politico italiano Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Paolo Emilio Russo (1977 - vivente), giornalista e politico italiano
Sono gli uomini a determinare le politiche, ma sono le strutture burocratiche e le articolazioni dello Stato a realizzarle in maniera più o meno rapida e più o meno funzionale. Nessun agricoltore potrebbe immaginare di cominciare oggi la coltivazione di un fondo con gli strumenti di cento anni fa: un asino e un aratro di legno; nessun generale trascinerebbe mai, nel 2022, in battaglia contro il nemico un esercito armato soltanto di arco e frecce. Per affrontare le sfide di oggi, servono strumenti moderni, adeguati alle criticità e alle esigenze del momento.[1]
Nessuno può immaginare che un Ministero semplicemente denominato dell'Ambiente, che è stato per decenni improntato alla conservazione, da qualcuno addirittura piegato alla filosofia della decrescita, fosse lo strumento più adeguato ad affrontare la grande sfida del futuro dell'Italia, cioè quella della sicurezza energetica.[1]
Riteniamo giusto che d'ora in avanti si parli di Ministero delle Imprese e del made in Italy, che si identifichi chiaramente l'interlocutore del nostro tessuto produttivo e si proietti la sua azione verso il settore che ha certamente maggiori potenzialità di crescita, cioè il made in Italy. Questi ambiti di eccellenza della nostra economia, come sapete e come ha poc'anzi detto la collega [Elisabetta Gardini], consentono alla nostra bilancia commerciale di essere in attivo da molti anni, con volumi sempre crescenti.[1]
Introdurre il concetto di merito sin nella denominazione di un Ministero, quello dell'Istruzione e del merito, appunto, significa, secondo noi, accendere una luce, ricordare alle ragazze e ai ragazzi che l'Italia sostiene e premia l'impegno e il talento, che ripaga della fatica e del sudore, che il nostro modello non è quello dell'assistenzialismo e del reddito di cittadinanza universale, anche per chi potrebbe studiare per imparare un mestiere o, appunto, lavorare. Bisogna riaccendere l'ascensore sociale, che da quasi quarant'anni non funziona più e condanna chi è nato in una condizione più difficile a rimanerci.[1]