avvocata e politica italiana (1966-) Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Giulia Bongiorno (1966 – vivente), avvocato penalista e politico italiano.
Citazioni in ordine temporale.
La parte della prescrizione della cassazione è diversa. La sentenza della corte d'appello diceva "prima del 1980 ci sono rapporti con la mafia, dopo no." Quella della cassazione, che è il terzo grado, che nessuno vuole andare a vedere, dice che nella parte anteriore al 1980, ci sono due verità alternative: la possibilità che lui [Giulio Andreotti], avesse rapporti o non li avesse. C'è una situazione di dubbio, per la quale però, non ha senso tornare indietro per vedere quale delle due verità alternative, perché arrivata la prescrizione. Quindi è una cosa dubitativa. Ben diversa dalla sentenza d'appello.[1]
Angelino è intelligente, ha spessore e cultura, ma queste caratteristiche devono tradursi nella possibilità di dire no anche a Berlusconi.[2]
La strategia difensiva di Filippo Carobbio è chiara: derubricare il proprio reato in un semplice peccato, evitando così una pericolosa associazione per delinquere in sede penale. Per questo Carobbio accusa Conte, per questo cerca di ridimensionare il proprio ruolo nel calcioscommesse. Per la Commissione Disciplinare Carobbio è testimone di assoluta credibilità, Carobbio è divino, uno e trino, una mitizzazione che mi ha fatto impressione ma non è affatto casuale, perché per lui i giudici hanno utilizzato il famoso riscontro ping-pong.[3]
Il patteggiamento sta diventando come miele per pentiti falsi. Per ottenere uno sconto. A Conte lo hanno rigettato e per un uomo come lui è meglio così. Meglio un secolo di squalifica.[4]
La parola d’ordine è disparità. [..] Dobbiamo ambire ad avere molto più degli uomini se davvero vogliamo recuperare il meno avuto fin qui. Secoli di discrimazioni, soprusi, leggi sfavorevoli. Lo considero un risarcimento per tutto quello che abbiamo passato.[5]
Intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Corsera Magazine, citato in Sabellifioretti.it, 12 maggio 2005.
La prima cosa che dico ai miei nuovi clienti è: "Le è capitata, è una disgrazia. Faccia conto che le sia venuto un tumore". Io non mi chiedevo solo se Andreotti sarebbe stato assolto. Mi chiedevo se avrebbe fatto in tempo a leggere tutte le carte, se sarebbe arrivato vivo in Cassazione.
Non chiedetevi perché è arrivata questa disgrazia proprio a voi, altrimenti impazzirete. Mettetevi in testa che è una perdita secca.
Da un processo penale si esce come minimo con un tic nervoso.
In aula spesso si improvvisa. Più sei preparato e più sei bravo ad improvvisare.
↑ Da Porta a porta, video disponibile su Rai.tv, 12 gennaio 2009.
↑ Citato in Io seppi dire no ad Andreotti. Ma Alfano e Ghedini con il premier si zittiscono, Corriere della sera, 6 ottobre 2011.