Andrea Ortis

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Andrea Ortis (1972 – vivente), attore e regista italiano.

Citazioni di Andrea Ortis

Citazioni in ordine temporale.

  • [«Il sistema scolastico italiano come potrebbe avvicinare gli studenti al teatro?»] Per avvicinare giovani uomini e donne al teatro – e per rendere la didattica ancora più efficace – serve il teatro stesso. Il teatro non si deve sostituire alla scuola, ma è uno strumento potentissimo per narrare qualsiasi tipo di storia. In quasi due anni di pandemia è mancata la dimensione umana della scuola (le gite, gli innamoramenti, la competizione) e noi teatranti dovremmo chiederci tutti cosa è possibile fare perché questo aspetto non peggiori.[1]
  • Per conoscere devi guardare gli occhi di chi ha vissuto. Non esiste il tempo per il dolore, è qualcosa che non passa mai. Chi ha perso e sofferto ha anche amato, tanto, e continua a farlo. Tra loro c'è ancora chi ha paura della pioggia e chi non riesce a bere un bicchiere d'acqua perché pensa di soffocare (riferito a coloro che hanno vissuto la tragedia del Vajont".[2]
  • Anche le cose che ci vengono insegnate a scuola spesso ci rimangono non perché ci interessi il contenuto ma per come l'amore di un docente ce le ha fatto arrivare, se una cosa viene portata con amore, quell'amore rimane anche a te, contagia.[3]
  • Possono abitare in noi diverse anime. In me abitano due punti di vista da sempre: quello di chi vede un insieme, di chi costruisce l'insieme che è quello [ruolo] del regista e poi, stando molto attenti, quello dell'interprete che invece è una parte di quell'insieme.[4]
  • La fantasia va inseguita va percorsa e va percorsa anche l'idea che la parola italiana e la lingua italiana hanno un valore inestimabile. Lei io siamo fatti di parole che abbiamo ricevuto, di parole che attendiamo di parole che diciamo, perché la parola diventa anche l'unico mezzo straordinario per rivelare i nostri pensieri.[5]
  • Ognuno ha un mare dentro e non esiste alta marea che possa cancellarlo.[6]
  • Non si abbandona mai ciò che si è stati... si evolve piuttosto, tenendo per mano il nostro passato, amando le nostre imperfezioni, imparando ad avere cura del "prima", per essere un "poi" più colorato. Il cuore si espone e, con il sangue, fiorisce[7]
  • Non è folle lottare da soli sapendo di essere soli. È folle un tempo pieno di eroi che vincono sempre, eroi bugiardi, compromessi e vuoti. Preferisco vedere nei mulini splendidi giganti e, come Don Chisciotte, cadere, ribaltarmi e ruzzolare.[8]
  • Ci sono assenze che si intrecciano al respiro del tempo, lievi come l'ombra degli alberi. Assenze che cerchiamo nei chiarori delicati del mattino, nei raggi che trapassano le foglie disegnando segreti sul terreno. Stormi sparsi, echi gentili di passi passati. Assenze mai lontane, sussurri in mezzo al vento, sfumature d'ombra che danzano sulla trama invisibile dei giorni. Assenze per sempre presenze. Una carezza ad ogni vostro mancare. [9]
  • Sai tu cosa c'è là fuori? Un mondo, il mondo. E sai tu cosa c'è qui dentro? I mondi, tutti i mondi![10]
  • Penso ai soli, agli esuli, agli sconfitti. Penso ai malandati, ai danneggiati, ai mancanti. Penso a quelli come me, ombre di un mondo che non si ferma e lì, in quel margine che nessuno osserva, dirigo ciò che sono e spero, in ciò che faccio, un po' di luce. A tutti… gli ultimi.[11]

Van Gogh Café Opera Musical

Incipit

Il nostro café. Era come una stazione, fatta di gente in partenza, gente arrivata, gente solo di passaggio, o il più delle volte fatta di gente in ritardo, il cui ultimo treno non sarebbe passato più. Succedeva sempre che qualcuno si attardasse la sera ubriaco, pieno di assenzio in quella Parigi così viva e maledetta, e succedeva sempre che dovessi con un calcione svegliarlo e portarlo fuori, insieme ad altri che al tempo sembravano più spazzatura che gente. (Luc (anziano))

