Massimo Venturiello (1955 – vivente), attore, regista teatrale e doppiatore italiano.
- […] il teatro è principalmente un gioco e come tale bisogna viverlo in teatro si mettono in piazza i sentimenti anche più intimi perciò ci deve essere un clima di armonia e si deve giocare con serietà, ma si deve giocare, se un attore ha timore gli blocchi l'aspetto più importante cioè la sensibilità, la sua fragilità è da quello che si ottiene un risultato non convenzionale per cui per me la prima cosa è creare grande feeling con tutti, molti per creare questa condizione scelgono persone che non siano diametralmente opposte con le quali hanno già lavorato e si sono trovate bene, questo significa chiudersi ma le compagnie sono sempre state un pò così addirittura erano in famiglia, parliamo della commedia dell'arte.[1]
- La nostra coerenza non sta sempre nelle nostre scelte ma nel modo in cui le affrontiamo. Si può essere banali nell’interpretare Shakespeare e profondi nel cantare una canzonetta.[2]
- Quando ho iniziato, i miei riferimenti erano gli uomini di teatro che mi avevano preceduto, che avevano fatto una grande carriera teatrale. Oggi, la nuova generazione non ha più questi riferimenti, è sempre più difficile seguire un percorso costruttivo, si ricomincia sempre un po’ daccapo e in questo clima di precarietà molti si perdono per strada.[2]