pilota automobilistico olandese con cittadinanza belga (1997-) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Max Emilian Verstappen (1997 – vivente), pilota automobilistico olandese.
Citazioni in ordine temporale.
[«Max il pilota con più talento, Lewis il più completo: sei d'accordo?»] Non sono d'accordo! Ma è la mia opinione...[1]
La Formula 1 è cambiata molto nel corso degli anni, si è trasformata in uno sport più atletico. Come piloti, siamo sottoposti ad alte temperature, a una forza di gravità da tre a sei volte maggiore, a molto rumore e vibrazioni. Durante la corsa, la frequenza cardiaca può arrivare al 90% del suo massimo e la temperatura corporea aumenta fino a un massimo di 39,8 gradi. Sono sicuramente tanti di numeri ma, in breve, durante una gara si bruciano circa lo stesso numero di calorie che bruceresti correndo una mezza maratona. [«Qual è, dunque, la sfida più impegnativa?»] Senz'altro mantenere la concentrazione durante la corsa. Questo significa prendere continuamente decisioni ad alto rischio per la guida, ma anche comunicare costantemente con il team per la strategia e premere oltre 20 diversi pulsanti del volante durante i giri. Direi quindi che bisogna essere sicuramente in forma per riuscirci.[2]
Una volta che finisco la gara mi concentro solo sulla famiglia e sugli amici. Se mi collego ai social, non voglio vedere nessuna vettura. E anche se ci sono polemiche dopo un Gran Premio, non influenzeranno nulla di ciò che faccio nel fine settimana, è solo una perdita di tempo.[3]
Non ho idoli, l'unica figura di riferimento è mio padre [Jos, anche lui pilota di Formula 1]. Sono qui per vincere, di assomigliare ad altri non mi interessa.[4]
[Sul Gran Premio di Las Vegas, «quanto questo weekend credi sarà uno spettacolo e quanto è un evento sportivo?»] 99% spettacolo e 1% evento sportivo. [...] non mi piace il contorno, ovviamente so che in alcuni casi ne fa parte, ma diciamo solo che non riscuote il mio interesse. [...] Ad alcune persone piace un po' di più lo spettacolo, a me non piace affatto. Sono cresciuto guardando solo il lato prestazionale delle cose ed è così che la vedo. Quindi mi piace essere a Las Vegas, ma non tanto per correrci.[6]
[Sul Las Vegas Strip Circuit] Non penso che sia così emozionante, per quanto mi riguarda un circuito cittadino non è mai entusiasmante [...]. Lo scenario sarà fantastico guidando lungo la Strip, ma il layout in sé non è dei più entusiasmanti. Guidare una macchina di F1 è molto più divertente quando hai curve ad alta velocità, ma da queste parti non ce ne sono molte.[6]
Con lo sport si possono ottenere molte cose nel mondo. Noi siamo qui per esibirci, non siamo interessati alla politica. Penso che sia molto importante che lo sport faccia lo sport e che la politica sia politica. A volte alle persone piace essere nel mezzo. Personalmente preferisco concentrarmi sullo sport, altrimenti avrei fatto il politico. Come sport, non possiamo cambiare il mondo, ma cerchiamo di condividere valori positivi.[7]
Intervista di Daniel Riley, gqitalia.it, 14 novembre 2022.
Non penso sia possibile andare forte se dentro covi la paura.
[Sul padre Jos Verstappen] Appena chiuse con la Formula 1 dedicò fondamentalmente il resto della carriera a farmi diventare una persona migliore e più veloce di lui.
[Parlando della sconfitta nel mondiale kart 2012 all'ultima gara] Di fatto, feci una cazzata. Valutai male il punto del circuito dove volevo superare il pilota che era in testa e ne scelsi uno troppo rischioso. Avrei potuto aspettare ancora un giro o due, l'avrei superato senza problemi, ce l'avrei fatta. In realtà, andò male. Mi schiantai. Finì tutto lì, niente campionato del mondo. Mio padre ha investito ogni energia fisica e mentale nel corso degli anni per arrivare a quel punto. Tutto doveva essere pronto per cogliere l'occasione. Ed è per questo che era così arrabbiato. [Sul furgone] io continuavo a cercare di avviare una conversazione con lui riguardo al perché l'avevo fatto e che cosa pensavo della situazione. A un certo punto mi avvertì: "Max, se non chiudi il becco ti sbatto fuori". Naturalmente, non pensavo che l'avrebbe fatto. Così continuai a discutere, a tentare di parlare con lui. Alla stazione di servizio successiva si fermò e mi disse: "Fuori!". [...] [Il ragazzo scese e chiamò la mamma che era venuta in Italia per la corsa e aveva lasciato il circuito dopo di loro. Alla fine, però, fu Jos a tornare a prenderlo] Così guidammo fino a casa per 17 ore, senza parlare. Abbiamo mangiato, ignorandoci. Per fortuna pagò il conto. [...] non parlammo per qualcosa come una settimana intera. Era arrabbiatissimo e allo stesso tempo si rifiutava di parlare con me. Mi sono sentito malissimo per una situazione di cui ero responsabile. Eppure, in un certo senso, quel silenzio mi ha anche aiutato molto, perché ho iniziato a pensare di più alle conseguenze dell'esito negativo di una gara e a come debba essere gestita. Bisogna essere più pazienti.
[Su Formula 1: Drive to Survive] Capisco che vogliano attirare più tifosi verso la F1 e funziona. Però, molte scene sono fatte letteralmente con il copia e incolla, persino le frasi: cose dette che io so non sono state pronunciate all'epoca. Senza contare le riprese. In fin dei conti, sono dettagli poco importanti se vuoi creare entusiasmo in chi non capisce tanto di Formula 1. Ma se sei un tifoso incallito, non è realistico.
