filosofo e psicologo tedesco Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Franz Clemens Honoratus Hermann Brentano (1838 – 1917), filosofo e psicologo tedesco.
La mia teoria della conoscenza è stata accusata di psicologismo, una parola venuta in uso recentemente, a udir la quale qualche pio filosofo, come qualche cattolico ortodosso al nome "modernismo", si fa il segno della croce, come se questo nome contenesse Satana in persona. Per discolparmi di una così grave accusa, devo domandare che cosa poi s'intende propriamente con questo, perché a ogni momento si ha sempre pronto quel nome, a mo’ di spauracchio, anche dove si tratta di cose assai diverse. Quando per avere una spiegazione pregai personalmente Husserl e alcuni che seguono fedelmente le sue vedute, mi si disse che con ciò s'intende una teoria la quale combatte la validità universale della conoscenza, una teoria secondo la quale altri esseri, che non siano uomini, possono avere conoscenze che sono addirittura opposte alle nostre. Intesa in questo senso, non solo non sono psicologista, ma sempre ho rigettato e combattuto, nella maniera più decisa, un tale assurdo soggettivismo.[1]
Un'universale, naturale nostalgia dell'umanità muove verso la soluzione di queste domande, e il fatto che la religione sia un fenomeno così comune nella storia dei popoli al pari della formazione dello Stato ne è un'eloquente testimonianza. Che cos'è, infatti, la religione se non un surrogato di una filosofia che spiega il mondo riconducendolo al suo fondamento ultimo, divino e agli scopi del suo ordinamento?[2]
[Su Sui molteplici significati dell'essere secondo Aristotele] Fra i vari libri da me letti e studiati, dedicati alla filosofia di Aristotele, questo di Brentano occupa certamente uno di primi posti, se non addirittura il primo. (Giovanni Reale)
↑ Citato in Susi Ferrarello, Edmund Husserl. Il pensiero etico e l'idea di scienza, libreriauniversitaria.it edizioni, 2010, p. 16.
↑ Da Lettera a un agnostico, 1909; in Franz Brentano, La prova dell'esistenza di Dio, a cura di Nicola Zippel, Castelvecchi, 2014.