Odio e amore. Le due maggiori forze che albergano nel cuore degli uomini... ieri come oggi.
In Arabia... durante i memorabili anni del primo secolo. (Testo a schermo)
Citazioni in ordine temporale.
Vivere con un segreto è come vivere nella menzogna: avvelena, uccide. (Arnon)
Ascolta il mio avvertimento: se tu non manterrai la parola, una maledizione peggiore ti colpirà. (Pietro) [a Deran]
Citazioni in ordine temporale.
Pietro[dopo aver salvato Giovanni dalla tempesta]: Non ti sei fatto niente, eh? Giovanni: Ho pregato, Simone. E ringrazio il Signore d'avermi salvato! Pietro: Chi ringrazi? Ringrazia me per averti salvato, e non Dio che ha scatenato questa tempesta!
David: Tu credi in Dio, non è vero? Pietro: Ma certo. Credo che Dio faccia sorgere il sole e lo faccia tramontare, si occupa delle stelle e del cielo, degli oceani, di questioni importanti come queste. Ma non credo che abbia il tempo di dare ascolto a te, a me, o a qualsiasi persona. E non credo che dovremmo seccarlo perché faccia qualcosa per noi. Io lo lascio in pace più di quanto mi ci lasci lui. È una fortuna che non sia naufragato in una delle sue tempeste. Ma io lo perdono, perché gli rubo il pesce da anni senza pagargli un centesimo.
Pietro: Mi ricorderò sempre di quando mi ha messo una mano sulla spalla. Poi mi ha guardato negli occhi. Andrea: Ho visto. E anche Giovanni e Giacomo. Pietro: Torneranno a lavorare con me. Andrea: Dobbiamo ringraziare il Nazareno. Pietro: E io che gli rimproveravo d'avermeli portati via. Quando parlava di peccatori, sapeva che io lo ero, ma perderebbe tempo se cercasse di convertirmi, nessuno può cambiarmi. Non si può infornare il pane due volte. Dio deve aver rinunciato a me da parecchio tempo. Andrea: Io non credo che egli rinunci mai.
Nonostante il titolo, il personaggio centrale dell'azione (Arabia romana, Galilea, Giudea, Roma) non è il pescatore Simone (Keel), destinato a diventare la kepha (roccia), dunque Pietro, del cristianesimo. L'epicentro del dramma è l'amore contrastato della principessa meticcia Fara (Kohner) e del principe Voldi (Saxon) e l'influenza che esercita su loro Simon Pietro, dissuadendo Fara dall'uccidere il padre Erode Antipa (Lom), dispotico tetrarca di Galilea, che aveva rinnegato sua madre araba Arnon per sposare la depravata Erodiade (Hyer). Nella sceneggiatura che si discosta nettamente dal mediocre romanzo di Douglas, Fara, costretta a rinunciare, in quanto meticcia, all'amore di Voldi, torna in Giudea al fianco di Simone per aiutarlo nell'opera di riconciliazione tra arabi ed ebrei. Confuso con i numerosi colossi storico-biblici prodotti alla fine degli anni '50, il film ebbe accoglienze critiche tiepide o negative, comunque superficiali. Soltanto pochi recensori francesi – tra cui Jacques Joly sui Cahiers du Cinéma – seppero coglierne i pregi, non soltanto figurativi, e la diversità. (il Morandini)