nobildonna italiana Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Giulia Maria Anna Margarita Beccaria, vedova Manzoni (1762 – 1841), nobildonna italiana, figlia di Cesare Beccaria, madre dello scrittore Alessandro Manzoni.
Carlo Imbonati aveva fatto testamento, anni prima, a Milano, quando lui e Giulia stavano partendo per la Francia. Alla sua morte il testamento venne aperto, a Milano, davanti a un notaio, e comunicato a Giulia, che non s'era mossa da Parigi. Il contenuto del testamento lei già lo conosceva, perché Imbonati a suo tempo glielo aveva detto; non ne conosceva le parole. Quattordici legati erano a favore dei parenti di lui e delle persone di casa; il resto del patrimonio era destinato a Giulia.
Carlo Imbonati era di famiglia ricca e nobile. Ragazzo, aveva avuto come precettore Parini. Adulto, soggiornò lungo tempo all'estero. Era appena tornato in Italia quando lui e Giulia s'incontrarono. Diventarono amanti. Giulia prontamente decise di separarsi dal marito. L'amore le aveva dato forza e chiarezza.
Don Pietro Manzoni fece allora un tentativo per trattenere a sé la moglie. Per il fatto ch'egli non apparteneva all'alta nobiltà, essa lo disprezzava; egli allora convinse i fratelli a muovere un'istanza per essere ammessi nel libro d'oro del patriziato. L'istanza fu respinta. Il rifiuto comunque gli giunse quando Giulia già se n'era andata di casa. La separazione fu accordata dal giudice, nel febbraio 1792; Don Pietro Manzoni s'impegnava a versare alla moglie duemila lire al trimestre; Giulia era tenuta a trasferirsi presso il suo zio materno, Michele de Blasco, il quale era tornato indietro dal Sudamerica; nulla veniva detto riguardo al bambino, ed era perciò inteso che restava affidato alla tutela del padre legittimo. Giulia accompagnò il bambino a Merate, nel collegio dei Padri Somaschi, e qui lo lasciò.
Don Pietro Manzoni viveva con sette sorelle nubili, una delle quali ex monaca, e aveva un fratello Monsignore, canonico del Duomo. Giulia fu subito molto infelice. Litigava col marito e le cognate si mostravano ostili. La casa sui Navigli era brutta, piccola, umida e buia. Il marito le sembrava una misera persona, senza impegno, senza grandi ricchezze e senza prestigio. Era conservatore e clericale e lei aveva respirato, sia nella casa paterna sia nella famiglia Verri, idee nuove e libere. S'annoiava perdutamente.
Enrichetta era piccola, bionda, graziosa, con le ciglie bionde. Aveva modi sottomessi e modesti e parlava poco. A Giulia sembrò la nuora ideale, quella che aveva a lungo formulato nell'imemginazione. Le sembrò perfetta. Pareva essere stata creata per insinuarsi nel loro paesaggio, mitemente e armoniosamente.
Giulia Beccaria aveva i capelli rossi e gli occhi verdi. Nacque a Milano nel 1762. Suo padre era Cesare Beccaria e sua madre era figlia d'un colonnello. Il matrimonio era stato aspramente contrastato. I due avevano difficoltà di denaro, ma vissero sempre in maniera dispendiosa.
Giulia era molto bella, robusta, intelligente e di carattere forte. Subito ebbe violenti contrasti col padre. Poi s'innamorò di Giovanni Verri, fratello di Pietro, cavaliere di Malta, uomo sfaccendato, elegante, dai tratti femminei. Però di un matrimonio fra i due non era il caso di parlare.