'inverno. E Grady si portò appresso la moglie e due ragazzine sugli otto anni. Aveva buonissime referenze, ottime informazioni. Mi hanno detto che sembrava un individuo assolutamente normale, da ogni punto di vista. Peccato che ad un certo punto, durante l'inverno gli dev'essere venuto una specie di fortissimo esaurimento nervoso. Ha perso il lume e... Ha fatto a pezzi tutta la famiglia. Con l'accetta. Li ha piazzati bene in ordine in una delle stanze dell'ala di là, e poi si è messo la doppietta in bocca. Hm... La polizia... loro dissero che era un attacco di quella che una volta si chiamava "febbre del chiuso", una specie di claustrofobia che viene quando ci si trova in tanti chiusi insieme per un lungo periodo di tempo. (Stuart Ullman)
A te il gelato piace, Doc? (Dick Halloran) [frase trasmessa a Danny tramite la telepatia]
Ciao, Danny. Vieni a giocare con noi? Vieni a giocare con noi, Danny? Per sempre... per sempre... per sempre. (Le gemelle Grady)
Tony... ho paura. [facendo parlare "Tony"] Non ti ricordi quello che ha detto Mister Halloran? "Sono come le figure dentro un libro, Danny. Non sono cose vere". (Danny)
Tu mi piaci, Lloyd. L'ho sempre detto io. Sei il miglior barman del mondo. Il migliore tra tutti i dannati barman che ho visto fra Timbuktu e Portland, Maine. O, Portland, Oregon, se preferisci. (Jack)
Volevo dire che io le mani addosso non gliele ho mai messe, non l'ho toccato. Io quella sua dolce testolina santa non la toccherei nemmeno con un dito. Io lo amo quel mio figlietto di puttana! [ridacchia] Io farei qualsiasi cosa per lui, qualsiasi fottuta cosa per lui. Ma quella... stronza... lo so che fino a quando vivrò farà tutto il possibile affinché io non dimentichi! Io gli ho fatto male una volta, ok?! Ma è stato un incidente, senza nessuna intenzione. Non l'ho fatto mica apposta... ma può succedere a tutti, è stato tre maledetti anni fa! Quello stronzino aveva buttato a terra tutti i miei fogli di carta, allora io gli ho preso un braccio, l'ho tirato via! È stata una mancata coordinazione muscolare, nient'altro, capisci? Soltanto qualche chilogrammo di energia in più per secondo, per secondo! (Jack) [a Lloyd]
Se mi permette, le do un consiglio, e magari più di uno. Le mie figlie, all'inizio, non amavano affatto l'Overlook Hotel. Una di loro, addirittura, rubò una scatola di fiammiferi e cercò di dargli fuoco. Ma io le punii tutte e due. E quando mia moglie si mise in mezzo per impedirmi di fare il mio dovere, io punii anche lei. (Delbert Grady) [a Jack]
All work and no play makes Jack a dull boy.[2] (Frase scritta ripetutamente da Jack)
Ma tu ci hai mai pensato alle mie responsabilità, eh?! [...] Hai mai pensato per un secondo, un momento a quante fottute responsabilità ho sulle mie spalle?! Hai mai pensato solo per un secondo da quando siamo qui alle mie responsabilità verso la direzione?! Non ti sei ancora resa conto che io ho accettato di occuparmi dell'Overlook Hotel fino al primo maggio?! Non te ne sbatte niente a te, vero?! Che i proprietari mi hanno messo in mano l'albergo e che hanno fiducia in me e che io ho sottoscritto una lettera, un impegno, ho un contratto col quale ho accettato di prendermi questa responsabilità! Ma tu ce l'hai una vaga idea di cosa sia un principio etico e morale, ce l'hai?! E tu ce l'hai solo una vaga idea di cosa sarebbe il mio futuro se non ce la faccio a mantenere gli impegni che ho preso?! Ci hai mai pensato tu?! Rispondi! (Jack) [a Wendy]
Wendy, tesoro, luce della mia vita. Non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi! (Jack)
Etrom... Etrom... Etrom... (Danny) [frase ripetuta con la voce di Tony]
Redrum... Redrum... Redrum...