Citazioni

  • Quel giorno, mentre stavo completando il mio turno, quell'uomo arrivò così, con quell'eleganza gentile che a tratti pareva disarmante... Iniziò a raccontarmi quella storia, che ancor oggi non mi sembra neppure vera. Non saprei dire se arrivò o fosse già li, ma questo, in fondo, poco importa, ciò che conta è che fu una fortuna, una maledetta fortuna e che capii solo più tardi che quel turno non sarebbe finito né lì, né mai... più. (Luc (anziano))
  • L'arte non è degli artisti, è nostra ogni volta che in lei ci ritroviamo... (M. Louis Philippe)
  • Cercare e non trovare ci riesce ad insegnare Che il viaggio è l'emozione non la destinazione, Tu riempila la vita come con un bicchiere Tu versagli speranza e la vedrai fiorir. (M. Louis Philippe)
  • Quell'olandese viaggiava e a me sembrava di andare con lui proprio come avviene quando leggi, ci metti i colori, i suoni, gli odori e sali in nave come un passeggero o un commissario di bordo qualsiasi. È proprio vero, non si fa un viaggio, è il viaggio, che ci fa... (Luc (anziano))
  • Corri e insegui ciò che sei e non voltarti indietro tu non fermarti mai. Correvo a perdifiato senza sapere dove, ma al cuor non si comanda di questo ne ho le prove. (M.me Odile)
  • Quelle immagini parlavano delle nostre storie e delle nostre speranze, un germoglio fioriva dentro ognuno di noi, lievitando come un impasto fresco. Nell'aria di quel café c'era già un bel profumo di pane e cambiamento. (Luc (anziano))
  • Non sai mai che cosa la vita ti può portare, ed in effetti quell'uomo, dentro quel café aveva portato quello che un po' di zucchero regala ad un piatto... La storia di quell'olandese, così solo e così simile a noi, ci stava facendo ritrovare quello che da un po' stavamo perdendo: l'umanità. (Luc (anziano))
  • Il tempo si ferma, e la bellezza non ha più età. (M. Louis Philippe)
  • Non tutte le storie sono uguali, alcune ti colpiscono di più... È così soprattutto quando ascolti quelle di qualcuno, ma sembra che, in fondo, stiano raccontando la tua. Il paesaggio scorre davanti ai tuoi occhi come sul finestrino di un treno in corsa. Le immagini corrono veloci troppo veloci per perdercisi davvero, ma la luce che riflettono ti entra dentro, lasciando un calore, un colore... (Luc (anziano))
  • È il cielo dei balocchi e tu dentro una di quelle casette illuminate dai riflessi delle luminarie celesti, sei a letto a sognare, nella tua stanzetta... Cavalloni portati dal vento, come se un gigante soffiasse un alito potente, come il soffio di qualcuno su una girandola. (M. Louis Philippe)
  • È la tua notte... È la notte vista da te... Luminosa, aperta... Un sole con una luna intima, o una luna con un sole attorno... Come se la notte, anche la più lunga, avesse un'inguaribile voglia di giorno... (M. Louis Philippe)

Explicit

Non vidi più nessuno... Aline aprì una piccola boutique che chiamò "Scatole in Soffitta", M.me Odile scomparve. Si seppe solo che aveva abbandonato il suo vero nome cambiandolo in Catherine. Né seppi più nulla di quell'antiquario, ma mi ricordai che un giorno lesse alcune righe di quell'olandese di nome Vincent. Ah sì ecco... Diceva... "Nei momenti in cui la natura è così bella, mi sento terribilmente lucido. Non ho più coscienza di me e i quadri nascono come in sogno". (Luc (anziano))

Il Vajont di tutti. Riflessi di speranza

Incipit

Buonasera, buonasera a tutti! Tutti è un parolone, in realtà "tutti" nel nostro paese non lo siamo mai. Ci dà fastidio il vicino di casa, quello del piano di sopra, l'immigrato, ci danno fastidio spesso quelli che vivono con noi. Non c'è nulla che ci tenga uniti "tutti"... però a pensarci bene forse esiste qualcosa che ci tiene stretti, in modo quasi paradossale, e questo qualcosa è... il dolore. Adesso vi faccio un nome, che non è un nome giovane, ma è un nome che sicuramente qualcuno di voi si ricorderà... attenzione eh... "Alfredino". Ecco, lo vedi? Te lo ricordi Alfredo, vero? Stavamo "tutti" attaccati al televisore e avremmo voluto far qualcosa per uno sconosciuto, l'Italia intera, tutti insieme per quello "sconosciuto". Ecco.. cosa ci può tener stretti... il Dolore. (Narratore)

