politico italiano (1956-) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Marco Minniti (1956 – vivente), politico italiano.
Citazioni in ordine temporale.
La sinistra deve stare vicino a chi ha paura, per liberarlo dalla paura. Il populismo sta vicino a chi ha paura, per tenerlo inchiodato ai propri incubi.[1]
[Sulla questione dell'immigrazione] La sinistra riformista deve uscire dallo scacco prodotto dall'alternativa del diavolo tra consenso e principi etici. La frase che noi spesso ripetiamo "Di fronte alla salvezza di una vita preferiamo perdere voti" segnala una fragilità politica. Si tratta di cimentarsi con il governo dei flussi migratori e allo stesso tempo di non perdere voti.[2]
Guardi, non vorrei ci fossero equivoci. Sono profondamente convinto che il grado di civiltà di un Paese si misuri soprattutto attraverso due indicatori: il rapporto uomo-donna e quello tra politica e religione, o se preferisce tra Stato e Chiesa. Ebbene, su questi due punti la nostra linea è e sarà una sola: i nostri valori vanno a tutti i costi assimilati. [...] Chi ritiene che la donna debba essere succube dell'uomo e la legge dello Stato succube della legge di Dio (la sharia) si pone automaticamente fuori dalla nostra civiltà giuridica. Esistono valori non negoziabili, e su questi abbiamo il dovere di non arretrare.[3]
Ai tempi delle Br nella sinistra c'era chi considerava i brigatisti dei "compagni che sbagliano" e chi, come me, sosteneva che non erano affatto "compagni", perché un compagno non uccide per le sue idee, al limite si fa uccidere.[3]
Le mafie votano e fanno votare. Per la politica è dunque venuta l’ora di firmare un “patto di civiltà” in nome della democrazia: tutti i partiti sottoscrivano un impegno solenne, un rifiuto esplicito di ricercare e ricevere il voto delle mafie.[4]
Con la strage di Duisburg abbiamo capito che una faida familiare a San Luca in Calabria può avere un esito nel cuore della Germania industrializzata. Per questo è necessario varare al più presto una Procura europea Anti-mafia e Anti-terrorismo ed eliminare in fretta le asimmetrie tra le diverse legislazioni sull'attacco ai beni mafiosi.[4]
[Alla domanda di Milena Gabanelli: "Lei è stato comunista?"] Fossi stato comunista non avrei potuto guidare i servizi segreti.[5]
L'Italia è l’unico paese al mondo ad aver sconfitto un terrorismo interno e un terrorismo mafioso, senza cedere a uno Stato d'eccezione, senza cedere a svolte antidemocratiche. Questo è un patrimonio straordinario per l'Italia di oggi.
Per colpire al cuore le mafie dobbiamo recidere il rapporto che hanno con la politica [...] il voto è il cuore dell'espressione libera del cittadino. Se quel voto è contaminato dalla criminalità organizzata è un problema cruciale per la democrazia. La politica deve dimostrare di saper resistere alla sensazione faustiana delle mafie. Quando un politico fa un patto con le mafie, si illude di poterlo controllare. Ma non è così. Una democrazia vince se un politico non ha vincoli.