Wendy? Sono a casa, amore! Su, vieni fuori. Dove ti nascondi? (Jack)
Cappuccetto rosso? Cappuccetto rosso? Su, apri la porta. Su, apri! Non hai sentito il mio toc, toc, toc? Allora vuoi che soffi? Vuoi che faccio puff? Allora devo aprirla io la porta? [...] Sono il lupo cattivo![3] (Jack)
[Ultime parole] Oh-oh! C'è qualcuno? Oh-oh! C'è qualcuno? Ehi! C'è qualcuno qui? Ehi, gente! Ehi! C'è qualcuno qui? [all'improvviso arriva Jack furente e lo uccide con un'accetta] (Dick Halloran)
Gran bella festa, vero? (Ospite dell'albergo) [rivolto a Wendy, con la testa spaccata a metà]
Stuart Ullman: In effetti, come lavoro non è pesante. L'unica cosa è che si può sentire un forte senso di isolamento durante l'inverno. Jack Torrance: Be', se può farle piacere è quello che stavo cercando: un po' di isolamento. Perché... perché sono lì-lì per partorire un romanzo e quindi cinque mesi di pace sono proprio quello che ci vuole. Stuart Ullman: Mh, sono contento, Jack. Mi preoccupavo perché per molte persone l'isolamento e la solitudine, a volte, possono rappresentare un problema. Jack: Non per me.
Stuart Ullman: Be', è ovvio, che ci sono molte persone che magari non vogliono stare sole in un posto dove è accaduta una cosa del genere. Jack: Può stare tranquillo, Mr. Ullman, sono cose che non succedono a uno come me. E per quanto riguarda mia moglie, le assicuro, rimarrà assolutamente affascinata quando le racconto quello che lei mi ha detto. Wendy è appassionata di film dell'orrore, di storie di spettri...
Wendy: Allora il lavoro l'hai preso? Jack: Certo. È un posto bellissimo, a te e a Danny farà impazzire!
Wendy: Ehi, ma non è qui che la spedizione Donner[4] fu sepolta dalla neve? Jack: No, credo che sia ancora un po' più avanti, nelle Sierras. Wendy: Ah. Danny: La spedizione Donner? Cos'è, pa'? Jack: Una spedizione di pionieri, sui carri coperti, ai tempi delle traversate. Si sono trovati bloccati in inverno sulle nevi di queste montagne e così hanno dovuto ricorrere al cannibalismo per riuscire a cavarsela. Danny: Vuoi dire che allora si sono mangiati... Jack: Se no morivano. Sono stati costretti a farlo. Wendy: Jack... Danny: Non preoccuparti, mamma, tanto io so già tutto sui cannibali. Ho visto la serie in TV. Jack: Ah, sì? Allora è okay. Li ha visti anche alla televisione.
Wendy: L'albergo quando è stato costruito? Stuart Ullman: Oh... lo hanno cominciato nel 1907 e finito nel 1909. Pare che sia stato edificato su un antico cimitero indiano e che abbiano subìto anche degli attacchi indiani mentre lo stavano costruendo.
Wendy: Dio! Questa è la cucina, eh? Dick Halloran: Sì, è la cucina. Che ne dici, Danny, è abbastanza grande per te? Danny: Sì, è la più grande che ho mai visto. Wendy: Sì, fa paura, è un enorme labirinto! Mi dovrò riempire le tasche di briciole di pane, altrimenti mi ci perdo qui!
Dick Halloran: Tu lo sai perché sapevo che ti chiamano Doc? Tu hai capito, vero, che voglio dire? Sai, mi viene in mente quando ero ancora bambino. Mia nonna e io riuscivamo a fare delle lunghe conversazioni e senza mai aver bisogno di aprire la bocca. Diceva che era lo "shining", la "luccicanza". E per molto tempo io credevo che eravamo solo noi due ad averla, la luccicanza. Proprio come tu credi di averla tu e basta. Ma ce l'hanno anche tanti altri, invece, solamente che forse non lo sanno, oppure non ci credono. Da quanto tempo hai capito di averla? Avanti, perché non ne vuoi parlare? Danny: Perché non devo parlarne. Dick Halloran: Ma chi ha detto che non devi parlarne? Danny: Tony. Dick Halloran: Chi è Tony? Danny: Tony è... è il bambino che sta nella mia bocca. Dick Halloran: E Tony è quello che... ti dice le cose? Danny: Sì. Dick Halloran: E com'è che te le dice? Danny: È come quando di notte faccio i sogni. Lui mi fa vedere le cose. Ma