Citazioni

  • Questa sarà la diga più alta del mondo... ah caro Dal Piaz, si ricorda di quei giretti sopra e sotto le vallate, le nostre verifiche i nostri sondaggi attraverso le montagne. Ah le montagne, la mia passione. (Ing. Carlo Semenza)
  • Beh, lo sappiamo tutti che le montagne si muovono, la terra si muove, anche adesso sotto questi piedi e noi non ce ne accorgiamo nemmeno, però... (Ing. Carlo Semenza)
  • La Natura non è una scienza certa e l'errore è sempre dietro l'angolo. Le montagne sono mutevoli, cambiano, si muovono noi dobbiamo.... dobbiamo solo assecondare quei movimenti. (Ing. Carlo Semenza)
  • Dopo tanti lavori fortunati e tante costruzioni anche imponenti, mi trovo veramente di fronte ad una cosa che per le sue dimensioni mi sembra sfuggire dalle nostre mani. (Ing. Carlo Semenza)
  • Io non smetto, io non lascio perdere... Io scrivo perché la gente deve sapere la verità. I contadini non contano nulla per nessuno ed io sono arrabbiata perché qui sembra già scritto il solito destino dei poveri umiliati, dispersi, emigrati! (Tina Merlin)
  • Se ripenso a mia madre vedo una donna anziana, vestita di nero, malinconica e sofferente... Ho invidiato certe mie compagne di scuola che avevano una madre giovane o così sembrava, vestita di chiaro, magari col cappellino in testa, oppure a capo coperto a mettere in mostra le trecce intorno alla testa o il cocon dietro la nuca... Anche mia madre aveva belle trecce, ma le nascondeva sotto il fazzoletto nero che portava quasi sempre... ecco, vorrei che questa valle avesse le trecce scoperte. (Tina Merlin)
  • Nessuno qui è contro il progresso... io sono contro la prepotenza e gli affari di chi si arricchisce alle spalle di questa povera gente... no! Non povera gente, basta false pietà, lacrime finte... questa semmai è solo gente... (Tina Merlin)
  • Per Toni la vita è un avventura bellissima, ha trovato tanti amici in quella scuoletta ai piedi della montagna. Sono orgogliosa di lui dei suoi piccoli grandi sentimenti, delle sue curiosità che spaziano nel bosco, nel cielo e nel torrente. Proprio così ho sognato di avere un figlio: che ami la natura e le sue meraviglie, che si senta parte della terra del sistema che in qualche maniera si senta radicato qui, nella casa sulla Marteniga, nel luogo delle memorie di sua madre, per dare un senso alla storia della sua vita... e anche della mia. (Tina Merlin)

Explicit

E anche quella sera, era un mercoledì, la vita scorreva come sempre. Padri e madri in fila dietro ai semafori tornando a casa da lavoro, al telefono decidevano cosa avrebbero mangiato per cena... "prendo le mozzarelle" "no che poi non le finiamo mai, abbiamo ancora le uova", i ragazzi chiudevano i libri di scuola e si buttavano sul letto, o rientravano dal campo di calcio, o di paddle, i nonni guardavano in tv uno di quei giochi a premi aspettando sera. C'era una leggera brezza e allora una nonna, la nonna di quei tre fratelli, si affacciava perchè con quel maltempo che stava arrivando, aveva avvisato i tre fratelli infatti di stare in casa, con quel maltempo che stava arrivando, allora era meglio chiudere le imposte. (Narratore)

Note

  1. Dall'intervista di Roberto Mazzone, Andrea Ortis: "Il teatro è uno strumento per narrare qualsiasi tipo di storia", teatro.it, 29 gennaio 2022.
  2. Dall'intervista Ortis: "Il Vajont, una tragedia collettiva", ilrestodelcarlino.it, 14 dicembre 2023.
  3. Dall'intervista di Nicola Baroni, La Repubblica, 29 gennaio 2024.
  4. Dal programma televisivo L'Ora Solare, Tv2000, 22 febbraio 2024. Video disponibile su L'Ora Solare (TV2000) 22 febbraio 2024 - Monsignor Frisina, Antonello Angiolillo e Andrea Ortis, youtube.com/@TV2000it, minn. 00:30:58-00:31:14.
  5. Da un post sulla pagina ufficiale facebook.com, 6 marzo 2024.
  6. Da un post sulla pagina ufficiale facebook.com, 16 giugno 2024.
  7. Da un post sulla pagina ufficiale facebook.com, 14 luglio 2024.
  8. Da un post sulla pagina ufficiale facebook.com, 6 ottobre 2024.
  9. Da un post sulla pagina ufficiale facebook.com, 2 novembre 2024.
  10. Da un post sulla pagina ufficiale facebook.com, 1º dicembre 2024.
  11. Da un post sulla pagina ufficiale facebook.com, 1º gennaio 2025.

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