scrittrice, attivista e insegnante statunitense Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Helen Adams Keller (1880 – 1968), scrittrice, attivista e insegnante statunitense.
La nostra democrazia è solo una parola. Cosa significa il fatto che possiamo votare? Significa che scegliamo fra due veri autocrati, anche se non li consideriamo tali. Scegliamo fra Tizio e Caio... Chiedete di votare per delle donne... Ma che cosa può fare un voto, quando dieci undicesimi della terra in Gran Bretagna appartengono a solo 200.000 persone e la restante undicesima parte è divisa fra i restanti 40 milioni di individui? I vostri uomini si sono per caso liberati da questa ingiustizia con i loro milioni di voti? (citato in A People's History of the United States, 1980, pag. 345)
La sicurezza è perlopiù una superstizione. Non esiste in natura, né i cuccioli di uomo riescono a provarla. Evitare il pericolo non è più sicuro, sul lungo periodo, che esservi esposti apertamente. O la vita è una avventura da vivere audacemente, oppure è niente. (da The Open Door, 1957)
I bambini che sono in grado di sentire imparano a parlare senza particolare sforzo. Catturano al volo le parole che cadono dalle labbra altrui, così come sono, felicemente, mentre i piccoli bambini sordi devono intrappolarle attraverso un processo lento e spesso doloroso. Ma qualunque sia questo processo, il risultato è meraviglioso. Gradualmente, partendo dal dare un nome ad un oggetto, avanziamo un passo alla volta, finché abbiamo colmato la vasta distanza fra la nostra prima sillaba balbettata e l'ampiezza del pensiero di un verso di Shakespeare.
La letteratura è la mia Utopia. Qui non sono discriminata. Nessuna barriera dei sensi mi priva dei dolci e graziosi discorsi dei miei amici libri. Loro mi parlano senza imbarazzo, né difficoltà. Le cose che ho imparato, che mi hanno insegnato, sembrano avere una importanza quasi ridicola se messe a confronto con i loro grandi amori e la loro divina tolleranza.
Non importa quanto tardo, avaro o saggio sia un uomo. Egli sa che la felicità è indisputabilmente giusta.
È curioso osservare quale ideale di felicità amino gli uomini e in quali singolari posti essi cerchino la sua sorgente. Alcuni la cercano nell'ammucchiare ricchezze, alcuni nella superbia del potere, altri nelle conquiste dell'arte e della letteratura. Pochi la cercano nell'esplorazione del loro spirito o nel miglioramento della conoscenza.
Molte persone misurano la propria felicità in termini di piacere fisico e di possedimenti materiali. Quanto sarebbero felici, se potessero raggiungere quello scopo che hanno fissato sulla linea dell'orizzonte! Se mancasse loro quel dono o quella condizione, si considererebbero miserabili. Se la felicità si misurasse così, io che non posso sentire o vedere avrei ogni buona ragione per sedere in un angolo con le mani giunte e piangere. Se fossi felice nonostante le mie privazioni, se la mia felicità fosse così profonda da sembrare quasi una fede o una filosofia di vita – se, in breve, fossi ottimista, la mia testimonianza del credo dell'ottimismo varrebbe la mia sordità.
Una volta conoscevo l'abisso dove non c'è speranza e dove l'oscurità si stende su ogni oggetto. Fu allora che l'amore venne e liberò la mia anima. Una volta conoscevo soltanto oscurità e immobilità. Ora conosco la speranza e la gioia. Una volta piagnucolavo e davo pugni contro il muro che mi teneva rinchiusa. Ora mi rallegro nella consapevolezza di poter pensare, agire e ottenere il Paradiso. La mia vita non aveva passato né futuro. Un pessimista avrebbe detto che [in quelle condizioni] "la morte è qualcosa da desiderare fervidamente". Ma una piccola parola cadde dalle dita di un'altra sulla mia mano che si aggrappava al vuoto e il mio cuore afferrò l'estasi della vita. La notte scappò di fronte alla luce del pensiero e l'amore e la gioia presero il sopravvento sull'obbedienza alla scienza. Può mai una persona che è scappata da una tale cattività, che ha provato il brivido e la gloria della libertà, essere pessimista?
