Girare con Ferzan[in Allacciate le cinture] è come entrare in un una sorta di esercito che combatte con grinta le difficoltà quotidiane. Eravamo tutti uniti da una grande forza di volontà. È stato un bel lavoro.[1]
Non mi sento mai all’altezza. Ho letto di attori molto più importanti di me che si pongono lo stesso problema. Io lo sono diventato per puro caso, forse la mia fortuna è di non vivere visceralmente il lavoro, ascolto parecchia musica, Battisti, Battiato, il primo Vasco, sono vintage, sono perfino contro le abbreviazioni con cui si esprimono i miei coetanei. Le parole sono importanti.[2]
Tendo ad essere una persona molto riservata: rispetto la riservatezza degli altri, ma voglio che venga rispettata la mia. Non mi piace stare sotto i riflettori, anche se è paradossale perché gli attori stanno sotto i riflettori.[3]