Anthony de Mello (1931 − 1987), gesuita, scrittore e psicoterapeuta indiano.
- Il mistico è il rivoluzionario per eccellenza. Egli non fa nulla perché ogni cosa si fa attraverso lui. Il mistico si lascia trasportare da una forza cui non può resistere: la forza della verità. (da Ti voglio libero come il vento, a cura di Maria Paz Marino, Gribaudi)
- Nel momento in cui trasformi un bambino nella fotocopia di un altro individuo, tu calpesti e spegni la scintilla di originalità con cui è venuto al mondo. (da Chiamati all'amore, traduzione di R. Fenoglio, Paoline)
- [...] quando tu ti aggrappi all'essere amato, quello che tu offri non è amore ma una catena che legherà sia te sa l'altro. L'amore può esistere soltanto nella libertà. Il vero amante cerca il bene dell'amato, il che richiede come elemento principale la liberazione dell'amato dall'amante. (da Chiamati all'amore, traduzione di R. Fenoglio, Paoline)
Nel Nuovo Testamento c'è una frase fantastica di Paolo, che parlando dell'amore scrive: «L'amore non serba rancore». Talvolta mi trovo a dire alle persone: «Voi resterete a bocca aperta quando arriverete lassù e scoprirete che non c'è alcun peccato che Dio non possa perdonare»[1].
Citazioni
- Quando Gesù nacque, gli angeli cantavano la pace e quando morì ci lasciò un regalo: la sua pace. «Vi dò la mia pace». La pace è un regalo, non possiamo produrla noi, tanto meno crearla. Tutto ciò che possiamo fare è disporre i nostri cuori a riceverla.
- Osserva la creazione: alberi, uccelli, erba, animali... Sai una cosa? Tutta la creazione è colma di gioia. Tutta la creazione è felice! Si, lo so: c'è sofferenza, dolore, crescita, declino, vecchiaia e morte. Si, tutto ciò sta nella creazione, ma se voi comprendeste cosa realmente significa felicità! Solo l'essere umano ha sete, solo il cuore umano è inquieto. Non è strano? Perché l'essere umano è infelice e cosa si può fare per trasformare questa tristezza in gioia? Perché gli uomini sono tristi? Perché hanno idee distorte e atteggiamenti sbagliati. La prima idea distorta che gli uomini hanno è che gioia equivalga a euforia, sensazioni di piacere, divertimento. Con questa idea in testa gli uomini vanno in cerca di droghe e stimolanti, e finiscono con l'essere depressi. [...] La seconda idea distorta consiste nel pensare che possiamo raggiungere la nostra felicità, che possiamo fare qualcosa per afferrarla. [...] La terza e forse più determinante idea distorta sulla felicità consiste nel ritenere che essa si trovi fuori di noi, nelle cose esterne, nelle altre persone. «Cambio lavoro, così forse sarò felice»; oppure: «Cambio casa, mi sposo con un'altra persona..., così forse sarò felice», ecc. La felicità non ha nulla a che vedere con l'esterno. In genere si crede che i soldi, il potere, la rispettabilità possano rendere felici. Di fatto però non è così.
- Molte persone non sono felici, perché impongono condizioni alla propria felicità.
- C'era un grande maestro zen, chiamato Ryokan. Costui abitava ai piedi di una montagna e conduceva una vita molto semplice. Un giorno, durante la sua assenza, un ladro entrò in casa sua, ma non trovò nulla da rubare. Mentre il ladro stava rovistando, il maestro tornò e colse sul fatto lo scassinatore. Ryokan gli disse: «Hai fatto un lungo viaggio per derubarmi, non puoi ripartire a mani vuote». E gli diede tutti i suoi vestiti e la coperta! Il ladro, sbalordito, prese i vestiti e sparì. Dopo che se ne fu andato, il maestro si sedette sulla soglia di casa, guardò la luna splendente e pensò: «Poveretto! Come mi sarebbe piaciuto potergli dare questa stupenda luna!».
- Provate a dire: «Come sono fortunato! Come sono grato per tutto ciò!». Sapete una cosa? È impossibile essere riconoscenti e non essere felice.
- Un giorno un uomo corse dal suo rabbi e gli disse: «Rabbi, devi aiutarmi! La mia casa è un inferno! Viviamo in un'unica stanza io, mia moglie, i miei figli e la famiglia di mia moglie. È un inferno! Non c'è spazio per tutti». Il rabbi sorrise e disse: «Va bene, ti aiuto, ma devi promettermi di fare quello che ti dirò». E l'uomo: «Te lo prometto, te lo prometto! Te lo prometto solennemente!» Il rabbi chiese: «Quanti animali hai?». L'uomo rispose: «Una mucca, una capra e sei galline». Il rabbi disse: «Rinchiudi gli animali nella stanza e torna tra una settimana». L'uomo non credette alle sue orecchie, ma una promessa è una promessa. Quindi, tornò a casa abbattuto. La settimana successiva tornò sconsolato e disse al rabbi: «Sto impazzendo! Finirò con l'avere un infarto. Per favore, fai qualcosa...». Il rabbi con calma replicò: «Torna a casa e riporta in cortile gli animali. Torna da me tra una settimana». L'uomo corse a casa sua. Ora, quando tornò la settimana successiva, i suoi occhi brillavano; esclamò: «Rabbi, la casa è una meraviglia, così pulita! È un paradiso!». Avete capito? «Mi lamentavo sempre di non avere le scarpe, finché ho conosciuto una persona senza piedi!».