Citato in Roberto Chinchero, motorsport.com, 18 novembre 2023.
[Sulla Formula 1 degli anni Duemilaventi] Quando ero bambino mi sono innamorato delle emozioni che può dare questo sport, non dello spettacolo che lo circondava, e credo che da pilota questo aspetto non dovrebbe avere molta importanza. [...] Ovviamente capisco che anche i fan possano aver bisogno di qualcosa da fare in pista, ma penso che sia più importante far capire loro ciò che facciamo nel nostro sport. Non trovo molto senso nel venire ad un Gran Premio solo per fare festa o vedere lo spettacolo di un DJ, voglio dire, questo puoi farlo in tutto il mondo, puoi andare a Ibiza no? Onestamente non mi piace pensare che ci siano dei fan che vengono in pista a bere qualche drink con i loro amici senza in realtà capire cosa stiamo facendo e cosa stiamo mettendo in gioco per esibirci al nostro meglio.
Una monoposto di Formula 1 non prende vita da sola, ma diventa speciale se puoi guidarla su piste speciali [...]
Adoro Las Vegas, ma non è qui che voglio guidare una macchina di F1. Mi piace uscire, bere qualche drink, puntare qualcosa sul rosso, divertirmi e andare ad una bella cena, ma non vedo in questo posto la passione che c'è sulle piste della vecchia scuola.
Devo dire che in tanti anni da inviato di F1, dove ho visto correre dal vero e battagliare piloti come Senna, Prost, Mansell, Schumacher – e sentire pure a volte le loro giustificazioni per certi azzardi – io uno scorretto nella guida come Verstappen non l'avevo mai visto prima. Ogni volta che va dritto in staccata per un sorpasso insiste per spostare l'avversario e tenersi la posizione. È sempre al di là delle righe. Quelle metaforiche, ma anche quelle bianche che delimitano la pista. Verstappen è un pilota fantastico, lo riconosco. E lo ammiro. Uno col piede di Senna e la grinta di Mansell. Un campione di talento. È bravo bravo bravo. Ma per me è troppo scorretto. È come uno che grida sempre per avere ragione. Lui non duella e basta; lui aggredisce e spintona l'avversario. Tira delle staccate impossibili per resistere al rivale, va fuoripista e quando rientra ostruisce l'avversario pensando di avere il diritto di restare lì davanti. Nel duello con Verstappen è sempre "l'altro", è sempre il suo avversario del momento che deve preoccuparsi di evitare il contatto e l'incidente. Lui non ci pensa: si butta dentro e sta al suo avversario del momento evitare la collisione. Non si guida così. Anche se sei il più bravo del mondo! [...] Lui non desiste mai. Questo sentimento è bello in un pilota, ma fino a un certo punto. Quando la manovra va male, con la staccata finisci lungo oppure l'altro ti mette le ruote dentro, devi imparare a mollare. Fa parte del gioco delle corse. Invece Verstappen non desiste anche quando la partita è persa. E questo comportamento ne fa un irresponsabile in tante occasioni. (Alberto Sabbatini)
[«Verstappen le ricorda Schumacher?»] Gli assomiglia perché mette al centro tutto ciò che fa in pista. È maturato tanto, ha imparato a gestire le proprie emozioni. È un cannibale, non guarda in faccia nessuno. E in questo mi ricorda tanto Michael. (Stefano Domenicali)
Ha molti punti di forza, ma in particolare il fatto che non ha bisogno di riscaldarsi. Scende in pista e va forte, anche sul bagnato o su un circuito nuovo [...]. L'altra sua qualità è l'aggressività. Se c'è anche la minima possibilità di sorpasso non la spreca e poi ha un velocità naturale che è semplicemente incredibile. Sul giro secco mi ricorda Senna. Va oltre i limiti dell'auto. Assomiglia molto ad Ayrton, l'unico dei grandi con cui posso paragonarlo. (Helmut Marko)
Il suo approccio è quello di una persona gentile e tranquilla, sembra tutto il contrario di quello che è in pista nei momenti di trance agonistica. Grazie a Dio abbiamo Verstappen, averne due o tre come lui... (Mario Donnini)
La miglior forma di difesa di Max è l'attacco. (Christian Horner)
Max dice sempre quello che pensa e non segue i temi politici nei paesi dove andiamo a correre [...]. Mio figlio è un pilota e fa il proprio mestiere, al contrario di qualcun altro. (Jos Verstappen)
Max è fondamentalmente un ragazzo molto simpatico e dolce. Molto più in controllo. Io ero molto più estremo, ma Max ha davvero un cuore. Quindi, quando si mette il casco, è un leone. Non spingere Max in un angolo o esploderà. (Jos Verstappen)
Max ha alzato l'asticella da un punto di vista del pilotaggio e della preparazione fisica e mentale [...] c'è stato una volta Senna, durante i test, che ha alzato quest'asticella. Poi è arrivato Schumacher che ha portato questa preparazione per essere ulteriormente nel dettaglio all'interno della squadra. Max [...] è il prototipo del pilota futuro, che riesce a coinvolgere tutto nella sua preparazione e ha dato un'ulteriore step a questa preparazione mentale. (Ivan Capelli)
Per Max o la va o la spacca. Ti scontri o non lo sorpassi. Credo che si spinga sempre al limite e forse oltre. (Lewis Hamilton)
Verstappen ai miei tempi sarebbe già morto quattro volte... (Bruno Giacomelli)