sindacalista e politico italiano (1919-1991) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Carlo Donat-Cattin (1919 – 1991), politico e sindacalista italiano.
C'è un profilo che sta sopra quello politico, ed è il profilo morale.[1]
[Nel 1986] [...] La Juventus è un po' come la Democrazia Cristiana: anche quando gioca male, sempre al vertice, un po' più in basso, un po' più in alto, ma è sempre al vertice.[2]
In questi ultimi tempi Giovanni Goria ha condotto per tutta l'Italia il carro di Tespi per propagandare l'affare più grosso che c'è oggi in circolazione: la torta da duecentomila miliardi di lire che riguarda i settori della sanità e della previdenza e che fa gola ai grandi gruppi privati che gestiscono le compagnie di assicurazione, cioè gli Agnelli, i Ferruzzi, De Benedetti e Berlusconi. Goria è andato in giro a propagandare la merce. Insieme a lui, qualche volta, ho visto il liberale De Lorenzo, cioè colui che è diventato oggi ministro della Sanità.[3]
Il Paese dovrà affrontare grandi sacrifici e i grandi sacrifici si accettano quando si è guidati, nel doverli compiere, da un'alta dignità morale. È quella forza che De Gasperi ebbe nel trarre l'Italia dalla sconfitta per la ricostruzione democratica.[4]
L'equilibrio democratico è anche contrassegnato dal fatto che da un lato il potere finanziario ha in mano le leve dell'economia di mercato, mentre da un altro lato le masse popolari, raggiunto il suffragio universale, possono ottenere, attraverso le rappresentanze parlamentari, i diritti civili e quindi i diritti sociali, lo Stato sociale.[4]
[Su Arnaldo Forlani] Quest'oggi non faremo tardi. Al segretario di andare dal Papa dobbiamo consentirlo. Almeno per una benedizione: ne ha bisogno. Sotto tutti gli aspetti.[4]
Intervista di Roberto Bellato, Stampa Sera, 21 febbraio 1980.
Andreotti ha fatto tutte le politiche possibili e immaginabili.
Il nostro è un partito con un grande seguito popolare. Non siamo assolutamente preparati per un governo con il pci.
Non ho fatto la Resistenza per farmi mettere qualche altro fez in testa.
Da Ministro del lavoro portò a termine, con l'approvazione dello Statuto dei lavoratori, una riforma che avrebbe esaltato la funzione sindacale e che, a suo avviso, avrebbe segnato il completamento del sistema delle libertà costituzionali del nostro ordinamento. (Pierferdinando Casini)
Il ministro del lavoro di allora non concluse la trattativa con i metalmeccanici fino a quando io non acconsentii, dopo parecchie ore di resistenza, a riassumere in fabbrica un centinaio di operai che si erano resi responsabili di violenze. Ricordo che, ricattato da queste condizioni, accettai la riassunzione. E l'umiliazione non fu accettare, o subire, questa forma di ricatto, ma, tornato a Torino e presentatomi ai dirigenti della produzione delle fabbriche, comunicare loro che avevo ceduto e che dovevano riassumere questo centinaio di operai violenti. Quello fu l'inizio di dieci anni disastrosi di brutalità e di violenze in fabbrica, che venne corretto solo dopo più di tremila giorni. (Gianni Agnelli)
Il suo stile di vita ha avuto la forza rara di una scelta di fondo: la capacità di contraddizione. (Nicola Mancino)
La sua intransigenza aveva sempre radici e collegamenti popolari. Alieno da tentazioni laiciste, affrancato dalle convenzioni strumentali, proteso verso ideali di grande respiro. Una limpida religione. La sua lezione: non piegarsi mai. (Arnaldo Forlani)
Un uomo che si è costantemente battuto per mantenere saldo il collegamento fra le strutture istituzionali e le esigenze del mondo del lavoro. (Giovanni Spadolini)
Una vita caratterizzata dal rifiuto dei compromessi. Per questa concezione di dignità della politica pagò duri prezzi, non sempre fu compreso e molti amici gli voltarono le spalle. (Franco Marini)
Una volta gli dissi; sei burbero anche quando dici grazie. (Francesco Cossiga)
↑ Citato in Valeria Mosca e Alessandro Parola, L'Italia di Donat-Cattin. Gli anni caldi della prima Repubblica nel carteggio inedito con Moro, Fanfani, Rumor, Forlani, Andreotti, Piccoli, Zaccagnini, Cossiga..., Marsilio, 2012.