- Scoprite quali sono le cose più belle della vita. Allora scoprirete cosa significa realmente amare, gustare, odorare, vedere, sentire. Vi capiterà di udire il canto degli uccelli, il vento tra gli alberi e la voce degli amici, vedrete il loro volto. Scoprirete tutte queste cose e potrete assaporare il segreto della gratitudine.
- Gli uomini pensano di essere vivi perché respirano, mangiano, parlano, dialogano, vanno di qui e di là. Non sono morti, è chiaro. Ma sono forse vivi? [...] Cosa significa in realtà essere vivi? Significa tre cose: essere se stessi, essere ora ed essere qui.
- «Se volete essere miei discepoli, dovete odiare padre e madre». Ci si scandalizza di fronte a queste frasi di Gesù. Cosa significano? Certo, Gesù non ha voluto dire che dobbiamo odiare i nostri genitori. [...] Il padre e la madre dei quali Gesù parla sono il Padre e la Madre che portiamo radicati nella nostra mente e che ci controllano. A queste voci mi riferisco! Da esse dobbiamo staccarci, sganciarci. Quando smetteremo di esistere meccanicamente, allora smetteremo di essere delle marionette. Come potremo avere una vita spirituale se non siamo vivi? Come essere discepoli di Gesù, se agiamo meccanicamente, come marionette?
- Conosco un uomo straordinario. Mi disse: «Sa, padre, ho cominciato a vivere realmente dopo essere rimasto paralizzato. Per la prima volta in vita mia ho avuto tempo di osservare me stesso, la mia vita, le mie reazioni e i miei pensieri. La mia vita è divenuta molto più profonda, ricca e molto più attraente di prima». Non è sorprendente che un uomo nelle sue condizioni abbia scoperto cosa significa vivere, mentre tante altre persone libere di muoversi non ci riescono, perché sono paralizzate dentro?
- Mi ricordo di un brillante giovane rabbi, che subentrò al suo altrettanto brillante padre, anch'egli rabbi. Gli dicevano allora: «Rabbi, sei completamente differente da tuo padre!». Il giovane si mise a ridere: «Io sono esattamente uguale a mio padre! Mio padre non imitava nessuno e io non imito nessuno. Egli non era una fotocopia; e io neppure». Questo significa essere vivi, essere unici. Sganciarsi dalle voci e dal controllo remoto. E arriverete a questo osservando voi stessi.
- Le argomentazioni sono ottime, le idee anche. Ma non sono la vita! Sono straordinariamente adatte per guidarci nella vita. Ma non sono la vita. L'astrazione non è la vita. La vita si trova nell'esperienza. È come leggere un meraviglioso menu. Potete guidare la vostra vita con un menu, ma il menu non è il cibo. E se passaste tutto il tempo con un menu, non mangereste nulla. Talvolta può accadere anche di peggio. Ci sono persone che mangiano il menu. Vivono di idee e così perdono la propria vita.
- In India i mistici e i poeti si sono chiesti molte volte chi è il santo. E hanno formulato delle belle risposte: «Il santo è come una rosa». Si è mai sentito una rosa dire: «Darò la mia fragranza soltanto ai buoni e a quanti apprezzeranno il mio profumo, e negherò la mia fragranza ai cattivi»? [...] Gesù non ci dice proprio questo quando ci ordina di essere misericordiosi come il Padre nostro celeste, che fa piovere sui buoni e sui cattivi? Che fa sorgere il sole su giusti e peccatori? Come possiamo un giorno trovare questo tipo di amore? Mediante la comprensione oppure un'esperienza mistica. Cioè? [...] Paolo afferma che tutti formiamo un solo corpo. Come il mio corpo e io non siamo due, ma siamo la stessa cosa. Io non sono il mio corpo, ma non siamo due! E quanto lo amo il mio corpo! Quando un membro o un organo del mio corpo sta male oppure è sano, io lo amo comunque allo stesso modo. Questa è la comprensione che viene concessa ad alcuni uomini fortunati. Rispetto agli altri sono diversi, ma non separati, sono un corpo solo. [...] Quando qualcuno si fa male, oppure viene colpito, e io esclamo: «Ahi!» è successo qualcosa. Mi sono identificato con lui; l'amore diventa identificazione. Possiamo fare qualcosa per ottenere questa grazia? No, è un dono. Tutto ciò che possiamo fare è prepararci. Forse non ci crederete; eppure io vi dico che, se voi sentiste e vedeste, oppure sentiste e entraste in contatto con voi stessi, allora arrivereste al silenzio e le cose vi verrebbero rivelate. Tutto ciò che possiamo fare è preparare il terreno. [...] Dio è lo Sconosciuto, Dio è il Mistero, Dio è Amore. Perciò, quando amate, diventate partecipi della divinità e della grazia.
