Oggi, o Signore, è venuta a me motivo di lieve perplessità. Liberaci, ti preghiamo, dall'avidità di certe abbondanze, e liberaci dalla vanità e dal falso orgoglio. Sia fatto comunque il tuo volere. Proteggici nella notte che viene. Amen. (Ephraim) [preghiera]
Per quanto piccolo, un male non può essere un bene. (Ephraim)
Io preferisco il possesso di mezzo acro di pietra e roccia, e vero deserto, piuttosto che lavorare per qualcun altro la terra più grassa. (Ephraim)
Che espressione di vita. È come se racchiudesse pensieri tutti suoi e... e avesse desideri. (Nicholas) [osservando l'oleandro]
Da quando sei tornata, non l'hai nominato. Una donna sa tacere così solo quando ama. (Abigail)
Credo fermamente che Dio abbia messo in ognuno di noi il senso del bene. E quando siamo in errore, non importa che nessuno lo sappia: lo sappiamo noi. (Miranda)
Citazioni in ordine temporale.
Nicholas: Avete citato spesso la mia età, signore. È segno forse di scarsa fiducia? Alessandro il Grande, più giovane di me, aveva sottomesso mezzo mondo. Ephraim: Fosse stato più vecchio, forse l'avrebbe sottomesso tutto, o avrebbe avuto la saggezza di non provarci nemmeno. Nicholas: Aristotele fu il suo maestro, ma sono certo che non aveva la vostra chiarezza d'espressione.
Miranda: Come puoi stare lì con quella calma? Rivedere il castello dovrebbe esaltare te più di chiunque altro al mondo. Nicholas: Non ci si può esaltare per una cosa divisa con tante persone. Comunque a te è piaciuto? Miranda: Non riesco a descrivere quello che sento, gli aggettivi che conosco non mi bastano. Nicholas: Le parole per me non contano, per me valgono i sentimenti. Miranda: Ma bisogna esprimerli.
Nel filone della narrativa romantica che va da Jane Austen a Daphne du Maurier (Rebecca) l'esordiente J.L. Mankiewicz, responsabile anche della sceneggiatura, ha diretto un film d'atmosfera di apprezzabile omogeneità stilistica, appoggiato a un'affiatata squadra di attori. (il Morandini)
Splendido melodramma gotico sul tema di Barbablù e della sposa-vittima. Price è una grandiosa incarnazione del male, Gene Tierney una succube perfetta. Prodotto da Lubitsch che non poté dirigerlo per una malattia, è il film con cui esordisce Mankiewicz e nel quale è già presente il tema portante di tutta una carriera: la forza della parola, usata come il più forte degli elementi drammatici, della quale ci si serve per affrontarsi, studiarsi, combattersi e annientarsi. (Il Mereghetti)