Scappo dalla città – La vita, l'amore e le vacche, film statunitense del 1991, regia di Ron Underwood.
Hai notato che più invecchi e più le tue ragazze diventano giovani? Tra un po' esci con uno spermatozoo. (Mitch)
Quando sei adolescente, credi di poter fare ogni cosa. La fai. A vent'anni sei confuso. A trenta, metti su famiglia, metti i soldi in banca, e continui a chiederti "dove sono i miei vent'anni?". A quaranta, ti cresce un po' di pancetta, hai il doppio mento e la musica tutt'a un tratto è troppo forte. Una delle tue fidanzate del liceo diventa nonna. A cinquanta, hai una piccola operazione. Tu cerchi di minimizzare, ma è pur sempre un'operazione. A sessanta hai un'operazione più grave. La musica è sempre troppo alta, ma non fa niente perché tanto sei già sordo. A settanta, tu e tua moglie vi ritirate in Florida; cenate alle due e mezzo del pomeriggio, pranzate verso le dieci del mattino e fate colazione la sera prima. Passate il tempo a girare per supermercati cercando l'ultimo tipo di yogurt borbottando: "Come mai i ragazzi non chiamano? Come mai i figli non chiamano?". A ottanta ti viene un bell'infarto; e ti affezioni a un'infermiera giamaicana che tua moglie detesta ma che tu chiami "mamma". (Mitch)
Quello è il tipo più duro che abbia mai incontrato in vita mia. Avete visto che faccia di cuoio che ha? Se non fosse per gli occhi sembrerebbe una bisaccia! (Mitch) [parlando di Curly]
I cowboy fanno una vita diversa, quando c'erano ancora i cowboy, siamo una razza morente! Ma per me significa ancora qualcosa. Tra un paio di giorni porteremo la mandria oltre il fiume e attraverso la vallata. [ridacchia] Non c'è niente come guidare una mandria. (Curly) [a Mitch]
Per fare l'amore le donne cercano una ragione, agli uomini basta un letto. (Mitch)
Sono stanco! Mi sento molto stressato! Ho perso mia moglie, ho perso il mio lavoro... e mi è venuta anche l'orticaria, da quando caco nei cespugli! (Phil)
Ed: Ti voglio dire solo un'altra cosa: salto col paracadute su bersaglio. Mitch: Che cosa? Ed: Senti, è un paracadute piccolissimo e scende a doppia velocità! Mitch: Bene! Così per seppellirti basterà una semplice scatola di fiammiferi! Ed: Phil ci viene. Mitch: Perché Phil vuole morire. Se fossi sposato con quella vorresti morire anche tu. Guardalo: finge di dormire per non dover parlare con lei. Ed: Sono solo un paio di saltini da un aeroplano! Mitch: Sì, e poi? facciamo un safari dove gli animali hanno i fucili e ci danno la caccia?
Mitch: Sai cos'ho trovato ieri? Dei peli nelle orecchie. Barbara: Mitch... Mitch: Li perdo dove vorrei averli e mi crescono dove non li vorrei. Ne ho trovato qualcuno anche sulla schiena, sto diventando come "La mosca", te lo ricordi il film? Barbara: Ho capito. Allora devo annullare la tua festa di compleanno. Mitch: Perché? Barbara: Perché i tuoi compleanni ti deprimono. Mitch: No, non è vero... Barbara: Oh, Mitch. Quando hai compiuto trent'anni hai detto che non ci vedevi più; quando ne hai compiuti trentaquattro hai perso la memoria per un'ora; e l'anno scorso, quando ti ho chiesto che regalo volevi, hai detto "Una TAC alla testa". Mitch: Mi faceva male! Barbara: Quest'anno lasciamolo passare così, eh? Mitch: Io voglio vedere i miei amici. Barbara: D'accordo. Ma per favore non voglio che la gente pensi che sei uscito da un film di Bergman, capito? "Sa, mio marito è affascinato dalla morte".
Mitch: Sei mai stato sposato? Curly: No. Mitch: E innamorato invece? Curly: Una volta. Stavo portando una mandria dal West Virginia al Texas, sono passato vicino a una fattoria, era quasi il tramonto. In mezzo al campo c'era una ragazza, che lavorava china per terra. Si tirò su per raddrizzarsi proprio in quel momento. Portava un vestitino di cotone, e aveva il sole proprio alle spalle, che le metteva in risalto le forme. Mitch: E com'è andata? Curly: Ho girato il cavallo e sono andato via. Mitch: Perché?! Curly: Non sarebbe mai stato più bello di così. Mitch: Sì, ma avresti potuto stare con lei. Curly: Sono stato con tante donne. Mitch: Sì, ma lei avrebbe potuto essere... il tuo grande amore. Curly: Lo è.
Curly: Quanti anni hai, trentotto? Mitch: Trentanove. Curly: Venite qui e avete tutti gli stessi problemi, la stessa età. Passate cinquanta settimane l'anno a fare nodi alla corda e poi credete che due settimane qui bastino a scioglierli, non riuscite a capire. Tu lo sai qual è il segreto della vita? Mitch: No, qual è? Curly: [Gli mostra l'indice] Questo. Mitch: Il tuo dito? Curly: Una cosa, soltanto una cosa; tu tienila stretta e tutto il resto può anche andare a puttane. Mitch: Già, certo, ma... qual è, questa cosa? Curly: Questo sei tu che lo devi scoprire.
Phil: Ok, tocca a me. Il più bel giorno... [della sua vita] Ed: Non è stato quando Arlene s'è rotta una gamba? Phil: No, no, il mio matrimonio. Mitch: Cosa? Phil: Sì. Ve lo ricordate? Matrimonio all'aperto. Arlene era quasi bella, forse aveva bevuto un filtro magico. Voi due non facevate che sorridere, e mio padre, in prima fila, mi fece l'occhiolino. Sul serio. Be', non è mai stato affettuoso, ma strizzò l'occhio. Ero il primo dei fratelli che si sposava e aveva un vero lavoro, e mi ricordo che pensai: "Sono cresciuto. Non sono più un... non sono più un bamboccio ormai, sono un uomo". Mi sentivo bene. Fu il più bel giorno della mia vita. Ed: E il tuo giorno più brutto? Phil: Da allora tutti, nessuno escluso.
Ed: Avevo quindici anni e mia madre e mio padre stavano litigando, perché lei lo aveva beccato con un'altra. Quella volta la tizia era venuta addirittura sotto casa a prenderlo. E finalmente capii che lui non tradiva solo mia madre, tradiva anche noi. Così gli parlai. Gli dissi: "Sei un cattivo padre. Non ti vogliamo bene. Ci sono io per mia madre e mia sorella, tu non ci servi più." Lui fece il gesto di colpirmi, ma io non mi mossi. Girò sui tacchi e se ne andò. Non c'ha più dato fastidio. Ma io mi occupai di mia madre e di mia sorella da quella sera. Fu il mio giorno più bello. Phil: E qual è stato il più brutto? Ed: Sempre quello.