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drammaturgo, scrittore e librettista italiano Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Giuseppe Giacosa (1847 – 1906), commediografo italiano e librettista d'opera.
Garbini: È possibile trovare una buona guida?
Carletto: All'Hôtel du Mont-Rose a Gressoney sempre: ce ne abbiamo oggi appunto una famosa.
Al sorgere della tela, tre facchini, carichi di valigie, vengono dalla sala da pranzo ed escono per la Comune. Si vede nella sala da pranzo LUCIA che viene e va, portando robe che depone sulla tavola. NENNELE nel salone, ritta presso una consolle sta registrando su di un foglio volante il numero dei colli. Si ode di quando in quando uno scampanellìo rabbioso ed impaziente.
Quante sono?
Sei dabbasso e qui tre. Nove.
Via.
PAOLO, è seduto alla scrivania sulla quale si vede un mucchio di carte sciolte.
Ebbene è tornato?
Non ancora.
Ce ne hai messo del tempo!
Sono stata a cercarlo al caffè della Posta.
Ti avevo detto di vedere in camera sua od in giardino. C'è bisogno di andar via per il paese?
Alle dieci della mattina il grande bastimento si stacca dal Dock e move lentamente rasentando i muraglioni bianchi del porto: scricchiola quasi compresso nella stretta di un ponte girante e procede cauteloso nei bacini senza dar fumo nè fischi, la macchina inerte, tirato a rimorchio da un vaporetto a prua, tenuto a segno da un altro vaporetto a poppa.
Appena levato il sipario si ode di fuori una scampanellata.
Marcello (che stava scrivendo si alza): Ah! finalmente! (lunga pausa) Che tempo ci mette! (suona due volte il campanello. Anselmo entra). È la posta?
Anselmo: No, signore. È venuto Clemente.
Marcello: A che ora arriva la posta?
Anselmo: Verso le tre.
Laura è seduta presso un tavolino da lavoro e sta ricamando. È una giornata d'autunno. All'aprirsi della scena le finestre mettono ancora un po' di luce.
Laura: Siete voi Nordi? Buonasera.
Nordi: Buonasera, signora Laura. Ci volete lasciare gli occhi? Che cosa fate con questo buio?
Laura: Ricamo.
Elena: Filippo.
Filippo: Eccomi.
Elena: Chiudete quell'uscio e servite il caffè.
Filippo: Subito. (fa per chiudere).
Alfonso (al Servo): Direte che scendano le mie robe.
Servo: Il signor duca parte oggi?
Alfonso: Parto oggi.
EMMA siede davanti al caminetto, pensosa. FABRIZIO entra dallo studio, si guarda attorno, viene non avvertito fin dietro di lei, le prende la testa fra le mani, la rovescia verso di sé e la bacia sulla bocca.
Mi fai morire!
Dimmi che mi ami; dammi il buon giorno con una parola d'amore! Dimmi che mi ami.
Ti amo.
Dimmelo ancora.
Ti amo, ti amo, ti amo! Sei venuto, sono contenta.
Di questa fiaba in versi ho tolto l'argomento
Da una romanza scritta circa il mille e trecento.
A dire il vero, in calce la data non ci sta,
Epperò nei cent'anni spaziate in libertà.
Mezzo secolo prima, mezzo secolo poi,
A me non giova nulla, e poco importa a voi.
La romanza era scritta in lingua provenzale,
In quel metro monotono, cadenzato ed eguale,
Che infastidisce i nervi qual tocco di campana:
Ma in quella cantilena, per dissonanza strana,
C'era un fare spigliato, un'andatura snella,
Che mi costrinse a leggerla ed a trovarla bella.
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