Micol Ronchi (1987 – vivente), attrice, showgirl e modella italiana.
Citazioni in ordine temporale.
- Il mio ultimo fidanzato mi ha dato tante soddisfazioni. Gli ho tirato un intero servizio di piatti e pentole.[1]
- [...] Tinto Brass analizzando con attenzione il mio fondoschiena dichiarò candidamente: "Si signorina. Lei farà strada". Ancora mi domando esattamente di quale strada stesse parlando il noto Maestro del Cinema.[2]
- L'uomo è una bestia inutile e maledetta. Le donne sono nate per stare da sole e, da sole, riescono a fare tutto perfettamente. L'uomo rompe gli equilibri, causa disastri, spesso anche senza alcuna cattiveria. Anzi, mi è spesso capitato che un uomo fosse mosso dalla volontà di fare qualcosa "insieme", per poi combinare guai.[3]
- Le fashion blogger (o sfashion blogger) non esistono, sono una leggenda metropolitana al pari di mago Merlino e Goku, perché obiettivamente cosa fanno? Niente! Nove su dieci parlano di moda al pari di come saprebbe fare anche una shampista.[4]
- Quello che io mi chiedo è se la bambola che ha successo si rende conto di non essere altro che il parto di un bravo fotografo. Perchè in realtà gli abiti che indossa non sono altro che stracci ben fotografati. Ergo ringraziamo Instagram che la smammella e il fotografo che le fa più bella.[4]
- La sensualità è un atteggiamento inspiegabile. È qualcosa fatto di dettagli minuscoli. Assolutamente impossibili da replicare e da spiegare.[5]
- La trasgressione è come il concetto di soubrette in Italia: estinta.[5]
- [Sugli hater] Un po' di tempo fa ricevo un messaggio da un ragazzo, il quale mi chiede "Ma tu sei più cagna o laida?". All'inizio ho pensato di lasciar stare, rispondendogli per le rime. Ma col passare dei giorni, non so per quale motivo, mi continuava a rimbalzare in testa. Allora provavo a dimenticare, ma ritornava. Era diventato un pensiero costante, che mi distraeva e mi faceva male. [«E cosa hai deciso di fare?»] Mi sono informata su questo personaggio, ho scoperto dove lavorava, e sono andata ad incontrarlo. [...] mi sono fatta trovare davanti a lui esigendo delle scuse per ciò che mi aveva scritto, per quel male inconscio che mi aveva provocato. [«E lui come ha reagito?»] Era incredulo, non capiva. Diceva che l'aveva fatto per noia. Brutta bestia la noia se ti porta a fare queste cose. Io infatti questi li chiamo i "grandi annoiati", coloro che si divertono giocando con le persone, perchè forse la propria vita è troppo insulsa da vivere.[6]
- Insomma io sta cosa del "curvy" la capisco sempre meno. Chiariamo, io adoro le donne formose e proprio per questo, perché cosciente del fatto che esistano vari livelli di "curvanza femminile", ho sempre cercato all'interno del dizionario italiano parole che differenziassero una fisicità dall'altra, qualcosa che non mortificasse nessuno e che non generasse tutto questo caos linguistico [...]. Io non capisco. O meglio, capisco che all'interno della parola "curvy" sia indicata qualunque donna sopra la 42, capisco che la situazione sia sfuggita un tantino di mano a giornalisti e testate di moda varie ed eventuali, capisco come tutta questa confusione e pigrizia mentale (già, perché ostinarsi in questo modo a non attingere al dizionario per trovare altre definizioni, è solo sintomo di pigrizia) stia generando nuove paranoiche (non "paranoie" prego). Non capisco come si possa fare in questo modo di tutta l'erba un fascio; non capisco come ci si possa prendere a cuor leggero la responsabilità di creare nuove paturnie mentali; non capisco come si sia arrivati a dividere la donna in due: "donna taglia 40" e "donna curvy". La prima categoria da venerare (poeticamente parlando) e viziare, la seconda da "capire" e spesso "compatire". Intollerabile davvero. La donna, già per sua natura creatura con una vita non esattamente agevolata, spesso e volentieri sottovalutata e data per scontata, adesso si ritrova pure a venire divisa in due da qualche David Copperfield sadico e cinico. "Curvy" urlato come se fosse una condizione fisica paragonabile ad una malattia nonostante gli sforzi epici di più e più incluencer di ricordare al mondo che la "Donna è donna. Volendo si dividono in belle e brutte, non in tonde e secche!". [...] vorrei suggerire a questa nutrita folla di misogini travestiti da fini pensatori e pedagoghi, di fingere almeno per una volta di aprire il dizionario dei sinonimi ed essere per un attimo quello per cui dovrebbero essere pagati: esempi di umanità curiosa, con qualcosa da dare al mondo, gente che dovrebbe insomma fare la differenza e non limitarsi a marcare sempre in rosso le differenze; cosa siete, uomini o frustrati correttori di bozze?[7]
Intervista di Tiziana Leone, ilsecoloxix.it, 11 febbraio 2009.
- [Su Hugh Hefner] Se si circonda di belle ragazze, se ha dieci fidanzate sono contenta per lui, perché io, da persona noiosa quale sono, mi stuferei.
- Nella mia vita faccio anche la fotomodella, non sono solo una playmate [ma] il mio è un lavoro duro, faticoso, se vuoi rendere nelle foto, devi andare a letto alle dieci di sera, mangiare bene e fare sacrifici. Io non bevo, non fumo e non mi drogo, sono noiosa anche per un operaio medio. Se esco la sera vado al cinema, a ballare quasi mai, mi definirei una coniglietta in letargo.
- Sono consapevole di ritrovarmi sotto gli occhi di milioni di persone e la cosa non mi fa né caldo, né freddo. Ma non si fa questo lavoro solo perché si è belle. Ce ne sono tante di ragazze carine in giro, però bisogna avere carattere e la capacità di interpretare personaggi. Noi siamo come la attrici del cinema muto: non siamo belle statuine, ma bellissime signorine di carta che si concedono allo sguardo degli uomini.