politica italiana Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Martina Semenzato (1973), politica italiana
Oltre ai problemi contingenti, l’orizzonte cui tendere è più lungo. Dobbiamo guardare ai prossimi venti, trent’anni, dobbiamo guardare pensando ai bambini, ai più piccoli, a quelli che non votano e non hanno votato, ma che un giorno ci giudicheranno: i bambini ci giudicheranno.[1]
[Rivolta a Giorgia Meloni] Vorrei regalarle questo motto storico che viene direttamente da Venezia, che vuol dire forza, raggiungere gli obiettivi e avere coraggio: “Duri i banchi!”[1]
Il vetro di Murano e le imprese, spesso di natura familiare, che portano avanti questa antichissima tradizione veneziana hanno bisogno di un nostro sostegno, altrimenti rischiamo di chiudere definitivamente i forni e, con loro, l’arte che non ha uguali nel mondo.[2]
[...] la violenza sulle donne è una violenza meschina, vigliacca, subdola e silenziosa, è un pugno in faccia quando non te lo aspetti, senza preavviso, è una tirata di capelli repentina. È una spallata, uno spintone, uno schiaffo, uno sputo, un'offesa verbale ripetuta ad oltranza a colpire la propria autostima. È un “no” ripetuto, ripetuto e ripetuto, che diventa, invece, violenza sessuale. È una gonna troppo corta, un tacco troppo alto, un rossetto troppo rosso, un bicchiere di vino in più, che diventano squallida legittimazione a usare violenza. È una mano che ti ferisce a morte, è la mano di un uomo che uccide una donna, è la testa malata di un uomo che uccide una donna, di un compagno, di un marito, di un amico, di un fratello, di un padre.[3]
Essere donna è un'impresa spesso mortale, devi lottare con chi ti vuole come fa comodo a lui.[3]
Non bastano, però, una data, scarpette rosse, post buonisti a beneficio dei social: la violenza sulle donne va ricordata e combattuta tutti i giorni, in famiglia, nel lavoro, nella vita quotidiana, attraverso azioni concrete. Equilibrio e parità di genere sono la via necessaria ad estirpare le cause della violenza in tutti gli ambiti. Bisogna agire a più livelli, in primis, sulla capacità di azioni tempestive.[3]
Gli uomini che commettono violenza sulle donne sono mostri e come tali devono essere trattati, limitati e arginati, annoverando la violenza di genere tra i reati comunitari. Questo permetterebbe di equipararla a crimini come il terrorismo, la tratta degli esseri umani, la criminalità informatica, lo sfruttamento sessuale.[3]
Quando si parla di social media è impossibile non pensare primariamente ai ragazzi, presenti e attivi più di noi sulle piattaforme più nuove. Molti di loro sono privi della capacità di comprendere i rischi a cui, purtroppo, in un contesto così ampio e difficile da controllare, vanno incontro, ma anche alla scorrettezza di alcuni comportamenti, penso al cyberbullismo. E, allora, si parla tanto di competenze digitali, ma, forse, dovremmo lavorare proprio sull'educazione digitale dei nostri ragazzi più piccoli che sempre prima si trovano ad affrontare il mondo online.[3]
[...] lo sport, in quanto portatore di valori quali il rispetto, la collaborazione, l'integrazione, la gestione delle emozioni, la disciplina, la costanza, l'impegno, l'etica, la cura di sé, la capacità di rialzarsi dopo una sconfitta, naturali veicoli di inclusione sociale e di superamento degli stereotipi di genere.[3]
“Madonna” è un termine bellissimo che va oltre il proprio credo e la spiritualità religiosa: deriva dal latino mea domina, cioè mia signora, ed è un termine che vorrei dedicare a tutte le donne di quest'Aula.[3]
[Sulle comunità energetiche rinnovabili] Produrre energia in un luogo, utilizzo nello stesso posto di produzione e al contempo trasferire il surplus in eccesso a beneficio di altre strutture dislocate nel territorio, significa efficientamento e risparmio economico. Non dimentichiamoci che la guerra in Ucraina ha messo brutalmente in evidenza la miopia della politica energetica del nostro Paese.[4]
Quella delle comunità energetiche rinnovabili è davvero un'inversione di rotta storica, una sfida che ricorda quella di inizio Novecento, con l'energia proveniente dal fossile distribuita dalle grosse centrali alle reti locali. Quel modello ha trasformato le città, ha portato ricchezza, ha introdotto nuovi lavori e nuove utility, ancora oggi proposte nel settore.[4]