- Un giovane andò a visitare un grande maestro sufi ed esclamò: «Maestro, la mia fiducia in Dio è così grande che non ho neppure legato il mio cammello, fuori. L'ho affidato alla provvidenza di Dio. Se ne occupi lui!». Il maestro replicò: «Esci subito e lega a un palo il tuo cammello, tonto! Non bisogna scomodare Dio per qualcosa che tu stesso puoi fare». Chiaro, no? È importante avere questo atteggiamento in mente, quando si parla della preghiera. Dio non può essere importunato per cose che voi stessi potete fare.
- Non pensiate che delle buone azioni siano automaticamente preghiera. «Se io dessi il mio corpo per essere bruciato e distribuissi tutte le mie ricchezze ai poveri, ma non avessi l'amore, tutto sarebbe vano» (cfr. 1 Corinzi 13,3). Le azioni in se stesse non hanno un loro valore intrinseco. Alcune opere buone sono realmente buone, mentre altre sono corrotte. Meister Eckhart, un grande mistico tedesco, ebbe a dire: «Dovete preoccuparvi meno di ciò che dovete fare e pensare più a ciò che dovete essere. Verrai giudicato in base non a ciò che fai, ma a ciò che sei». È l'essere che va trasformato: ecco il fuoco!
- Come trasformare il vostro essere? Cosa dovete fare? Nulla! Perché il vostro essere si trasformi, dovete vedere. [...] Nessuno cambia lavorando su se stesso. [...] Voi non dovete fare nulla; dovete vedere le cose in un modo nuovo. Il cambiamento avviene attraverso il vedere. La metanoia, il pentimento, poiché il regno di Dio è arrivato! Pentirsi non significa piangere sui propri peccati; pentirsi significa vedere tutto in modo nuovo, cambiare idea, trasformare il cuore. [...] Quando ciò avviene, cambierete, voi, le vostre azioni, la vostra vita. Questo è il fuoco!
- Secondo voi da dove proviene la sofferenza? Secondo alcuni dalla vita stessa. La vita è dura, la vita è difficile! I cinesi hanno un detto meraviglioso: «In tutto l'universo non c'è nulla di così crudele come la natura. Nessuno vi si può sottrarre. Ma chi provoca le catastrofi non è la natura, ma il cuore dell'uomo, da dove scaturisce il sentimento». La vita non è difficile; voi la rendete tale.
- Cosa fare per essere felici? Nulla! Non si deve fare nulla. Bisogna soltanto staccarsi dalle cose. Dall'illusione. Dalle idee distorte. Come liberarsene? Rendendosi conto che sono sbagliate. [...] La vostra infelicità è provocata da quello che aggiungete. Questa addizione è la causa dell'infelicità. [...] La preghiera è il fuoco! Il fuoco sta per la trasformazione che deriva dalla presa di coscienza dell'illusione e dall'impegno della persona a staccarsene.
- «La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti». Siamo intenti a far colpo sugli altri. Siamo indaffarati per vincere le olimpiadi, per avere successo. E la vita ci scivola via dalle mani.
- Voi e io [...] abbiamo provato questa droga che si chiama approvazione, stima, successo, accettazione, popolarità. Una volta ingerita questa droga, la società può controllarci e diventiamo dei robot. [...] «Come stai bene!». E il robot si gonfia d'orgoglio. Premi il tasto stima e il robot diventa dieci centimetri più alto. Premi il tasto critica e cade a terra. Controllo totale. [...] Avendo ingerito questa droga avete perso la vostra capacità di amare. Sapete perché? Perché non potete più vedere liberamente nessun essere umano. Vi limitate a prendere in considerazione soltanto il fatto che essi vi accettano oppure vi rifiutano, vi approvano o vi disapprovano. [...] Come potete amare chi nemmeno vedete? Volete liberarvi dalla droga? Dovete sottrarvi ai tentacoli di questo sistema. [...] Quando riuscirete a fare questo, tutto resterà uguale, ma voi raggiungerete la libertà. Starete nel mondo, ma non apparterrete più al mondo. [...] Volete amare gli altri? Morite per loro. Fate morire il vostro bisogno degli altri. Capite ciò che la vostra droga sta producendo in voi.
