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Pino Bicchielli (1967), politico italiano
Citazioni in ordine temporale.
Chi - come me - ha coltivato per una vita la passione politica e un rispetto quasi sacrale per le istituzioni, ha sempre considerato questi scranni non un diritto divino, ma l’approdo di un percorso fatto di impegno e anche di sacrificio. Non uno strumento di potere, ma un’assunzione di responsabilità nei confronti dei cittadini e delle comunità.[1]
[...] dopo una lunga stagione di demonizzazione e delegittimazione dell’avversario politico, dopo una legislatura di maggioranze variabili, mai specchio della volontà elettorale, dopo larghe intese e margini di azione ristretti, forse sta prendendo il via una nuova fase politica, in cui il Parlamento può tornare ad essere realmente centrale, luogo di discussione e di elaborazione delle misure di intervento e di risposta alle esigenze dei cittadini tutti.[2]
[...] stiamo attraversando un tornante storico che gli esperti ormai definiscono “permacrisis”, nel quale da un’emergenza si cade in un’altra.[2]
[Sugli attentati di Nāṣiriya] Da 19 anni, commozione e rabbia si fondono e si confondono; rabbia, perché una ferita del genere, per un evento così crudele e assurdo, non si può e non si deve rimarginare; commozione, perché - come disse l'allora Ministro della Difesa, Antonio Martino, nel riferire alle Camere i fatti di quel giorno terribile - vogliamo continuare a credere nella missione di pace, stabilità e solidarietà per la quale essi sono caduti.[3]
[Sugli attentati di Nāṣiriya] Da questi scranni ricordiamo che, neanche venti anni fa, i nostri ragazzi cadevano nella trincea della libertà, in un Medio Oriente ancora avvolto dalla furia oscurantista.[3]
[Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Il problema è che l'auspicio della pace, talvolta, viene confuso con l'invito alla resa, con una narrazione in chiaroscuro che tende a relativizzare non solo i confini geopolitici di una nazione sovrana, illegalmente occupata, ma anche i confini morali che distinguono l'invaso dall'invasore.[4]
[Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] L'Italia, signor Presidente, nel contesto della crisi ucraina, ha dato un contributo decisivo al risveglio e all'unità di intenti di un Occidente che era parso troppo spesso sopito e dimentico anche delle proprie tradizioni, che affondano le radici in una civiltà libera e solidale, con l'anelito di giustizia delle nazioni e di libertà dei popoli.[4]
[...] il protagonismo dell'Italia, in una cornice di coesione occidentale, significa il contesto NATO e lo sviluppo del ruolo nazionale nell'alleanza militare ovviamente, ma significa anche riempire di senso la costruzione di una vera comunità europea, chiamata a una posizione di protagonismo in una tensione che insiste proprio nel quadrante euroasiatico e che vede l'Unione come una sorta di terra promessa per gli aggrediti.[4]
[Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Ora il Cremlino sta colpendo direttamente la popolazione, individuando come target le infrastrutture di rete energetica e l'arma utilizzata è quella delle più tradizionali guerre di logoramento: il freddo.[4]
[Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Nella notte più lunga della NATO, quando in pieno G20 i frammenti di un missile hanno colpito il territorio polacco al confine con l'Ucraina, uccidendo due persone, una situazione che avrebbe potuto scivolare fino a giungere a un passo dal conflitto mondiale è stata gestita con grande prudenza, a dimostrazione del fatto che nessuno persegue la guerra in quanto tale, ma il tentativo della comunità internazionale è di giungere a una pace che sia rispettosa della libertà dei popoli, del diritto delle comunità e dell'integrità delle nazioni.[4]
[Sull'alluvione di Ischia del 2022] Di fronte a eventi drammatici come quello del quale ci troviamo oggi a parlare in quest'Aula vi sono due reazioni. Sono due reazioni di segno opposto, entrambe sbagliate se assunte in termini assoluti: quella fatalista, per la quale, al cospetto di catastrofi naturali, nulla può l'opera dell'uomo, e quella determinista, che ritiene che l'opera dell'uomo tutto possa. Il rischio idrogeologico fa parte della storia dell'isola di Ischia. Certamente i mutamenti climatici hanno la loro incidenza, ma la vulnerabilità di quella terra è storia antica. Questo non significa, tuttavia, che possano essere derubricati a variabili irrilevanti fenomeni di sviluppo urbanistico dissennato e l'assenza di interventi adeguati di manutenzione e messa in sicurezza del territorio.[5]
Riteniamo che sia giunto il momento, proprio nel rispetto di chi ha perso la vita in questa tragedia [L'alluvione di Ischia del 2022], dei dispersi, dei familiari, degli sfollati e anche di coloro che si stanno adoperando strenuamente nei soccorsi, di aprire una riflessione su una radicale modifica del sistema di messa in sicurezza del territorio, guardando al modello dell'unità di missione sul dissesto idrogeologico.[5]
[Sull'alluvione di Ischia del 2022] [...] “Il re visita Casamicciola e Ischia devastate dal nubifragio”: così titolava il quotidiano La Stampa il 27 ottobre 1910, oltre un secolo fa, il che forse ridimensiona un po' l'idea che gli eventi estremi climatici sono qualcosa di così improvviso e inedito. Ma certo non ridimensiona, anzi, al contrario, amplifica la sensazione di una politica fin qui inoperosa e di una tragedia che avrebbe potuto essere evitata o, almeno, contenuta.[6]
[Sull'alluvione di Ischia del 2022] Abbiamo detto che il pericolo della vulnerabilità è insito nella storia di Ischia per le sue caratteristiche, ma abbiamo detto anche che l'esposizione al rischio ha molto a che fare con le scelte dell'uomo. Vogliamo oggi dire che la politica non è una variabile irrilevante rispetto a queste scelte e che la politica ha fin qui clamorosamente fallito.[6]
[Sull'alluvione di Ischia del 2022] a fronte di una sinistra che ci ha abituati in questi anni alle logiche delle casacche e dell'occupazione del potere, e in Campania ne sappiamo qualcosa, un Esecutivo così genuinamente politico, come quello che oggi guida il Paese e che questa maggioranza convintamente sostiene, ha scelto, per l'immediata gestione commissariale di questa emergenza, la soluzione tecnica che potesse garantire la più tempestiva operatività, senza guardare a colori di provenienza e a convenienze di parte. Questo è un grande segno di maturità politica.[6]