politico italiano (1964-) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Marco Pellegrini (1964), politico italiano
[Riguardo al provvedimento contro i rave del Governo Meloni] Si parte dai rave party, che notoriamente sono un’emergenza nazionale nei salotti frequentati dalla destra, evidentemente, con una norma assurda, scritta con lo stile di un questurino da film degli anni Settanta, che però non è contro i rave, ma si applica a qualsiasi adunata con più di 50 persone e che occupi una proprietà privata, per esempio un gruppo di studenti o un gruppo di lavoratori che vuole manifestare il proprio dissenso, supponiamo nei confronti del Governo, in una università o in una fabbrica.[1]
[Riguardo all'innazalmento del tetto del contante del Governo Meloni] E poi l’innalzamento del tetto del contante a 10 mila euro, che a vostro dire è un aiuto ai poveri, perché tutti noi sappiamo che i poveri girano con valigette di 10 mila euro e non sanno come spenderli, altrimenti non sarebbero poveri.[1]
[...] avete annunciato che spezzerete le reni ai percettori del reddito di cittadinanza, tra l’altro in un momento storico in cui i poveri, quelli veri, non quelli con le valigette, sono in aumento ancor di più a causa della pandemia prima e della guerra poi.[1]
Il coraggio della Meloni, di Fratelli d’Italia e di questa maggioranza, evidentemente, è improvvisamente svanito alle ore 23 del 25 settembre, quando si sono chiuse le urne.[1]
[Sul Governo Meloni] Avevate urlato per mesi che eravate pronti, bravi, competenti, che avreste affrontato in pochi giorni la situazione, a differenza del Governo Draghi, e che era una maggioranza coesa, ossia che c’erano tutte le condizioni affinché i veri problemi del Paese sarebbero stati affrontati e, invece, non è successo, e ora fate i prudenti.[1]
[...] si sentono in quest’Aula delle cose che, probabilmente, nell’osteria sotto casa non si avrebbe il coraggio di raccontare tra un bicchiere e l’altro e sono, tra l’altro, contrarie alla verità storica.[1]
[Sugli Attentati di Nāṣiriya] [...] nonostante tutto quello che il nostro contingente aveva fatto, la nostra base purtroppo venne attaccata e si verificò quella che probabilmente fu la più grande strage che ha coinvolto i militari italiani dalla fine della Seconda Guerra mondiale, una strage che, per le modalità esecutive e per le ragioni che avevano portato lì il nostro contingente, colpì moltissimo l'opinione pubblica e indusse decine di migliaia di cittadini a sfilare davanti alle bare dei caduti esposte al Sacrario delle Bandiere del Vittoriano nel giorno dei funerali di Stato.[2]
[Sugli Attentati di Nāṣiriya] L'orrore di quella strage e la perdita di tante vite innocenti, sacrificate nel nome della pace e della libertà, ci fa capire ancor di più quanto sia difficile tentare di ricostruire un Paese dopo o nel corso di un conflitto e ci ammonisce sull'importanza, durante qualsiasi guerra, di perseguire con tutte le forze i tentativi diplomatici per il cessate il fuoco, per una tregua e, in prospettiva, per la pace e per la cooperazione tra i popoli.[2]
[Sulla invasione russa dell'Ucraina del 2022] [...] noi siamo a fianco del popolo ucraino, ma, proprio perché sono passati già tanti mesi di conflitto e sono già immani le sofferenze patite dagli ucraini, chiediamo con ancora maggiore forza al Governo italiano di voltare pagina. Non ci siamo assuefatti alla guerra, non la riteniamo né un fatto ineluttabile né un mezzo per risolvere le controversie internazionali, come recita l'articolo 11 della nostra Costituzione.[3]
[Sulla invasione russa dell'Ucraina del 2022] Non è pensabile, a nostro parere, arrivare a una vittoria militare sul campo né a una controffensiva sul suolo russo con armi di lunga gittata. Non bisogna prendere in giro gli italiani, bisogna dire loro la verità e sottolineare che, se si continua in questo modo, c'è un rischio concreto di uno scoppio di un conflitto ancora più ampio e magari con l'uso di armi nucleari.[3]
[Sulla invasione russa dell'Ucraina del 2022] A parole molti di voi, colleghi, volete la pace, ma temo solo a parole, perché nei fatti continuate a insistere pervicacemente sulla necessità di una escalation militare, che invece è un percorso senza uscita e che aggiungerà morte, distruzione e sofferenze a quanto ha già patito il popolo ucraino.[3]
[Sulla invasione russa dell'Ucraina del 2022] [...] era giusto dare all'Ucraina la possibilità di esercitare il proprio diritto alla legittima difesa nei confronti dell'aggressore russo. Senza quell'intervento, nostro e delle altre forze occidentali, probabilmente l'Ucraina sarebbe capitolata in poche settimane, quindi abbiamo fatto bene.[3]
[Sulla invasione russa dell'Ucraina del 2022] Con il passare delle settimane, in Italia e altrove le pulsioni belliciste hanno pervaso moltissime menti, raggiungendo livelli davvero preoccupanti; il che sta rendendo concreto il rischio di una guerra lunghissima, in cui il prezzo più alto, come al solito, come in tutte le guerre, lo pagano le popolazioni civili.[3]
[Sulla invasione russa dell'Ucraina del 2022] Un esempio di questo atteggiamento davvero irresponsabile lo abbiamo visto pochi giorni fa, quando sono caduti i missili in Polonia, e c'è stato chi, come Letta e Calenda, senza nemmeno aspettare una minima verifica sulla paternità di quei lanci, senza adottare la minima prudenza, che è d'obbligo in situazioni così gravi, si sono lanciati in dichiarazioni pericolosissime, precipitandosi a scrivere tweet, quasi come se avessero l'elmetto in testa.[3]
[Sulla invasione russa dell'Ucraina del 2022] [...] non mettiamo minimamente in discussione l'appartenenza al Patto Atlantico, ma riteniamo deleteria la strategia sin qui seguita dall'Occidente, fondata essenzialmente sull'escalation militare. Ci stiamo adoperando per far cambiare questa strategia, per costruire le basi di un percorso che porti al cessate il fuoco, a negoziati tra Ucraina e Russia e alla pace.[3]
Comunque davvero spiace constatare che esiste una profonda continuità tra le scelte dell'ex Presidente Draghi e quelle della Presidente Meloni, sia in ordine alle misure economiche sia in ordine alle scelte che riguardano la guerra in Ucraina.[3]
[...] riteniamo gravissime le ultime dichiarazioni del Ministro Crosetto, che era favorevole all'invio delle armi [all'Ucraina]. Lui si trova, lo ricordo, in uno spaventoso conflitto di interessi, avendo rappresentato la lobby dei produttori delle armi fino all'altro giorno.[3]