- I sentimenti del mondo non sono naturali, sono stati inventati dalla nostra società per poterci controllare. Essi non danno felicità, ma solo eccitazione, vuoto e angoscia. Pensate alla vostra vita. C'è un solo giorno in cui, consapevolmente o inconsapevolmente, non vi siete regolati in base a ciò che gli altri pensano, sentono o dicono di voi? [...] Un gruppo di turisti sta attraversando dei campi meravigliosi. Le tendine del treno sono però abbassate, così che nessuno di loro ha la benché minima idea di quale spettacolo ci sia fuori. Sono tutti intendi a decidere chi avrà il posto d'onore, chi avrà più riconoscimenti, chi è il migliore, che il più bello, chi il più dotato. E questo fino al termine del viaggio. Se capirete questo, sarete liberi; saprete cosa è la spiritualità. Allora scoprirete cosa è la realtà, chi è Dio, poiché vi sarete liberati da una delle più pericolose illusioni. L'illusione secondo la quale abbiamo bisogno di essere stimati, ben voluti; abbiamo bisogno di avere successo, prestigio, onore, potere e popolarità. Di una sola cosa c'è bisogno: amare!
- L'amore non è attrazione. «Io amo te più di chiunque altro», ovvero: mi sento attratto più da te che da altri. Che ve ne pare? Tu mi attrai più degli altri. Tu rientri nel mio schema mentale meglio degli altri. Questo non è molto lusinghiero per te, perché se il mio schema mentale fosse diverso... [...] Se vi abbandonate all'attrazione, subentrerà la gratificazione. E alla gratificazione seguirà la stanchezza o l'angoscia: «Spero che continui così! Spero che non beva!». Attaccamento, possesso, gelosia, paura di perdere l'altro. Questo non è amore.
- Amare non significa rendere più sopportabile la propria solitudine! Quando ci si sente vuoti dentro, ci si affretta a colmare il vuoto con qualcun altro. Questo non è amore. [...] La solitudine però non va curata entrando in contatto con gli esseri umani, ma con la realtà. Affrontando la solitudine, scopriamo che essa non esiste. In realtà non c'è nessun vuoto. [...] Ciò che cercate, sta già dentro di voi. Se prendete in seria considerazione tutto ciò che sta nel vostro intimo, allora sparirà ciò da cui state fuggendo ed emergerà ciò che cercate. [...] «Sei buono con me? Allora io lo sarò con te! Sei gentile con me? Allora io lo sarò con te. Non sei cortese con me? Peccato, la simpatia che provavo per te diventerà antipatia!». È amore questo? Questo è il mercato delle emozioni camuffato da atteggiamenti d'amore.
- Vi ho detto che quando l'occhio è libero, vediamo. Voi non potete fare nulla per ottenere l'amore. Quando prendete coscienza dei vostri doveri, attaccamenti, attrazioni, ossessioni, predilezioni, inclinazioni e saprete sganciarvi da tutto ciò, allora apparirà l'amore. Quando l'occhio è libero, vediamo. Quando il cuore è libero, amiamo.
- Se sei pronto a mettere in gioco tutta la tua vita, la riprenderai nuova, pulita, e sarai libero davvero, per sempre.
- Alcuni di noi vengono svegliati dall'aspra realtà della vita. Soffriamo a tal punto da svegliarci. Ma la gente non fa che andare a sbattere contro la vita, una volta dopo l'altra. Continua a girare in stato di sonnambulismo. Non si sveglia mai. Purtroppo, non le viene mai in mente che potrebbe esistere un altro modo di vivere. Non le viene in mente che potrebbe esserci un modo migliore di vivere. Tuttavia, se non si è ancora stati bastonati a sufficienza, e se non si è sofferto abbastanza, c'è anche un altro modo per svegliarsi: ascoltare.
- «Ho avuto fame, e mi avete dato da mangiare. Ho avuto sete, e mi avete dato da bere.». E loro cosa rispondono? «Quando? Quando l'abbiamo fatto? Non lo sappiamo.» Erano inconsapevoli! [...] Sapete, il bene assume il suo valore più alto in quelle occasioni in cui non ci si rende conto che si sta facendo del bene. Non si è mai tanto buoni quanto nelle occasioni in cui non ci si rende conto di essere buoni. Ossia, come direbbe il grande Sufi: "Un santo è tale finché non viene a saperlo!".
- Le persone non sono buone. Sono cattive quanto voi [...] capite? Sono addormentate quanto voi. E cosa pensate che cerchino? Il loro interesse personale, proprio come voi. [...] Riuscite a immaginarvi quanto è liberatorio il fatto che non sarete mai più delusi, mai più ingannati? Non vi sentirete più abbandonati, respinti. Volete svegliarvi? Volete la felicità? Volete la libertà? Eccola qui: abbandonate le vostre false idee. Non lasciatevi ingannare dalle persone. Se non vi lasciate ingannare da voi stessi, non potranno farlo neppure gli altri. E allora li amerete. Altrimenti passerete la vita alle prese con la falsa opinione che avete di loro, con le vostre illusioni, costantemente in contrasto con la realtà.
- Ogni volta che si rinuncia a qualcosa, si rimane legati per sempre all'oggetto della rinuncia. [...] Non rinunciate, ma non lasciatevi ingannare. Cercare di capire il vero valore di quella cosa, e non avrete bisogno di rinunciarvi: semplicemente, vi cadrà dalle mani.