È sempre un errore contemplare il bene ed ignorare il male, perché rende le persone negligenti e le porta a compiere disastri. Esiste un pericoloso ottimismo dell'ignoranza e dell'indifferenza.
Nonostante il mondo sia pieno di sofferenza, esso è tuttavia pieno della possibilità di vincere la sofferenza. Il mio ottimismo quindi non si basa sull'assenza del male, ma sulla lieta sicurezza della preponderanza del bene e della buona volontà nel cooperare sempre verso il bene, che tutto questo possa un giorno prevalere. Cerco di accrescere il potere datomi da Dio nel vedere il meglio di tutto e di tutti e far sì che questo diventi parte della mia vita.
Anch'io posso lavorare e siccome amo lavorare con la mia testa e con le mie mani, sono ottimista nonostante tutto. Pensavo che sarei stata ostacolata nel mio desiderio di fare qualcosa di utile. Ma ho scoperto che, nonostante le cose in cui io possa essere utile sono poche, il lavoro da compiere per me è quasi infinito.
Capisco come sia stato possibile per Spinoza trovare una felicità profonda ed intensa quando venne scomunicato, quando era povero, disprezzato e considerato sospetto sia dagli ebrei che dai cristiani. Il mondo degli uomini non mi ha mai trattato in tal modo, però il suo isolamento dall'universo della gioia dei sensi è in qualche modo analogo al mio. Egli amò il bene per il bene. Come tanti grandi spiriti accettò il suo posto nel mondo e si affidò ad un Potere superiore con la purezza di un bambino, credendo che Egli lavorava attraverso le sue mani e prevaleva attraverso il suo essere. Credeva assolutamente in Lui e anch'io. Mi sembra che l'ottimismo profondo e solenne debba provenire da questa ferma fiducia nella presenza di Dio nell'individuo. Non un remoto e inavvicinabile Governatore dell'Universo, ma un Dio vicinissimo ad ognuno di noi, presente non solo nella terra, nel mare e in cielo, ma anche in ogni puro e nobile impulso dei nostri cuori, "la fonte e il centro di tutte le anime, il loro solo punto di ristoro".
Conoscere la storia della filosofia significa sapere che i più grandi pensatori della Storia, i profeti delle tribù e delle nazioni, sono stati ottimisti. La crescita della filosofia è la storia della vita spirituale dell'uomo.
Il più grande risultato dell'educazione è la tolleranza. Tanto tempo fa, gli uomini combattevano e morivano per le loro credenze, ma ci sono volute ere per insegnare loro un altro tipo di coraggio – il coraggio di riconoscere e rispettare le credenze e la coscienza dei loro fratelli. La tolleranza è il principio primo della comunità, è lo spirito che conserva il meglio del pensiero dell'uomo.
Vedo le nuvole dividersi lentamente e sento una voce di protesta contro il fanatismo. La calma mano della tolleranza si posa sulla spalla dell'inquisitore e l'umanista porta un messaggio di pace al perseguito. Invece di strillare "Morte all'eretico!", gli uomini studiano l'anima dell'uomo con comprensione e così entra nei loro cuori un rinnovato rispetto per ciò che non si può vedere.
L'idea di fratellanza risorge sul mondo con un significato più ampio della mera associazione di membri in una setta o in un credo. E i pensatori dalla grande anima come Lessing provocano il mondo chiedendo cosa sia più divino, se l'odio e la lotta all'ultimo sangue fra le religioni o l'armonia e la cooperazione. Gli antichi pregiudizi dell'uomo contro i suoi fratelli tentennano e si ritirano di fronte alla radiosità di un più generoso sentimento, che non sacrifica l'uomo alla forma o lo deruba della serenità e della forza che esso trova nel suo credo. L'eresia di un'era diventa l'ortodossia dell'era seguente. La mera tolleranza ha lasciato il posto ad un sentimento di fratellanza fra uomini sinceri di tutte le confessioni.
Ogni fede viene messa alla prova mediante i suoi effetti pratici nella vita. Se è vero che l'ottimismo permette al mondo di andare avanti e che il pessimismo lo rallenta, allora è pericoloso propagare una filosofia pessimista.