quando mi sveglio, però, io non mi ricordo esattamente tutto. Dick Halloran: Senti, mamma e papà sanno per caso di Tony? Danny: Sì. Dick Halloran: Sanno anche quello che ti dice? Danny: No, Tony m'ha detto che loro non devono saperlo. Dick Halloran: E Tony cosa ti ha detto a proposito di questo posto? A proposito dell'Overlook Hotel? Danny: Non lo so. Dick Halloran: Avanti, cerca di sforzarti, Doc. Pensaci. Danny: Forse mi ha fatto vedere qualcosa. Dick Halloran: Cerca di ricordare cosa fosse. Danny: Mr. Halloran, lei ha paura di questo posto? Dick Halloran: No, non ho paura di niente, qui. È solo che, sai, alcuni posti sono come le persone. C'è chi ha la luccicanza e chi non ce l'ha. Credo di poter dire che l'Overlook Hotel ha qualcosa che assomiglia alla luccicanza. Danny: Qui c'è qualcosa di malefico? Dick Halloran: Be'... Quando capita qualcosa di brutto, a volte restano delle tracce di quello che è avvenuto. È come... come quando brucia il pane dei toast. Vedi, certe cose che succedono lasciano tante tracce di quello che è accaduto. Ma sono tracce che non tutti possono vedere, ma solamente quelle persone che hanno la luccicanza, solo loro. Così come riescono a vedere quello che potrà avvenire. Oppure gli è possibile rivivere degli avvenimenti di tanto tempo fa. Io credo che qui, in questo posto, siano successe, sì, qui, proprio in questo hotel, attraverso gli anni, tante cose non proprio giuste. Danny: Mi parli della camera 237? Dick Halloran: La camera 237? Danny: Tu hai paura della camera 237? Dick Halloran: No, non ne ho. Danny: Mister Hallorann, che cosa c'è nella camera 237? Dick Halloran: Niente! Non c'è niente, nella camera 237! Ma tu non devi andarci assolutamente, lì dentro, non devi comunque. Devi restarne lontano, Danny. Sono stato chiaro? Restane lontano!
Jack: Wendy... forse è bene che tu sappia che... quando vieni da queste parti mi interrompi, mi fai perdere la concentrazione, mi distrai, capisci?! E mi ci vuole un casino di tempo prima che io riesca ritrovare il filo! [strappa i fogli] Sono chiaro?! Wendy: Sì... Jack: Bene. Mettiamo una regola nuova: quando io sto qua e mi senti battere a macchina... [batte a caso sulla tastiera] o non mi senti battere a macchina, qualsiasi cazzo tu mi senti fare qui, quando mi trovo qui vuol dire sempre che sto lavorando! Allora fammi il porco piacere di non venire! Tu che ne dici, ci riesci a farlo?! Wendy: Sì... Jack: Brava! Allora vedi di iniziare da adesso, levati dai coglioni, eh? Wendy: Ok...
Danny: A te piace quest'albergo? Jack: Sì, certo. Mi piace. A te no? Danny: Un pochino sì. Jack: Bene. Perché voglio che ti piaccia. Sarebbe bello restare qui con te per sempre... e sempre... e sempre. Danny: Papà? Jack: Cosa? Danny: Tu non faresti mai del male a mamma e me, vero? Jack: Che vuoi dire? È stata la mamma a dirti questa cosa? Che potrei farvi del male? Danny: No, papà. Jack: Sei sicuro? Danny: Sì, papà. Jack: Ti voglio bene, Danny. Ti voglio bene più di ogni altra cosa, di ogni cosa al mondo, e non potrei mai farti niente di male, mai! Tu lo sai questo, vero? Hm? Danny: Sì, papà. Jack: Bene.
Jack: Un incubo... Ho avuto un incubo terribile, Wendy... il più brutto sogno di tutta la mia vita. Wendy: È finito. È finito, ora! È passato. Jack: Una cosa orribile! Sognavo di uccidere te e Danny. Ma non solo di uccidervi... vi facevo... vi facevo a pezzi. Oh, mio Dio! Io sto perdendo la testa.
Lloyd: Che cosa prende? Jack: Una domanda molto azzeccata, caro Lloyd. Perché si dà il caso, amico mio, che ho due pezzi da venti e due da dieci, qui nel mio portafogli, e temevo che ci rimanessero fino all'aprile prossimo. Allora facciamo una cosa: tu mi passi una bottiglia di bourbon, con del ghiaccio e un bicchierino. Che dici, ci riesci, Lloyd? Non è che hai troppo da fare?