- Credetemi, in realtà non ha alcuna importanza che voi siate d'accordo o meno con quel che sto dicendo, perché l'accordo o il disaccordo riguardano le parole, i concetti e le teorie, mentre non hanno niente a che vedere con la verità. La verità non è mai espressa in parole. La verità si intravvede all'improvviso, e deriva da un certo tipo di atteggiamento. [...] Ci vuole [...] un atteggiamento di apertura, la volontà di scoprire qualcosa di nuovo.
- L'apertura verso la verità, quali che siano le conseguenze, dovunque ci porti, senza sapere nemmeno dove ci porterà. Questa è la fede. Non una convinzione, ma la fede. Le convinzioni danno molta sicurezza, la fede è insicurezza. Non si sa dove si andrà a finire. Si è pronti a seguire e si è aperti, aperti a tutto! Si è pronti ad ascoltare.
- La prima cosa che voglio capiate, se davvero intendete svegliarvi, è che non volete svegliarvi. Il primo passo verso il risveglio è essere sufficientemente sinceri da ammettere di fronte a se stessi che non è piacevole. Voi non volete essere felici.
- La vita è un mistero, il che significa che la mente razionale non è in grado di comprenderla. Per questo dovete svegliarvi, e improvvisamente vi renderete conto che la realtà non è problematica: il problema siete voi.
- Ogni volta che avete un sentimento negativo nei confronti di qualcuno, vivete in un'illusione. C'è qualcosa di seriamente sbagliato in voi. Non vedete la realtà. Qualcosa, dentro di voi, deve cambiare. Ma cosa facciamo, in genere, quando abbiamo un sentimento negativo? «È colpa sua. Deve cambiare». No! Il mondo è a posto. Chi deve cambiare siete voi.
- Quando uno mi dice: «Non mi piace far del male alla gente» io rispondo: «Piantala! Non ci credo». [...] Tutti noi adoriamo ferire le persone. Ci piace da morire. E quando è qualcun altro a far del male, ne godiamo. Però, non vogliamo essere noi a far del male, perché noi stessi ne usciremmo feriti! [...] Se siamo noi a fare del male, altri avranno di noi una cattiva opinione. Non ci apprezzeranno, parleranno male di noi, e questo non ci piace!
- Chi decide cosa significa avere successo? Questa stupida società! La principale preoccupazione della società è mantenere la società stessa in uno stato di infermità! E prima lo si capisce, meglio è.
- Persone arrivate! Arrivate dove?! Arrivate a rendersi ridicole. Perché hanno impiegato tutte le loro energie per ottenere qualcosa che non ha alcun valore. Sono spaventate e confuse, sono pupazzi come tutti gli altri. Guardateli, mentre passeggiano sul palcoscenico. Guardate come si turbano nel notare una macchiolina sulla camicia. E questo lo chiamate successo? Sono controllati, manipolati. Sono persone infelici, miserabili. Non si godono la vita. Sono costantemente tesi e ansiosi. E lo chiamate umano?
- La felicità è la nostra condizione naturale. La felicità è la condizione naturale dei bambini piccoli, a cui il regno appartiene finché non vengono inquinati e contaminati dalla stupidità della società e della cultura. Per acquisire la felicità non bisogna fare nulla, perché la felicità non può essere acquisita. Qualcuno sa perché? Perché l'abbiamo già. [...] E allora, perché non la provate? Perché dovete abbandonare qualcosa. Dovete abbandonare le illusioni. Non dovete aggiungere niente, per poter essere felici: dovete invece abbandonare qualcosa. La vita è facile, è meravigliosa. È dura solo con le vostre illusioni, le vostre ambizioni, la vostra avidità, le vostre richieste.
- Ammettere di essere un asino è la cosa più liberatoria e magnifica del mondo. È splendido. Quando la gente mi dice: «Hai torto» io rispondo: «Cosa ti aspettavi da un asino?».
- Quante persone conoscete che rimangono indifferenti alle lodi o alle critiche? Non è umano, diciamo noi. Umano significa che bisogna essere un po' scimmie, in modo che tutti vi possano tirare la coda, e voi facciate tutto ciò che dovreste fare. [...] Se trovate che io abbia fascino, significa che in questo momento siete di buon umore, e niente più. Significa anche che sono adatto alla vostra lista della spesa. Tutti noi ci portiamo in giro una lista della spesa, e in un certo senso le persone devono essere a misura di questa lista [...].
- Siamo meccanizzati, controllati. Scriviamo dei libri su come essere controllati e su com'è meraviglioso essere controllati e su come è indispensabile che la gente vi dica che siete ok. Solo allora vi sentite bene. Che meraviglia stare in prigione [...]. Lasciate che vi dica una cosa: se consentite a voi stessi di sentirvi bene quando la gente vi dice che siete ok, vi state preparando a sentirvi male quando la gente vi dirà che non siete in gamba. Finché si vive per soddisfare le aspettative di altri, bisogna stare attenti a come ci si veste, a come ci si pettina, al fatto che le scarpe siano sempre lucide [...]. E lo chiamate umano? [...] Gesù Cristo doveva essere piuttosto «non ok», secondo gli standard del tempo. Voi non siete ok e non siete non ok, siete voi e basta.
