[Su Carlo Donat-Cattin] Il suo stile di vita ha avuto la forza rara di una scelta di fondo: la capacità di contraddizione.[1]
"Presunta", io la chiamo "presunta" trattativa tra lo Stato e la mafia.[2]
Mi domando se in una società che chiede ovunque più trasparenza abbiano ancora un senso la riservatezza degli elenchi massonici, l'esclusiva delle protezioni, il sentirsi "fratelli" rispetto ad altri "fratelli". Mi domando, insomma, se questa riservatezza non sottintenda la protezione di interessi specifici anche a danno di quelli generali. Constato che si è aperto nel Paese un serio dibattito sulla compatibilità tra le ragioni della riservatezza e quelle dell'imparzialità.[3]
[Sul rapporto tra mafia e stato nel periodo degli attentati e la riforma del 41bis]Conso decise di dare un segnale di disponibilità all'ala moderata di Cosa nostra, guidata da Bernardo Provenzano, per fermare le stragi. Mancino, invece, ha detto ripetutamente il falso ed è indagato per questo. (Claudio Martelli)
Mancino è stato un ministro dell'Interno inflessibile e coraggioso contro Cosa nostra. (Pino Arlacchi)