politico e militare statunitense, 33º presidente degli Stati Uniti d'America (1945-1953) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Harry S. Truman (1884 – 1972), trentatreesimo Presidente degli Stati Uniti d'America.
Capisco il tragico significato della bomba atomica...È una responsabilità tremenda...ringraziamo Dio che essa è stata inventata da noi e non dai nostri nemici e preghiamo di poterla usare secondo la Sua volontà e per i Suoi fini.[1]
I popoli liberi dal mondo guardano a noi per cercare appoggio nella difesa delle loro libertà. Se esitiamo nella nostra funzione di guida, possiamo mettere in pericolo la pace del mondo e certamente metteremo in pericolo la prosperità della nostra nazione. Grandi responsabilità sono state poste sopra di noi dalla rapida corso degli eventi. Ho fiducia che il Congresso affronti queste responsabilità compattamente.[2]
In tutto il mondo ogni paese si trova sotto pressione economica. Paesi devastati dalla guerra cercano di ricostruire le loro industrie. Il loro bisogno di effettuare nei prossimi mesi importazioni sarà superiore alla loro capacità di esportare. Perciò essi sentono la necessità di controllare rigidamente le importazioni [...]. Se questa tendenza non verrà rovesciata, il governo degli Stati uniti si troverà presto o tardi sotto pressione perché faccia uso anch'esso degli stessi strumenti, nella lotta per assicurarsi mercati di materie prime [...]. Ma questo è proprio ciò che noi abbiamo sempre cercato di evitare sin dal la fine della guerra. Non è un metodo americano. Non è la via verso la pace [...]. Il nostro popolo è unito. Esso è stato capace di comprendere le sue responsabilità. Esso è pronto ad assumere il proprio ruolo di guida. Esso è risoluto a operare per un ordine internazionale nel quale la pace e l'ordine siano durevoli. Pace e libertà non sono raggiunte in modo facile. Non possono essere ottenute con la forza. Esse vengono dalla mutua comprensione e collaborazione, dal desiderio di condursi lealmente in tutti campi politici economici con tutte le nazioni amiche. Sia nostra volontà continuare in questa via ora e nel futuro. Se altre nazioni del mondo faranno altrettanto, sarà possibile raggiungere l'obiettivo della pace e della libertà nel mondo.[3]
[A proposito della guerra di Corea (giugno 1950 - luglio 1953)] Noi non siamo in guerra.
Oggi come negli anni Venti siamo a un punto di svolta nella storia. Le economie nazionali sono stato sconvolte dalla guerra. Ovunque il futuro è incerto. Le politiche economiche sono allo stato fluido. In questa atmosfera di dubbi e esitazioni l'elemento risolutivo sarà dato dalla qualità di leadership che gli Stati Uniti sapranno assicurare al mondo. Siamo il gigante economico del mondo. Ci piaccia o meno, la struttura delle relazioni economiche future dipenderà da noi. Il mondo è in attesa e ci guarda per vedere ciò che dovremo fare. Scegliere è nostro compito. Possiamo condurre le nazioni verso la pace economica o precipitarle nella guerra economica.[5]
Recessione è quando il tuo vicino perde il posto; depressione è quando lo perdi tu. (da Observer, 13 aprile 1958)
Un modo di vivere era basato sulla volontà della maggioranza e caratterizzato da libere istituzioni, governo rappresentativo, elezioni libere, garanzie per le libertà individuali, libertà di parola e di religione, libertà dall'oppressione politica. Il secondo modo di vivere basato sulla volontà di una minoranza imposta con la forza alla maggioranza. Esso poggiava sul terrore e sull'oppressione, su una stampa controllata e repressa, su elezioni predeterminate e sulla soppressione delle libertà individuali.[6]
Roosevelt[Franklin Delano] dimostrò che la Presidenza [degli Stati Uniti d'America] può essere un mestiere da esercitarsi vita natural durante. Truman ha dimostrato che chiunque può fare il Presidente. Eisenhower, che non v'è in realtà bisogno di un Presidente. Kennedy, che può essere pericoloso avere un Presidente...[7]
Non aveva neppure un briciolo di capacità politica o di apertura mentale ed aveva fin dal primo momento assunto un atteggiamento ostile ed aggressivo nei confronti dell'Unione Sovietica. Non riesco a credere che qualcuno abbia potuto considerare Truman degno della vice presidenza e, meno ancora, della presidenza. Il mondo intero ha saputo attraverso i giornali ch'egli schiaffeggiò addirittura una giornalista perché s'era permesso di giudicare sua figlia una cantante di poco valore. Basta un incidente del genere per darci la misura delle capacità di Truman come uomo di stato, per non parlare di quanto fosse inadatto a ricoprire una carica importante come quella di presidente degli Stati Uniti. (Nikita Sergeevič Chruščёv)
↑ Citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri, Editori Laterza, Roma, 2008, p. 682. ISBN 978-88-420-8734-2
↑ Citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri, Editori Laterza, Roma, 2008, pp. 694-695. ISBN 978-88-420-8734-2
↑ (EN) Dal Time del 10 luglio 1950; citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, The Experts Speak, New York, Villard, 1998, p. 128. ISBN 0-679-77806-3
↑ Citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri, Editori Laterza, Roma, 2008, p. 694. ISBN 978-88-420-8734-2
↑ Citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri, Editori Laterza, Roma, 2008, pp. 681-682. ISBN 978-88-420-8734-2
↑ Dall'apologo dei magnati americani dell'acciaio durante la controversia con il Presidente John Fitzgerald Kennedy; citato in Piero Buscaroli, Una nazione in coma, Argelato (BO), Minerva Edizioni, 2013, p. 162. ISBN 978-88-7381-494-8