- Mi capita spessissimo, nei miei gruppi, di trovare persone che non sono assolutamente presenti. È presente la loro mamma, è presente il loro papà, ma loro no. [...] Potrei sezionarvi, pezzo dopo pezzo, e chiedervi: «Vediamo, questa frase viene dal papà, dalla mamma, dalla nonna, dal nonno, da chi?». [...] Chi vive in voi? [...] Pensate di essere liberi, ma probabilmente non c'è un gesto, un pensiero, un'emozione, un atteggiamento, una convinzione in voi che non venga da qualcun altro.
- [...] se dipendete da altre persone, il passo successivo, ne siate coscienti o meno, sarà esigere che altri contribuiscano alla vostra felicità. Poi ci sarà un ulteriore gradino, paura, paura della perdita, [...] paura di essere respinti, controllo reciproco. L'amore perfetto esclude la paura. Dove c'è amore non ci sono pretese, aspettative, dipendenza. Io non esigo che voi mi facciate felice; la mia felicità non alberga in voi [...]; godo immensamente della vostra compagnia, ma non mi abbarbico a voi.
- «Se non odiate vostro padre e vostra madre, i vostri fratelli e le vostre sorelle, se non rinunciate per sempre a tutto ciò che possedete, non potete essere miei discepoli». Dovete abbandonare tutto. Non è una rinuncia fisica, lo capite: sarebbe facile. Quando cadono le vostre illusioni, finalmente siete in contatto con la realtà, e credetemi, non sarete mai più soli, mai più. La solitudine non si cura con la compagnia umana. La solitudine si cura attraverso il contatto con la realtà.
- La gente pensa che, senza desideri, si sia come pezzi di legno senza vita. In realtà, si perde solo la tensione. Liberatevi dalla paura di fallire, dalla preoccupazione di riuscire, e sarete voi stessi. Rilassatevi. Non guidereste, come state facendo ora, con il piede sul freno.
- C'è un'unica ragione per cui non provate quella che in India chiamiamo anand, beatitudine [...], ed è il fatto che pensate o vi fissate soltanto su ciò che non avete. Se così non fosse, provereste la beatitudine. Vi fissate su quel che non avete. Eppure, in questo preciso istante, avete tutto quel che vi serve per provare la beatitudine.
- Qualche volta i bambini parlano in questo modo. Un bimbo di due anni può dire: «Tommy ha fatto colazione stamattina». Non dice "io", pur essendo lui Tommy. Dice "Tommy", in terza persona. I mistici hanno lo stesso modo di sentire. Si sono disidentificati da se stessi e vivono in pace.
- La vita è un banchetto, e la tragedia è che la maggior parte della gente sta morendo di fame.
- La sofferenza è il sintomo dell'allontanamento dalla realtà. La sofferenza vi viene data perché possiate aprire gli occhi alla realtà, perché possiate capire che da qualche parte regna la falsità, proprio come un dolore fisico si fa sentire perché si capisca che da qualche parte c'è una malattia o un morbo. [...] La sofferenza sorge quando ci si scontra con la realtà, quando la vostra falsità si scontra con la verità: allora scatta la sofferenza.
- La cosa più difficile del mondo è ascoltare, vedere. Noi non vogliamo vedere. [...] Non vogliamo guardare, perché se lo facciamo potremmo cambiare. [...] Se si guarda, si perde il controllo di quella vita che riusciamo a tenere insieme in modo tanto precario. E dunque, per potervi svegliare, la cosa [...] di cui avete più bisogno in assoluto è la disponibilità a imparare qualcosa di nuovo.
- Preferirei mille volte sentirvi dire: «Mi sono svegliato dall'ultima volta che ci siamo visti; quello che ti ho fatto non accadrà più», piuttosto che: «Mi dispiace moltissimo per quello che ti ho fatto».
- Nessuno è stato cattivo nei vostri confronti. Qualcuno è stato cattivo nei confronti di quello che pensava voi foste, ma non nei vostri confronti. Nessuno vi respinge: le persone respingono soltanto quel che pensano voi siate. Ma questo ragionamento può essere applicato in entrambi i sensi: allo stesso modo, nessuno vi accetta. Finché le persone non si svegliano, accettano o respingono l'immagine che hanno di voi. Si sono formati un'idea su di voi e respingono o accettano solo quella.
- Non si cambia trasformando [...] il mondo esterno. Se vi procurate un nuovo lavoro, o un nuovo partner, o una nuova casa, o un nuovo guru, o una nuova spiritualità, questo non significa che voi cambierete. È come pensare di cambiare la propria calligrafia cambiando penna [...], eppure la maggior parte della gente investe tutte le proprie energie nel tentativo di riadattare il mondo esterno ai propri gusti. Talvolta ci riesce – per lo spazio di cinque minuti – e ha un po' di respiro, ma resta tesa anche in quell'attimo di respiro, perché la vita scorre senza tregua, la vita cambia continuamente.