Permettiamo al pessimismo una sola volta di prendere possesso dell'anima e la vita si capovolge, diventa solo vanità e vessazione dello spirito. Non c'è cura alcuna per il disordine individuale o sociale, tranne l'oblio e l'annichilimento. Il pessimista dice: "Mangiamo, beviamo e siamo felici, domani potremmo essere morti". Se avessi osservato la mia vita dal punto di vista di un pessimista, sarei distrutta. Dovrei cercare invano quella luce che non visita i miei occhi e quella musica che non risuona nelle mie orecchie. Dovrei implorare notte e giorno, senza mai essere soddisfatta nelle mie richieste. Dovrei sedere in disparte nella più nera solitudine, preda della paura e della disperazione. Ma da quando considero un dovere essere felici per me stessa e per gli altri, rifuggo da ogni tormento più che da ogni privazione fisica.
Chi potrebbe mai permettere che la sua incapacità di sperare o di ricercare il bene possa oscurare il coraggio di chi porta i suoi fardelli come se fossero privilegi?
Abbiamo scoperto che i nostri grandi filosofi e i nostri grandi uomini dell'azione sono ottimisti, così come i più grandi uomini di lettere sono stati ottimisti nei loro libri e nelle loro vite. Nessun pessimista ha mai guadagnato un pubblico ampio quanto il suo genio, mentre molti scrittori ottimisti sono stati letti e il loro talento sopravvalutato solo perché hanno scritto del lato luminoso della vita.
Ogni ottimista si muove nel solco del progresso, affrettandolo, mentre i pessimisti vorrebbero mantenere fermo il mondo. La conseguenza del pessimismo nella vita di una nazione è la stessa di quella nella vita di un individuo. Il pessimismo uccide l'istinto che richiede agli uomini di combattere contro la povertà, l'ignoranza ed il crimine, esaurendo tutte le fonti di gioia nel mondo.
L'ottimismo è la fede che porta ad una conquista. Non si può fare nulla senza speranza.
Credo sia un dovere sacro incoraggiare noi stessi e gli altri, impedire alla lingua di pronunciare ogni parola infelice contro il mondo di Dio, perché nessun uomo ha il diritto di lamentarsi un universo che Dio ha fatto giusto, per cui centinaia di uomini hanno combattuto per mantenerlo così com'è. Credo che dovremmo agire in maniera da avvicinare sempre più l'era in cui nessun uomo vivrà nell'agiatezza quando un altro soffre. Queste sono le regole della mia fede e ne esiste anche un'altra da cui tutto dipende: portare questa fede oltre ogni tempesta che intende affondarla e farne un principio nei disastri e nel dolore. L'ottimismo è l'armonia dello spirito dell'uomo e di Dio che compie i Suoi ottimi sforzi.
La maggior parte della scienza umana è una costruzione basata sull'immaginazione.
Noi tutti, vedenti e non vedenti, ci differenziamo gli uni dagli altri non per i nostri sensi, ma nell'uso che ne facciamo, nell'immaginazione e nel coraggio con cui cerchiamo la conoscenza al di là dei sensi.
La felicità è il frutto finale e perfetto dell'obbedienza alle leggi della vita.
Una vita è felice non quando mancano, ma quando si conoscono le difficoltà.
Alla fin fine, la via più semplice per essere felici è fare il bene.
Se il tempo che sprechiamo ad anelare al frutto aureo e perfetto, lo utilizzassimo per impegnarci a farlo crescere, otterremo la felicità, la dovremo ottenere. È garantito dalle leggi dell'universo. E se l'impegno richiedesse un qualche castigo o rinuncia, allora il frutto sarà reso ancora più dolce da questo tocco di santità.
Molte persone hanno un'idea sbagliata di ciò che porta alla vera felicità. Essa non si raggiunge attraverso il piacere personale, ma attraverso la fedeltà ad un proposito degno.
Le rivoluzionarie hanno dovuto superare un'infinità di problemi combattendo per le loro idee. Helen Keller, pur sorda muta e cieca, è diventata un'importante scrittrice, conferenziera e viaggiatrice. (Cinzia Tani)