Jack: Mister Grady, noi due ci siamo mai visti prima? Delbert Grady: No, sir. Credo proprio di no. Ecco, sì, sta venendo via, sir. Jack: Ehm... Mister Grady... ma lei non era il custode di quest'albergo? Delbert Grady: Ma no, sir, non mi pare proprio. Jack: Eh? Lei è sposato, non è vero, Mister Grady? Delbert Grady: Certo, sir. Ho moglie e due figlie, sir. Jack: E... dove sono ora? Delbert Grady: Oh, da qualche parte, al momento dove non saprei, sir. Jack: Mister Grady, lei faceva il custode, qui. Io l'ho riconosciuta. Ho visto su dei giornali una sua fotografia. Lei ha... fatto a pezzi moglie e figlie, piccolissimi pezzi, e... poi si è sparato al cervello. Delbert Grady: È strano, sir. Molto. È una cosa che non ricordo affatto. Jack: Mister Grady, io lo so che lei era il custode dell'albergo. Delbert Grady: Mi dispiace di doverla contraddire, ma è lei il custode dell'albergo. È sempre stato lei il custode. Io lo so perché... io sono qui da sempre.
Wendy: Ti scongiuro, ti chiedo solo cinque minuti per pensare! Jack: Tu hai avuto tempo tutta la tua porca vita per pensarci sopra! A cosa vuoi che ti servano altri cinque minuti ora?!
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Overlook Hotel. Ballo del 4 luglio. 1921.
Overlook Hotel. July 4th Ball. 1921. (Didascalia di una delle foto dell'hotel)
Shining di Kubrick è un film eccezionale tratto da un romanzo di Stephen King non altrettanto bello. Dentro il libro però c'era un'idea incredibile, quella di una famiglia impossibilitata a muoversi e di un albergo che trasmette il male. King guardava più al sovrannaturale. Kubrick invece si concentrò soprattutto sugli uomini. (Niccolò Ammaniti)
Shining è un film di culto a sé stante, comunque, sì, Kubrick ha tradito e ha tradito bene, se poi King non l'ha apprezzato è un discorso di competizione tra due autori. (Antonio Tentori)
Ci sono cose che mi piacciono moltissimo e cose che non mi piacciono per nulla. Penso che i problemi principali riguardino la sceneggiatura e non la recitazione o la regia. Ci sono evidenti lacune nella sceneggiatura, momenti in cui Kubrick e Diane Johnson sembra che non abbiano pensato a sufficienza oppure che abbiano pensato troppo. Ho l'impressione che fosse intenzione cosciente di Kubrick quella di trascendere il genere.
Ci sono parti che mi sono piaciute e parti invece che non mi sono piaciute affatto. Pari e patta insomma. Kubrick ha dichiarato di aver voluto fare un film dell'orrore ma non credo che sapesse esattamente cos'è un film dell'orrore. Quello che viene fuori alla fine è una semplice tragedia famigliare.
Io penso che il film sia ottimo ma allo stesso tempo mi sembrava lecito volere di più. Capita che Kubrick tratti il soggetto qua e là in modo piuttosto lezioso. [...] È l'errore di base di Shining; si tratta di un film fatto da una persona che pensa troppo. [...] Shining è più una storia di fantasmi sul modello edoardiano piuttosto che un film dell'orrore così come lo si pensa ai giorni nostri. [...] Shining dal mio punto di vista non è un film che faccia paura.
Mi sembra di avere definito una volta Shining come una bellissima automobile senza motore. Un film di classe in piena regola. Magnifico da vedere, potrei guardarmelo tutti i giorni, ma il problema è che Kubrick aveva intenzione di fare un film dell'orrore. E la mia impressione è che abbia cercato di farlo senza avere nessuna conoscenza del genere.
↑ È la frase ripetuta da Jack Torrance nella versione italiana; per ogni localizzazione del film Kubrick stesso ha scelto un proverbio diverso e tipico del paese. Ad esempio, nella versione spagnola è "Per quanto tu ti alzi all'alba non sarà mai troppo presto", in quella tedesca "Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi".
↑ Ovvero "Tanto lavoro e niente divertimento rendono Jack un ragazzo noioso". Si tratta dell'unica frase (non presente nel libro di Stephen King) ripetuta ossessivamente da Jack Torrance nel suo romanzo. In originale, è un antico proverbio inglese, apparso per la prima volta in James Howell, Proverbs in English, Italian, French and Spanish del 1659. Cfr. All work and no play makes Jack a dull boy.
↑ La citazione fa riferimento alle fiabe popolari europee Cappuccetto Rosso e I tre porcellini, in particolare al personaggio ricorrente del lupo cattivo. L'ultima frase non era presente nella sceneggiatura, ma venne improvvisata da Jack Nicholson. In lingua originale, la battuta è "Here's Johnny!", un riferimento alla frase con cui Ed McMahon introdusse Johnny Carson al Tonight Show dal 1962 al 1992; è al 68° posto nella lista delle cento migliori citazioni cinematografiche di sempre tratte da film statunitensi, stilata nel 2005 dall'American Film Institute.