- Molti dicono che abbiamo un'esigenza naturale di essere amati e apprezzati, di appartenere a qualcuno. È falso. Lasciate cadere quest'illusione e sarete felici. Abbiamo un'esigenza naturale di libertà, un'esigenza naturale di amare, ma non di essere amati.
- Qualcuno ha detto: «La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti». È patetico. Vivete nel presente. È una delle cose che vedrete accadere quando vi sveglierete. Vi ritroverete a vivere nel presente, assaporando ogni momento dell'attimo in cui vivete.
- Quando guardiamo una persona, in realtà non vediamo quella persona: pensiamo soltanto di vederla. Quel che vediamo è qualcosa che abbiamo fissato nella nostra mente. Riceviamo un'impressione e ci atteniamo a quell'impressione, continuando a guardare quella persona attraverso il filtro di quell'impressione. E questo lo facciamo con quasi tutto.
- [...] l'innamoramento non ha proprio nulla a che vedere con l'amore. Non è amore: è desiderio, desiderio bruciante. Quel che desiderate con tutto il cuore è che quella creatura adorabile vi dica che vi trova attraenti. Questo fatto vi dà una sensazione strabiliante. [...] Dicono che l'amore sia cieco. Credetemi, niente ha la vista più acuta del vero amore. Niente. L'amore ha la vista più acuta del mondo. La dipendenza è cieca, l'attaccamento è cieco. L'abbarbicarsi, le richieste continue, il desiderio sono ciechi. Ma l'amore vero non lo è. Non chiamate amore quelle cose.
- Se non si guarda alle cose attraverso il filtro dei propri concetti, non ci si annoia mai. [...] Il concetto è un aiuto per condurre alla realtà, ma una volta che ci si è arrivati bisogna intuirla o viverla direttamente.
- Ricordate quelle splendide parole di Buddha: "i monaci e i discepoli non devono accettare le mie parole per rispetto, ma devono analizzarle come un orefice analizza d'oro − tagliando, limando, levigando, fondendo". Quando vi comportate in questo modo, significa che state ascoltando. Avete fatto, allora, un grande passo avanti verso il risveglio.
- Tutti noi odiamo il nuovo. Lo odiamo davvero. E prima affrontiamo questo fatto, meglio sarà.
- Spiritualità significa risveglio. La maggior parte delle persone, pur non sapendolo, sono addormentate. Sono nate dormendo, vivono dormendo, si sposano dormendo, allevano i figli dormendo, muoiono dormendo senza mai svegliarsi. Non arrivano mai a comprendere la bellezza e lo splendore di quella cosa che chiamiamo esistenza umana.
- Volete cambiare il mondo? Che ne dite di cominciare da voi stessi? Che ne dite di venire trasformati per primi? Ma come si ottiene il cambiamento? Attraverso l'osservazione. Attraverso la comprensione. Senza interferenze o giudizi da parte vostra. Perché quel che si giudica non si può comprendere.
- «[...] c'è miracolo e miracolo. Nel tuo paese è considerato un miracolo che Dio faccia la volontà di qualcuno. Nel nostro paese è considerato un miracolo che qualcuno faccia la volontà di Dio.»
- «[...] quando imparerai che un padre non è qualcuno a cui appoggiarsi, ma qualcuno che ti libera dalla tendenza ad appoggiarti?»
- — «Quale opera buona debbo fare per essere gradito a Dio? [...] C'è un modo per scoprire il lavoro che mi è stato assegnato?»
— «Si, cerca l'inclinazione più profonda del tuo cuore e seguila.»
- «Devi capire che la vita è come la musica, che è fatta più di sentimenti e di istinto che di regole.»
- «Il passato va abbandonato non perché è male ma perché è morto.»
- Un giovane dissipò tutte le ricchezze che aveva ereditato. Come di solito accade in questi casi, nel momento in cui rimase senza un soldo si ritrovò anche senza amici. Avendo esaurito tutte le proprie risorse, cercò il maestro e gli disse:
— «Cosa ne sarà di me? Non ho più né denaro né amici.»
— «Non ti preoccupare, figliolo. Ascolta quel che ti dico: andrà di nuovo tutto bene.»
La speranza si accese negli occhi del giovane.
— «Sarò di nuovo ricco?»
— «No. Ti abituerai a essere squattrinato e solo.»
- — «Dimmi, è vero che quel giovane sa tutto quello che si dice che egli sappia?»
— «A dire la verità», rispose il maestro sarcasticamente, «quel tale legge tanto che non vedo come potrebbe trovare il tempo di sapere qualcosa.»
- «Non avete ancora capito, miei cari, che la distanza più breve tra un essere umano e la verità è una storia [...] Una moneta d'oro perduta si ritrova grazie a una candela che vale pochi soldi, la verità più profonda si trova grazie a una semplice storia.»
- «Sciocco! Pensi che chi medita sia in paradiso? È proprio l'opposto... è il paradiso a essere in chi medita.»
- Un discepolo confessò di avere la cattiva abitudine di ripetere i pettegolezzi. Il maestro osservò maliziosamente: «Ripeterli non sarebbe poi così male, se tu non li perfezionassi.»
- «Sei così fiero della tua intelligenza», disse il maestro a un discepolo. «Sei come il condannato che è fiero della vastità della sua cella.»
- «Se è la pace che vuoi, cerca di cambiare te stesso, non gli altri. È più facile proteggersi i piedi con delle pantofole che ricoprire di tappeti tutta la terra.»
- «A che serve comprendere la natura e il significato della vita se non l'hai mai gustata? Preferisco che mangiate il vostro dolce piuttosto che speculiate su di esso.»
- «Il vero cambiamento è il cambiamento non voluto. Affrontate la realtà e il cambiamento non voluto si verificherà.»
- — «Perché io non vedo la bontà e la bellezza ovunque?»
—«Perché non puoi vedere fuori di te ciò che non vedi dentro di te.»
- C'erano delle regole nel convento, ma il maestro metteva sempre il guardia contro la tirannia della legge. «L'obbedienza rispetta le regole», soleva dire. «L'amore sa quando infrangerle.»
- — «Se ciò che cerchi è la verità, c'è una cosa che devi avere innanzitutto.»
—«Lo so. Una passione travolgente per essa.»
—«No. Un'incessante disponibilità ad ammettere che puoi avere torto.»
- — «Come posso essere un grand'uomo... come te?»
—«Perché essere un grand'uomo?», chiese il maestro. «Essere un uomo è già un'impresa abbastanza grande.»
- — «Dicci cosa hai ottenuto dall'illuminazione. Sei diventato divino?»
—«No.»
—«Sei diventato un santo?»
—«No.»
—«Allora cosa sei diventato?»
—«Sveglio.»
- I discepoli erano disorientati dal fatto che il maestro, che viveva così semplicemente, non condannasse i suoi seguaci ricchi. «È raro ma non impossibile che qualcuno sia ricco e santo», egli disse un giorno.
—«E come?»
—«Quando il denaro ha sul suo cuore lo stesso effetto che l'ombra di quel bambù ha sul cortile.»
I discepoli si girarono a guardare l'ombra del bambù che spazzava il cortile senza sollevare un solo granello di polvere.
- «Smetti di essere un esule quando scopri che la creazione è la tua casa.»
- I discepoli stavano discutendo accesamente sulla causa della sofferenza umana [...] Quando consultarono il maestro, egli disse: «Tutta la sofferenza deriva dall'incapacità di una persona di sedere in silenzio da sola.»
- «La saggezza tende a crescere in proporzione alla consapevolezza della propria ignoranza [...] Se arrivi a capire di non essere oggi tanto saggio quanto credevi di essere ieri, oggi sei più saggio.»
- «Tutto ciò che è veramente vivo deve morire. Guardate i fiori, solo quelli di plastica non muoiono mai.»
- «Non vivi mai così pienamente come quando giochi d'azzardo con la tua vita.»
- — «Cosa ti dà l'illuminazione?»
—«La gioia.»
—«E che cos'è la gioia?»
—«La comprensione del fatto che quando tutto è perduto hai perso solo un giocattolo.»
- «L'acqua rimane viva e libera scorrendo. Tu rimarrai vivo e libero andando. Se non vai via da me stagnerai e morirai, e sarai contaminato.»
- «Se non puoi dire niente di lui che è al di là dei pensieri e delle parole, come puoi chiedere qualcosa su di lui?»
- «Ascolta le parole del critico. Egli rivela ciò che i tuoi amici ti nascondono [...] [Ma] Non lasciarti abbattere da ciò che il critico dice. Nessuna statua è mai stata eretta per onorare un critico. Le statue sono per i criticati.»
- «Di nessuno si può dire che abbia raggiunto il culmine della verità finché un migliaio di persone sincere non l'hanno denunciato come blasfemo.»
- — «Quando si può dire di una persona che è cresciuta?», chiese un discepolo.
—«Il giorno in cui non ci sarà più bisogno di mentirle su niente.»
- ↑ Sotto al titolo della "Parte Prima, Lasciate la vostra barca sulla spiaggia", c'è una poesia:
Preghiera, amore, spiritualità, religione
significano liberarsi dalle illusioni.
Quando la religione induce a fare questo,
è veramente magnifica!
Quando se ne allontana,
è una malattia, una calamità che va evitata.
Una volta abbandonate le illusioni,
il cuore è libero, fiorisce l'amore.
Allora sarete felici.
Allora sarete trasformati.
Solo allora saprete chi è Dio...
- Anthony De Mello, Istruzioni di volo per aquile e polli, traduzione di Marco Zappella, Piemme, 2010. ISBN 9788856612608
- Anthony De Mello, Istruzioni di volo per aquile e polli, traduzione di Marco Zappella, Piemme, 2013.
- Anthony De Mello, Messaggio per un'aquila che si crede un pollo, Piemme, 2013.
- Anthony De Mello, Un minuto di saggezza nelle grandi religioni, a cura di E. Schreil, Paoline, 1987.